INFANTINO, UN SEGNALE DI CAMBIAMENTO. ADESSO SOTTO CON I GIOCATORI GIÀ PRONTI. LA CONFERENCE SIGNIFICA PIÙ ENTUSIASMO. BELTRAN O NZOLA: SCELTE DIVERSE. AMRABAT, LA CESSIONE SI AVVICINA
Il cognome potrebbe far pensare ad un raccomandato, ma col presidente della Fifa, il buon Gino, non c’entra nulla. Infantino è un ventenne di robuste speranze che nessuno ha aiutato. Per ora si sta basando solo sulle sue qualità, pregi che andranno confermati in Italia. Ma l’idea che la Fiorentina sia andata a comprare un giovane, tra l’altro proveniente da una zona dell’Argentina molto fertile in termini calcistici, ci induce a pensare ad un dolce cambiamento. Una bella novità, insomma o se vogliamo un ritorno al passato perché la rottamazione eletta a modello assoluto proprio non va. C’era un tempo, non molto lontano, in cui a Firenze arrivavano Jovetic e Ljajic, piuttosto che Kuzmanovic e Milenkovic, senza dimenticare Vlahovic. L’elenco meriterebbe più spazio, ma fermiamoci qui. Questi possono bastare. Gino Infantino che a Firenze, c’è da scommetterci, sarà chiamato confidenzialmente solo col nome di battesimo, si può inserire in questa tradizione.
Il seme è lo stesso. Speriamo che germogli come gli altri, anche meglio se è possibile aiutando la squadra in campo e la società se in futuro (magari lontano) decidesse di venderlo a cifre molto alte. Gino è un giocatore offensivo, ma parlare adesso di collocazione tattica ben definita diventa dura. Trequartista, esterno, seconda punta, sono concetti fluidi nel calcio di oggi, soprattutto in Italia per chi gioca davanti, qui è sempre più dura che da altre parti. Siamo curiosi di vedere Gino all’opera, intanto diamogli un caloroso benvenuto in una città che quando vede una maglia dell’Albiceleste ha sempre un brivido.
Siamo arrivati ad agosto, il mese in cui si comincia a fare sul serio. Il debutto in campionato sarà il 19, mentre il playoff di Conference vivrà andata e ritorno il 24 e 31.
In totale i viola affronteranno 4 partite e tutte importanti, le prime due riguarderanno la prima contro il Genoa (a Marassi) e l’altra col Lecce a Firenze. È banale aggiungere che partire col piede giusto sarebbe molto importante, ma è altrettanto vero che le gare da dentro o fuori saranno in Europa. E ci ricordiamo bene la doppia battaglia col Twente di un anno fa. Il ripescaggio in Conference ai danni della Juventus ha portato senza dubbio una dose copiosa di entusiasmo perché giocare in Europa, seppur nella terza coppa, è comunque interessante. Il problema è quando resti a casa. Stavolta la Fiorentina partirà con l’obiettivo di vincere la Conference, per appagare quella sete di vendetta sportiva dopo la brutta notte di Praga. I tifosi viola non vedono l’ora di tagliare a fette l’Europa in lungo e largo.
Se Infantino rappresenta un presente molto declinato al domani, per la Fiorentina c’è bisogno di giocatori pronti per subito. Il nodo principale, almeno ci pare sia così, riguarda l’attaccante. Beltran, argentino pure lui, ma di 22 anni, equivarrebbe ad un investimento di rilievo: la clausola di 20 milioni di dollari sta per lievitare a 25 e la concorrenza si muove. Pare ci sia anche la Roma sulla punta del River Plate. D’accordo, nemmeno lui non ha mai giocato in serie A, necessiterebbe di un naturale periodo di adattamento, ma sappiamo anche come i connazionali di Batistuta si integrino abbastanza velocemente in Italia. Beltran è uno dei più in vista a casa sua, sarebbe una scelta simbolo per la Fiorentina.
Nzola, invece, oltre a costare meno - si parte da 15 milioni, ma si può scendere con il listino -, conosce benissimo la serie A. Una scelta tecnica-politica diversa da Beltran, ma forse altrettanto valida, quantomeno per l’immediato.
Potrebbe essere la settimana della partenza di Amrabat. La distanza tra United e Fiorentina si sta accorciando, tra offerta e richiesta. Il giocatore vuole andare in uno dei principali club del mondo e sarà accontentato. È giusto accompagnare alla porta chi non crede più nel progetto, in questo caso viola. Decisivo, però, che porti i soldi in cassa. Tanti.