IL VIZIETTO DI ITALIANO E IL MERCATO CHIUDE SENZA BOTTI, LA SQUADRA NON RETROCEDERÀ MA L’AMBIZIONE È UN’ALTRA COSA
Nel 1978, da una commedia francese, venne realizzato un simpatico film intitolato "il vizietto", la pellicola con protagonista Ugo Tognazzi, rappresentava la vita di un’esilarante coppia omosessuale, buffo pensare che a distanza di più di quarant’anni probabilmente un film così non si potrebbe fare senza che le vergini vestali del conformismo e del politicamente corretto lanciassero alti lai e si ergessero col ditino alzato.
Comunque, il film il vizietto narrava ciò che vizio non era, ma solo amore diverso.
Ad Udine invece, la Fiorentina di Italiano ha mostrato ‘"il vizietto", o per meglio dire il limite, del suo bravissimo allenatore: la radicale convinzione nelle proprie idee calcistiche.
Talmente radicale da impedirgli anche di correggere in corsa gli errori nello schierare la squadra in campo.
Una cosa è pensare di essere sulla strada giusta, dice Paulo Coelho, tutt’altra è credere che la tua strada sia l’unica.
Italiano in Friuli ha adottato un turnover estremo, e non per la prima volta, poi, sotto di un gol, ha atteso un’ora per mettere mano all’undici, finendo ad esempio per riesumare Benassi terzino, pur avendo Dodò in panchina.
Tuttavia l’appunto più cogente che una parte della critica e del tifo fanno al mister viola, è che pur avendo fama di offensivista, in questa prima parte di torneo, e a Udine a maggior ragione, la sua Fiorentina produce poco in avanti e non segna.
Intendiamoci, sono piccoli appunti di calcio, perché qui si parla di pallone giocato, nessuno mette in discussione l’ottimo lavoro svolto da Italiano, specie l’anno passato, e il suo talento da allenatore, espresso in diverse partite nella scorsa stagione.
E aggiungiamo che la Fiorentina di Italiano non ha fallito il primo doppio confronto determinante della stagione, quello col Twente, ci si aggiunga pure che il tecnico viola si trova per la prima volta in carriera ad affrontare impegni multipli e quindi a gestire le forze di un gruppo che gioca spesso e su più fronti.
Tuttavia, può venire a taluni l’idea che su Italiano pesi la presunzione che la sua filosofia di calcio possa prescindere dai singoli, limite che è pesato nella storia su altri grandi allenatori.
Dopo la sconfitta di Udine, nel ribollente ambiente viola si è udito più di un eccesso tra i commenti: occhio poiché il ‘ vizietto’ di Italiano di cui sopra, potrebbe scatenare il vecchio vizietto dell’ambiente fiorentino, ben riassunto dal detto di Gino Bartali: "E’ tutto sbagliato, è tutto da rifare".
No, la squadra ed Italiano stanno facendo un buon percorso.
Hanno staccato il biglietto per l’Europa e in campionato hanno davanti una strada lunga.
Infine il mercato che si è chiuso ieri senza altri colpi dopo Barak, il quale resta un buon giocatore, ma non un uomo che faccia fare il salto di qualità che in molti aspettavano.
C’era chi attendeva un finale di mercato coi botti della Fiorentina, invece si è chiuso così, con una squadra alla quale manca qualcosa in termini di gol e in generale di qualità.
Del resto a dirlo era stato proprio Italiano affermando che il club ha sostituito e non migliorato o aggiunto.
Parole che tradotte potrebbero significare: l’anno scorso sono arrivato settimo, abbiamo perso pezzi, li abbiamo sostituiti, ma senza aggiungere, della serie non pretendete che si possa migliorare granchè la posizione.
E settembre principia così: con un pizzico di delusione per chi si attendeva colpi importanti.
La Fiorentina non retrocederà, è attrezzata per ripetere sostanzialmente l’anno scorso, con un po’ di fortuna, ma l’ambizione è un’altra cosa.