IL SUCCESSO DI DOMENICA NEL SEGNO DI ITALIANO, ORA LA MISSIONE IN BELGIO. GASPERINI E IL FRANCHI: UN’OCCASIONE PERSA E TROPPA BENZINA SUL FUOCO
A ripensarci è come se la sosta avesse amplificato l’atmosfera della sfida con l’Atalanta, quasi che l’attesa per sprazzi di vera Fiorentina sia stata alla fine premiata. La prova dei viola al cospetto di quella che pare avere tutte le caratteristiche di una diretta concorrente è una bella premessa su una stagione appena all’inizio: se dal mercato non sono arrivati tutti i correttivi necessari gruppo e tecnico hanno dimostrato di saper sopperire esattamente come capitato l’anno scorso, con l’aggiunta (preziosa) di una buona dote di esperienza destinata a tornare utilissima.
Che tipo di corsa sarà quella lungo almeno quattro fronti è ancora troppo presto per dirlo, ma la reazione al k.o. di Milano è arrivata forte e chiara, nonostante un avvio difficile (nel quale è emersa la maggiore qualità dei nerazzurri) e con l’ennesima prova collettiva figlia delle idee e delle convinzioni dell’allenatore. In tal senso per una volta Italiano si può prendere anche i meritati complimenti per un confronto con Gasperini superato a pieni voti, e in vista del primo round nel girone di Conference il promemoria sul valore aggiunto garantito dal tecnico potrebbe far comodo a tutto l’ambiente.
In effetti intorno alla Fiorentina si registra un’aspettativa crescente, spesso seguita da giudizi che oggi però lasciano il tempo che trovano. Poco utile, dopo appena un mese di partite, pensare di bocciare definitivamente Nzola, meglio aspettarlo dando fiducia a Beltran, in una sorta di parallelo rilancio di chi fino a ora si è visto meno. E’ il caso di Parisi, o Ducan, o ancora di Quarta e Kouamè, parsi tra i più interessanti della sfida di domenica, ma anche di quell’Infantino che soprattutto in Europa può trovare nuovo spazio.
Sotto questo profilo la turnazione in vista di giovedì, quando i viola affronteranno il Genk, anticiperà la politica che l’allenatore terrà tra campionato e coppa, ma intanto c’è da credere che anche quest’anno Italiano saprà trarre il massimo da ogni singolo. Poco male se al momento qualcuno sembra ancora fuori dagli schemi, o nemmeno ha avuto l’opportunità di lavorarci come nel caso dell’infortunato Ikonè, finché tutti seguiranno i dettami di Italiano con questa applicazione si può sperare in una viola in grado di andare oltre i propri limiti, esattamente come l’anno scorso, ed è poi anche per questo che la curva domenica sera ha voluto omaggiore il tecnico.
Intanto a seguito del 3-2 sui bergamaschi è andato in archivio l’ennesimo botta e risposta in salsa polemica. Clima ostile in tribuna, con tanto di digos appostata dietro alle panchine, e parole piccate in sala stampa da parte di Gasperini che a Firenze non perde mai l’occasione per sottolineare un’accoglienza certo non piacevole, ma poi non così dissimile da quella che - purtroppo - si registra in tanti altri stadi, Bergamo incluso.
La corsa al riepilogo di situazioni altrettanto tese vissute nello stadio atalantino, in occasione di gare contro la Fiorentina, non può e non deve giustificare un clima che sulle tribune a ridosso del campo, almeno al Franchi, ha mietuto troppe vittime, troppi allenatori (di casa e non), ma dovrebbe pur sempre ricordare, a Gasperini in primis e ai professionisti come lui, che è dall’interno del movimento calcio, e dai suoi protagonisti, che dovrebbero partire esempi e comportamenti diversi. Evitare un finale pressochè scontato, magari alleggerendo piuttosto che gettare benzina sul fuoco con parole al vetriolo, è l'altra occasione persa dal tecnico dell'Atalanta oltre a quella sul campo.