I DELLA VALLE E L'AUTOFINANZIAMENTO: UNA PROPRIETA' DISTANTE COME QUELLE STRANIERE. UN MERCATO GIOVANE E ITALIANO E' POSSIBILE

Nato il 5.5.85 a Firenze, è caporedattore della testata Tuttomercatoweb.com e voce di RMC SPORT. Già speaker di Radio Sportiva, è stato firma de Il Messaggero e La Nazione.
23.02.2018 00:01 di  Marco Conterio  Twitter:    vedi letture
I DELLA VALLE E L'AUTOFINANZIAMENTO: UNA PROPRIETA' DISTANTE COME QUELLE STRANIERE. UN MERCATO GIOVANE E ITALIANO E' POSSIBILE
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© foto di Image Sport

Il messaggio che fa passare la proprietà della Fiorentina è che questo è l'anno zero per il "progetto". Che va tra virgolette necessarie, perché le fondamenta sono ora poste su nuove basi. Che ancora non ci sono. Lo stadio. Il centro sportivo. Introiti venturi da infrastrutture sinora inesistenti, progetti e auspici. Di concreto c'è che l'ACF Fiorentina ha il marchio, il parco giocatori e null'altro ed è per questo che non sono arrivate offerte per una società che resta sì in vendita ma, per i motivi cui sopra, invendibile.

"Tutti in discussione", fa sapere la dirigenza che ha avuto il mandato, da parte della proprietà dei Della Valle, di muoversi sempre e solo in autofinanziamento. 'Arriveranno risorse', ma se lo stadio è un miraggio, l'unico mezzo adesso è quello del mercato. C'è stato l'input di abbassare il monte ingaggi, rispettato da Pantaleo Corvino e Carlos Freitas. C'è stato l'obbligo di rientrare in estate e di non spendere, altrettanto seguito da direttore dell'area tecnica e direttore sportivo. "Il futuro passa dai big che restano", dice Corvino, e il suo è un messaggio ai Della Valle e pure una speranza che vuol condividere con la città. Cedere Chiesa, Veretout, Milenkovic, Astori, Simeone, non è tra le intenzioni del compartimento tecnico, è ancora tutto da scoprire come avrà intenzione la famiglia Della Valle di rinforzare questa Fiorentina senza investimenti ulteriori.

Serve fantasia. Serve puntellare una rosa e dare un'ulteriore ventata di freschezza a una rosa dove, finora, le seconde linee hanno fallito. Storicamente la Fiorentina ha pescato poco dalle serie minori, dai giovani migliori. Però quello della B è un bacino che sta regalando negli ultimi anni rinforzi a tante società, da Zappacosta a Insigne, da Immobile a Caldara, da Gagliardini a Verratti passando per Spinazzola e Orsolini. Cosa sta raccontando questa B? Che c'è uno dei migliori prospetti difensivi del calcio italiano come Marco Varnier, centrale arretrato del Cittadella classe 1998 seguito già da tante big. Che a Brescia cresce quello che è considerato il nuovo Pirlo, Sandro Tonali, già titolare nonostante sia un classe 2000. Che a La Spezia, dove il Genoa ha preso uno dei migliori <i>Millennial</i> d'Europa come il terzino sinistro Antonio Candela, cresce da protagonista assoluto il centrocampista classe '98 Giulio Maggiore. Che il '94 della Cremonese, Michele Cavion, è già prontissimo per la Serie A. Che pure in C ci sono giocatori interessanti, tra i quali Alberto Dossena, difensore centrale di proprietà dell'Atalanta ma in prestito al Siena o anche Giacomo Vrioni della Pistoiese, già 8 reti nonostante sia un '98. Magari non sono subito da Fiorentina, o forse sì. Però non importa andare a latitudini impossibili per rinforzarsi. Le serie minori, a volte, sono fucine di talenti da cui pescare. Gli esempi deluxe, fatti sopra, devono essere un segnale.