FIORENTINA: PROMOSSI GIOCATORI E ALLENATORE, BOCCIATA LA SOCIETÀ
Con la sconfitta nella finale contro il West Ham si è chiusa la stagione della Fiorentina. Un'annata che ha visto un'anonima Serie A (ottavo posto in classifica) e la conquista di due finali, attraverso un percorso di sfide con avversari tutt'altro che irresistibili. Il cammino in Coppa Italia superando squadre retrocesse in Serie B, o arrivate dietro ai viola e il “Torneo dei Bar”, come definimmo in un articolo passato la Conference League, che ha appunto consentito di venire a conoscenza, in maggioranza, di compagini fino a questa stagione sconosciute.
Per fugare qualsiasi equivoco, però, va sottolineato l'impegno della rosa messa a disposizione del tecnico Vincenzo Italiano, che con questi ingredienti è riuscito ad andare ben oltre le potenzialità che, dati alla mano, garantiva il gruppo. Un team che ha dimostrato massima coesione e impegno, tant'è che spesso è riuscito ad andare oltre i propri limiti.
Ma per tagliare determinati traguardi non si poteva chiedere ancora di più di quel che è stato fatto.
Sul banco degli imputati, di contro, va la dirigenza del Club che, attraverso una gestione creativa non è stata in grado di mettere a disposizione di Italiano quelle risorse tecniche che sarebbero state necessarie per affrontare con “armi” più efficaci i tre impegni stagionali. Rispetto alla passata stagione la Fiorentina ha perso alcuni elementi chiave che hanno indebolito il gruppo: volontà e coesione non sono stati sufficienti a superare gli appuntamenti fondamentali che avrebbero trasformato un 2022-23 da insipido a significativo.
La conquista della Cenerentola dei tornei europei avrebbe iscritto i gigliati e il Presidente Commisso nella storia viola, ripagando l'amore e il supporto che i tifosi viola non hanno mai fatto mancare. Ma a forza di scherzare col fuoco – pur proponendo discutibili statistiche per tentare di giustificare scelte di calciomercato che, nei fatti, si sono rivelate esiziali – alla fine il fato ha presentato il conto.
I conti del Club sono in ordine e alla Proprietà si può rimproverare molto, ma non certo quello di non aver investito. I bilanci certificano quanto sopra. Quello che è criticabile è come si sia investito. La sensazione è che si navighi a vista e che non ci sia un organigramma con figure che si occupino soltanto della materia dove c'è adeguata esperienza.
In Società, oltre a confronti che lasciano il tempo che trovano (visti i risultati), c'è il reiterato vizio di fare paragoni. Peccato che durante questi anni non si sia mai scelto di guardare in casa propria. Sistematicamente ci si dimentica di ricordare cosa accadde con la Proprietà precedente che, praticamente a costo zero, rilevò un Club fallito. Non c'era rimasto niente della Fiorentina di Cecchi Gori. Chi partecipò alla rinascita racconta che le prime riunioni avvenivano all'interno dello stadio Franchi accomodandosi sui cartoni: non c'erano neanche le seggiole per sedersi. Ebbene, partendo dal nulla, dopo quattro anni (lo stesso numero di stagioni con Commisso proprietario), quella Società portò la Fiorentina dalla Serie C2 al quarto posto, con conseguente qualificazione alla Coppa dei Campioni. Le vicende di calciopoli (relative alla stagione precedente) impedirono di disputare il torneo internazionale per club più prestigioso, ma la rosa allestita sul campo dimostrò di essere più attrezzata di altre sedici concorrenti.
Seguirono anni importanti: qualificazione all'Europa League (malgrado i 15 punti di penalizzazione, altrimenti sarebbe stato terzo posto) e due qualificazioni consecutive alla Champions. Ci fu un'idea di crescita che non si concretizzò con nessun trofeo, ma nelle mani di Cesare Prandelli fu messa una rosa competitiva. Luca Toni e Alberto Gilardino segnavano, Mutu distribuiva assist e Frey difendeva i pali, arrivavano giovani talenti come Montolivo e in rosa spiccavano “factotum” come Martin Jorgensen e “killer” come Vargas.
Il bilancio di questi quattro anni per quanto riguarda la gestione societaria è negativo, ma il futuro potrebbe essere roseo. Le potenzialità ci sono tutte e, a nostro avviso, sono superiori alla Proprietà precedente. La realizzazione del Centro sportivo a Bagno a Ripoli e i 25 milioni di auto-sponsorizzazione che ogni stagione arrivano nelle casse viola sono senz'altro eccellente carburante, ma se si continuerà a iniettarlo in un motore registrato da figure non specializzate il rischio di grippaggio continuerà ad essere alto.
Attraverso il prossimo calciomercato, pochi ma “certificati” innesti in alcuni ruoli chiave potrebbero far crescere la competitività della rosa e ne beneficerebbe anche chi in questa stagione non si è dimostrato all'altezza.
L'augurio è che – malgrado gli attacchi in ordine sparso del Presidente Commisso che sembrano volti a distrarre l'attenzione dalle reali difficoltà – nei fatti si sia maturata quell'esperienza che faccia cambiare rotta alla Fiorentina.