ALLARME ROSSO: MAI PIÙ CAMPIONI A FIRENZE CON IL FAIR PLAY DELLA VALLE. FATTURATI E STIPENDI DA TERZA FASCIA. FUNZIONANO SOLO I TIFOSI. SOUSA, DOPO LE PAROLE SERVONO I FATTI. A GENOVA VIETATO PERDERE

08.09.2016 00:00 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
ALLARME ROSSO: MAI PIÙ CAMPIONI A FIRENZE CON IL FAIR PLAY DELLA VALLE. FATTURATI E STIPENDI DA TERZA FASCIA. FUNZIONANO SOLO I TIFOSI. SOUSA, DOPO LE PAROLE SERVONO I FATTI. A GENOVA VIETATO PERDERE
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Sto faticando sempre più, soprattutto dal mercato di gennaio in poi, a capire dove i Della Valle vogliono portare la Fiorentina. Dopo aver buttato al vento l’occasione per provare a conquistare la Champions League, c’è stato un progressivo allarme rosso, talmente rosso da essere per certi versi ingiustificato. Vendere, rientrare, tagliare i costi: sono queste le parole d’ordine. E per certi versi posso capire, ma di fronte a una pesante ristrutturazione, è mancata anche la più pallida idea di rilancio. A forza di tagliare si arriva ai conti disarmanti pubblicati in questi giorni da un giornale sportivo. E davanti a questi numeri, devo dire, il senso di incertezza (chi siamo? dove andiamo?) è aumentato.

Ieri leggevo gli stipendi dei giocatori di serie A con un grave senso di frustrazione. E’ vero che in generale i calciatori guadagnano troppo e dovrebbe esserci un ridimensionamento, ma quando scopri che anche il Bologna ha giocatori che guadagnano di più di quelli della Fiorentina, è difficile pensare a un futuro importante. Destro, ad esempio, prende un milione e 800 mila euro mentre il viola più pagato è Borja Valero con 1,7. 

Cosa vuol dire questo? Tradotto significa che a Firenze, con questi limiti e con questi parametri di stipendi, non potrai più portare giocatori importanti, ma soltanto elementi di seconda e terza fascia. 

Se si guadagna così poco i giocatori veri non vengono e la recente vicenda Jovetic (il problema è stato chi gli paga lo stipendio) deve essere un altro fatto da analizzare con attenzione.

E’ qui il vero dramma sportivo, è qui il ridimensionamento palese di una squadra che paga soltanto 44 milioni di stipendi e non può essere gradualmente portata al livello di Samp (35) Bologna (34) Torino (32) Genoa (30). Con tutto il rispetto sono e devono essere vicende diverse, la Fiorentina ha una tradizione, una storia e un pubblico da rispettare. Non fosse altro per gli oltre 20 mila abbonanti, unico dato che la Fiorentina può portare all’occhiello, secondi per  numero solo a quelli della Juve, in attesa di quelli dell’Inter.

E’ a questo straordinario pubblico che Adv dovrebbe pensare e non solo ai conti. I giocatori che guadagnavano tanto sono stati venduti tutti (per capirci Salah alla Roma ora intasca tre milioni e capire la sua scelta è facile) e la piazza Fiorentina non ha più alcun appeal. Purtroppo i procuratori e i giocatori pensano solo a strappare alti contratti e con certi braccini corti scordatevi giocatori di prima fascia non so per quanti anni ancora.

Anche questo è tarpare i sogni, anche questo è creare disamore. Non verso la bandiera, non verso la squadra, ma verso una gestione diventata d’improvviso parsimoniosa come poche altre. Forse il periodo negativo di molte altre attività di Ddv con pesanti perdite, ha indotto a tagliare bruscamente anche in Fiorentina. Legittimo, per carità. Ma ci sono modi e modi di fare calcio guardando anche ai conti. Passare in tre anni dall’acquisto di Gomez e Rossi facendo sognare lo scudetto, a una campagna acquisti che per un pelo Corvino non si vende anche le panchine dei campini, è un triplo salto mortale carpiato con avvitamento alla Fantozzi. Ma nella piscina c’è l’acqua? Questo è un altro problema.

Tornando a guardare i conti, di sicuro tagliare con intelligenza era giusto, ma nessuno in questi anni si è preoccupato di aumentare il fatturato. Come mai? Questo è un altro dato devastante sul quale riflettere. La Juventus compra Higuain anche perché dal 2010 al 2016 ha portato il fatturato da poco più di 150 milioni a oltre 350. La Fiorentina resta attorno ai 90 milioni (settimo in A) con periodi di fatturati in calo invece che in espansione. 

Ma chi si occupa di questo settore nevralgico? Perché non funziona? 

Incassando di più si potrebbe tagliare di meno e questa è una tale banalità che Cognigni dovrebbe in qualche modo prenderla in considerazione. Lui sa benissimo che nelle aziende in difficoltà servono le forbici, ma di pari passo anche piani di rilancio: che fanno i viola? 

Dico queste cose perché dopo aver perso il treno della Champions per il fallimentare mercato di gennaio e di conseguenza ipotetici grandi incassi, ora con il ritorno di Inter e Milan in mano ai cinesi, temo di vedere la Fiorentina scivolare lentamente al livello di squadre che storicamente le sono sempre state dietro.

E’ un momento difficile, spero che in società sia stata avviata una grande riflessione che non si fermi all’ingaggio di un grande uomo di calcio come Corvino che temo venga usato come paravento.

Intanto però, Corvino funziona. Intanto l’altra sera Sousa al Cestello non  ha detto cose negative sulla società come ha fatto in altre occasioni. Lui non può e non deve farlo. 

Intanto a Cavalli è stato risposto duramente (prenda una quota, si frughi, se vuole il bene della Fiorentina, parlare è facile).

E altrettanto duramente sono state stigmatizzate notizie non controllate che possono turbare il clima già non idilliaco. Mi riferisco, naturalmente, al trasloco-farsa di Sousa.

Non credo, comunque, che l’allenatore sia contento di questo mercato ispirato dalla Dieta Cognigni. Sono affari suoi. Ora gli tocca solo dimostrare di essere quel grande allenatore che ritiene, pensi a far rendere al massimo questo gruppo di giocatori, c’è chi ha vinto scudetti e premier (Ranieri per tutti) facendo correre degli asini (con rispetto) come fossero puledri di razza pronti per il gran premio. Ci provi anche lei, Sousa. In fondo deve ancora dimostrare tutte le sua capacità e la Fiorentina le offre una straordinaria occasione. Da qui alla fine dell’anno non vorrei più sentire da Sousa parole stonate visto che, oltretutto, per lui la Fiorentina non ha badato a spese. Il suo è il quarto stipendio della seria A (con Mihajlovic). Tanto per capirci guadagna più di Sarri. Che si senta fiorentino, che ami Firenze, con franchezza, a me interessa poco. L’ho sentito dire da tanti allenatori che poi alla prima occasione hanno tagliato la corda. A me interessa che Sousa migliori un gruppo in bilico fra l’essere una squadra medio-alta e medio-bassa. In questo caso il valore aggiunto deve essere proprio il tecnico.

Domenica, per me, è uno spareggio. Una di quelle partite che non puoi perdere. Vi immaginate cosa succederebbe in caso di sconfitta con questo clima triste e dubbioso? La Roma e l’Europa League alle porte?

Tutto questo Sousa deve farlo capire a una squadra che è partita un po’ imballata. Spero si sciolga e trovi il gioco brillante dell’anno scorso, ma anche la rabbia agonistica spesso mancata. Non credo che a Genova Sousa cambierà molto. Non sarebbe logico. I nuovi non sono ancora inseriti, si deve giocare con gli uomini e lo schema che l’allenatore conosce meglio. Magari con Berna al posto di Tello. Milic farà il vice Alonso. Gonzalo dovrebbe farcela. Unico dubbio è Vecino. Sostituirlo con Sanchez non è logico, il colombiano, calcisticamente, non ha il sale in zucca di Vecino. Non fatevi illusioni per il gol al Chievo, il ragazzo ha grinta, ma deve ancora imparare i movimenti. L’alternativa a Vecino può essere Borja in mediana, ma siamo solo a giovedì e può succedere di tutto.