ADV, FERITA ANCORA APERTA: NON TORNA, NON VENDE E NON INVESTE. MA A GENNAIO QUALCOSA SUL MERCATO SI FARÀ. E PURTROPPO CHIESA ANDRÀ VIA. LO ZENIT IN POLE. STADIO, TROPPE FRECCIATINE
Andrea Della Valle è tornato a parlare di Fiorentina dopo molti mesi e le sue parole assomigliano al timbro di un notaio: ora ci sono le conferme a tutte le notizie circolate negli ultimi mesi e in particolare Andrea ribadisce quanto emerso dal consiglio di amministrazione di lunedì, rivelato nel nostro articolo di martedì scorso.
Lui non tornerà a Firenze. Purtroppo sapevamo che non aveva ancora elaborato le contestazioni dei tifosi della Fiesole.
Sapevamo anche che la messa in vendita della società altro non era se non la reazione alle critiche e al brutto clima che si respirava in città a giugno. Gli acquirenti non ci sono (almeno a certe cifre) e l’intenzione di vendere è ampiamente rientrata. Non si vende più, Andrea non lo può dire apertamente, ma lo ampiamente fa capire. E poi lo si deduce da tutto il resto delle sue dichiarazioni e dai suoi programmi di lavoro.
Confermato l’autofinanziamento, cioè i Della Valle non tireranno più fuori un euro per la Fiorentina. Stanno strutturando in modo che la Viola possa reggersi completamente sulle sue gambe, guidata da manager preparati e attenti come Cognigni, Salica e molti altri, con il supporto operativo di Giancarlo Antognoni.
Adv ha pure ribadito che la Fiorentina dovrà ambire a rimanere in zona Europa League.
Non sono mancate le autocritiche: finalmente Adv ha ammesso che aver tenuto Sousa è stato un anno buttato via. Fine. Da oggi si ricomincia come prima.
Chi si aspettava chissà quali rivelazioni o spiegazioni, sarà rimasto deluso. In realtà Andrea non aveva altro da dire se non spiegare onestamente cosa sta accadendo. E così ha fatto.
Almeno adesso i programmi sono chiari per tutti, sono arrivati dalla viva voce del proprietario. Il ridimensionamento c’è, non è stato negato. I tempi belli dei quarti posto non arriveranno più, quando andrà tutto benissimo la Fiorentina sarà a ridosso delle prime sei. Nessuna illusione. Adesso mi auguro che anche i Trombettieri la smetteranno di vendere fumo con inutili aspettative: la realtà è questa.
Se posso sintetizzare, i Della Valle ci sono, restano un punto di riferimento per i piani di lavoro e per i programmi, ma il lavoro pratico spetta ai manager che dovranno far funzionare la società con le risorse proprie. Più riusciranno a fatturare, più faranno plusvalenze, più saranno bravi a scoprire giocatori e pagarli poco, più la Fiorentina potrà crescere. Una bella sfida. Ma, intendiamoci, la realtà è assolutamente questa. Dovranno superarsi Corvino e Freitas nel fare la squadra, dovrà essere bravo a valorizzarla Pioli perché i grandi giocatori arrivati nel passato, oggi a Firenze non verranno. Almeno per ora.
Per chiudere, anche Andrea sembra curioso di capire se la campagna acquisti con tanti soldi spesi darà i suoi frutti. E comunque, ha ribadito, se serve, a gennaio autorizzerà un paio di operazioni. Soprattutto sugli esterni, ma questo lo dico io.
Nel discorso, invece, non mi sono piaciute due cose. Il passaggio sui tifosi della curva e quello su Chiesa.
Con i tifosi Andrea sbaglia. Non può pretendere di avere il cento per cento del consenso dentro a uno stadio che è come un’arena. Se spera in questo, a Firenze non ci tornerà più. Per consolarsi si legga "La tribù del calcio" di Desmond Morris.
Sono d’accordo, invece, sulle offese, quelle sono inaccettabili per chiunque e sotto qualsiasi latitudine, ma il resto fa parte del clima da stadio. E’ stato contestato anche Florentino Perez, presidente del Real Madrid. Andrea parta da questo e tragga le conseguenze. Anch’io di solito non porgo l’altra guancia e non lo deve fare, ma può anche ignorare i contestatori oppure mostrare i muscoli facendo capire che "il proprietario sono io e vado vanti per la mia strada".
Lo sa Andrea come godono oggi i tifosi della Fiesole che contestano? Hanno vinto loro, Andrea è costretto a rimanere a casa. Posizione inaccettabile, ci pensi.
Su Chiesa mi preoccupa la parola "spero". Se un presidente che ha appena deciso di rinnovare un contratto, di portarlo a due milioni (con i bonus) e allungarlo fino al 2022, non è stato in grado di imporre al ragazzo la permanenza certa per almeno un altro anno, deduco che Chiesa se ne andrà. Perché? Per almeno due ragioni.
La prima per l’autofinanziamento. Solo con i 50-60 milioni per la vendita di Chiesa si potrà fare un mercato importante per rafforzare questa squadra e si è visto che di rinforzi ce n’è gran bisogno.
Seconda ragione è l’ingaggio. Due milioni per la Fiorentina sono tanti, ma darne subito quattro per tutte le società che lo stanno cercando è quasi scontato.
Se volete aggiungo una terza ragione: se la Fiorentina non dovesse andare in Europa League. Chiesa è un potenziale campione e vuole giocare in Europa. Ovvio. Normale. Scontato. Ma andrà via anche per crescere e imparare: vuole andare a giocare assieme ad altri campioni.
Passando al lato pratico della vicenda, dopo l’Inter che però è bloccata dal fair play finanziario, il Napoli e altre numerose big d’Europa che corteggiano Chiesa, in pole position ora c’è lo Zenit di San Pietroburgo che ha fatto un’offerta da top player e sta pressando Enrico Chiesa. Sarà la telenovela estiva.
Vicenda stadio. Adv ha ribadito la volontà di costruire la Cittadella Viola ma ha ributtato la palla al sindaco. Temendo i tempi della burocrazia, par di capire che i Della Valle completeranno il progetto esecutivo solo quando avranno i permessi in mano. Nardella ha replicato: "Noi non rispondiamo con le parole, ma con i fatti". In effetti la "pratica" nei giorni scorsi ha superato diversi scogli importanti. Ma non basta, l’area ex Ligresti è privata e non sarà facile. Comunque questa contrapposizione non fa bene a nessuno. Il sindaco e i Della Valle dovrebbero incontrarsi per gettare le basi per un percorso realistico e pratico. A naso il 2021 è troppo vicino, ma soltanto unendo intenzioni e forze si potrà centrare l’obiettivo.