OBIETTIVI VIOLA, Tutto su Samir Nasri, le petit Tottì

25.12.2007 10:05 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: TMWnews.it

Un mix di eleganza ed efficacia. Un giocatore “speciale” dentro e fuori dal campo. Questa è la relazione stilata in questi anni da Branca e Oriali, i due responsabili del mercato dell’Inter che da tempo hanno messo gli occhi su Samir Nasri. Non solo Moratti se ne è innamorato: in ordine di tempo hanno chiesto sue notizie Real Madrid, Barcellona, Tottenham, Manchester City e Juventus. Mezza Europa questa estate ha sognato di acquistare le prestazioni del gioiello marsigliese in scadenza di contratto con l’Olympique. Il giocatore, nato a Marsiglia, ma di origini algerine, ha seguito la via indicata dai genitori che ne curano i diritti di immagine e dei tecnici che hanno avuto il piacere di allenarlo. Gli hanno spiegato che a 20 anni è meglio “non bruciarsi” e farsi le ossa nel campionato francese, in una città, con una squadra, in uno stadio che lo ha eletto a proprio idolo incontrastato. Una sorta di Totti marsigliese – guai a chiamarlo “Petit Zidane” – che ha guidato a suon di assist e giocate la sua squadra ad un incredibile secondo posto in Campionato nella stagione 2006-07, costituendo con Ribery una coppia da sogno. Il Velodrome ha potuto così rivivere la gioia della Champions League, pur senza Ribery, passato al Bayern per la cifra record di 25 milioni – ma con un Nasri pronto a fare il definitivo salto di qualità.
Il contratto con l’Olympique è stato rinnovato fino al 2009: l’altra metà dell’Europa dovrà pazientare almeno un altro anno. L’Inter non ha avuto fretta, forse in seguito alla decisione di Figo di continuare un altro anno. Ma se i nerazzurri potevano essere considerati in pole position dagli operatori di mercato, un evento ha fatto sì che lo scenario mutasse radicalmente. Gli emissari di Moratti avevano tessuto una rete diplomatica col procuratore, messo poi alla porta dallo stesso giocatore. A curare gli interessi del talento è ora Alain Migliaccio e alcuni segnali lascerebbero pensare che ci sarebbe stato un clamoroso sorpasso della Juventus che lo avrebbe individuato come l’erede di Michel Platini. “Le roi”, “Petit Zidane”, paragoni scomodi che non piacciono al ragazzo: “Sono accostamenti che mi onorano, ma mi mettono troppa pressione: a dirla tutta il mio idolo è Diego Armando Maradona, ma io sono semplicemente Nasri”.
Dichiarazioni e vita da bravo ragazzo. Vive ancora con i genitori nel quartiere marsigliese Gavotte-Peyret e ha comprato casa ai suoi quattro fratelli. Frequenta gli amici di sempre ed è coccolato dai due genitori, un ex autista e una casalinga. Che sia un ragazzo che non si è montato la testa lo si capisce anche dalle dichiarazioni sul nuovo allenatore del Marsiglia, Eric Gerets, ex difensore belga del Milan: “E’ la persona di cui avevamo bisogno. Nel calcio come nella vita anche la disciplina e la presenza di una persona decisa fa bene”.


L’Olympique stenta in campionato ma è una delle sorprese della Champions: 7 punti e una prestigiosa vittoria all’ Anfield Riad di Liverpool. Qui Nasri svela tutta la sua anima da fanciullino: “Non ce la faccio più a stare davanti alla TV. Anche se proprio dalla Tv di casa mia ho saputo di essere stato convocato in nazionale. Ricordo che non c’era il volume e sobbalzai nel vedere la mia foto tra i Blues. E’ stato straordinario essere convocati (un gol pesante per lui nell’1 a 0 alla Georgia in un incontro valido per le qualificazioni agli Europei), ma è ancora più difficile restarvi”.
Tutto rose e fiori quindi? L’ultimo periodo non è stato dei migliori per Nasri: un infortunio prima e un virus debilitante poi – con tanto di ricovero in ospedale - hanno fatto perdere due chili e buona parte della prima fase di Champions al giocatore, una vetrina internazionale ambita da tutti i calciatori europei. Ma ha tempo e qualità per rifarsi.
“E’ un ragazzo che ha talento,ma che ha soprattutto la testa sulle spalle” – ha detto di lui Zinedine Zidane che gli cede volentieri il testimone. Entrambi marsgliesi, entrambi nati in quartieri poveri a pochi metri di distanza. Proprio tra quelle strade che si affacciano sul mare Nasri ha dato i primi calci ad un pallone: a 5 anni già si muoveva con successo con i più grandi di lui. Il primo contratto arriva un anno dopo con il club dei Pennes Mirabeau; ad 8 anni, in seguito ai buoni uffici degli osservatori Assolen Freddy e Giovanni Roger, inizia la trafila nelle giovanili del Marsiglia, fino al salto repentino in prima squadra grazie alla fiducia che gli concede il tecnico Troussier.
L’esordio gli consente anche di essere convocato nell’Under 17 francese dove fa sfracelli, mostrando tecnica sopraffina e duttilità, una caratteristica che lo rende ancora più appetibile. Per due anni, dal 2004, ha infatti giocato da centrocampista esterno ma il tecnico Albert Emon intravede in lui spiccate doti da regista nel suo 4-4-2. Nonostante il fisico non possente, diventa in breve tempo uno dei migliori centrocampisti centrali della Ligue I grazie alla sua visione di gioco, all’abilità nei passaggi e un dribbling elegante e mai banale. Caratteristiche che hanno portato l’attuale allenatore transalpino Raymond Domenech a schieralo come fantasista dietro la punta centrale. Nonostante debba migliorare in velocità, nel fisico e nella fase difensiva, il futuro è tutto con questo giovane che a 20 anni vanta un palmares rilevante.
Dal 2004 fino ad oggi, Nasri ha collezionato 96 presenze e 5 gol con la maglia dell’Olympique, disputando anche 2 partite di Coppa di Lega, 11 di Coppa di Francia (raggiunta la finale), 7 di Intertoto, 14 di Coppa UEFA e una di Champions League. In nazionale maggiore 5 presenze e 1 gol, ma ha trascinato i transalpini alla conquista dell’Europeo Under 17. Numerosi anche i riconoscimenti come miglior giocatore in tornei giovanili sparsi per l’Europa.
Philip Troussier, che lo conosce bene, ha spiegato che l’alter ego di Nasri non è tanto Zidane quanto Youri Djorkaeff: i tifosi interisti hanno un motivo in più per sognare…