STAY HUNGRY. STAY FOOLISH
Cupertino. California. Ieri un’altra pagina di storia (tecnologica) è stata scritta. La Apple Incorporeted ha presentato l’iPhone 6 e l’innovativo Apple Watch (l’orologio che chiama e manda messaggi). Nello stesso identico auditorium, tra l’altro, dove circa 25 anni prima Steve Jobs aveva presentato il primo modello di computer Mac. Un passo troppo grande per essere trascurato. Anche per un mondo, da sempre conservatore, come quello del calcio. Soprattutto italiano. Presieduto dai vari Tavecchio e Lotito, e ancorato da sempre a posizioni e cariche irremovibili.
Stay hungy. Stay Foolish. Così concluse il suo celebre discorso ai laureandi di Stanford il fondatore di Apple Steve Jobs. Siate affamati. Siate folli. Un messaggio chiaro, applicabile ad ogni ambito, anche calcistico se vogliamo. Certo, sarebbe più verosimile pensare ad un Vincenzo Montella che imita Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”, ma siamo sicuri che non sarebbe il primo ad apostrofare con decisione i suoi ragazzi usando le parole dell’inventore dell'iPhone. La sua Fiorentina, in realtà, un po’ folle lo è sempre stata. Fin dal primo giorno il tecnico napoletano ha voluto dare un’impronta spregiudicata ed offensiva alla sua squadra. Il culto del possesso palla ha portato spesso i viola a prendersi grossi rischi, soprattuto nel primo anno della gestione Montella (Pizarro contro il Milan, Gonzalo con il Pescara per citare i più eclatanti), ma si è fin da subito dimostrato una filosofia vincente ed innovativa. Due quarti posti consecutivi, nonostante la dea bendata abbia voltato completamente le spalle ai viola, e un calcio spumeggiante. Questo il risultato. Presi da esempio ed imitati anche al di fuori dei confini nazionali. E tutto ciò grazie, anche, a quella giusta dose di sana follia che da due anni ormai caratterizza la Fiorentina. Siate (più) affamati. Questo potremmo imputare, magari, a Gomez & Co. Sì perché il vero difetto, più di infortuni o schemi tattici, è sempre stato questo. Partite lasciate aperte fino all’ultimo secondo, nonostante la netta supremazia in campo. Gol presi nei minuti finali. Difficoltà nel recuperare lo svantaggio iniziale (4-2 a parte). Possesso palla fine a se stesso e, talvolta, atteggiamento troppo narcisista.
“Voglio vederli mangiare l’erba”. Ora, andiamo un po’ in fuorigioco, ma in questo, dal neo ct Antonio Conte, c’è soltanto da imparare.
Una Fiorentina affamata e, perchè no, anche un po’ folle. Può essere la formula giusta per sognare.