NUOVO ESORDIO (CON INCOGNITA)
Che poi mica è facile ingannare l’attesa, tanto più di questi tempi in cui pure in Nazionale il viola non sembra andare troppo di moda. Se qualche prestazione fuori Firenze ha deluso è in generale il trend della squadra a influenzare le presenze nelle rispettive selezioni, e d’altronde l’altro lato della medaglia potrebbe pure diventare un alleato di Iachini che così può lavorare con un gruppo più ampio del solito (intanto oggi dovrebbe riprendere il lavoro personalizzato al centro sportivo anche Kokorin).
Di certo in attesa di avviare definitivamente l’avvicinamento alla trasferta di Genova già si dibatte su come e quanto Iachini potrà lavorare, riprendendo un assetto ritoccato da Prandelli ma obbligatoriamente limitando le disattenzioni (soprattutto in difesa). La solidità del reparto arretrato fu uno dei marchi di fabbrica del suo primo approccio in viola, quando già all’esordio in quel di Bologna riuscì persino a sfiorare il colpaccio non fosse stato per una beffarda punizione di Orsolini.
Stavolta che il cammino comincia a qualche chilometro dall’Appennino la grande incognita è rappresentata dall’assenza più celebre rispetto alla prima Fiorentina guidata da Iachini, quel Federico Chiesa che oggi fa le fortune (per quanto può) della Juve. Una discriminante non da poco che se nel caso di Prandelli non poteva farsi sentire per Iachini diventa quasi un nuovo ostacolo da superare lungo la corsa alla salvezza.
Magari rispolverando Callejon a destra, o semplicemente ritoccando il 352 che un po’ tutti si aspettano, ma pur sempre cercando di dare nuovo impulso a una squadra che, dimissioni di Prandelli a parte, sembrava in un momento incoraggiante. Una squadra indubbiamente simile a quella lasciata a novembre, ma pur sempre differente per forza di cose (e d’interpreti). D’altronde per lo stesso tecnico a Genova si tratterà di un nuovo esordio su una panchina che già conosce.