IL DESTINO DEL CAMPIONE
Cuore e ragione. Due binari così lontani, rock e blues, che perdersi è facile. Qui nasce il bivio, però, tra l'essere bandiera e calciatore. Qui nascono le domande e gli interrogativi. Piantare la tenda o metter su lo zaino griffato in spalla. Stevan Jovetic è lì, in mezzo al guado, tra due banchine, quella delle ambizioni e quella delle passioni. La perfida Albione o la calda Firenze, le Sterline a pioggia o il viola nel domani; una bacheca magari ricca di premi o un vicinato ricco d'amore per lui.
Nessuno s'illuda, comunque. Rinnovo, nel mercato, non fa mai rima con permanenza certa. Talvolta serve alle società per cedere il giocatore a cifre più consistenti, senza farsi prendere per il collo dalle danarose pretendenti, in perfetto stile Udinese. Pagare moneta, vedere Jo-Jo, sembra far intendere quel nero su bianco di qualche tempo fa. Perché la Fiorentina lo dice, lo ribadisce e pure ci crede, giustamente: vuol fare di Jovetic il perno ed il simbolo della viola che verrà, della squadra che sarà. 'Ma nel mercato nessuno è incedibile' sussurrano i beninformati, e per questo Firenze non può far altro che aspettare sulle rive del fiume le due decisioni. Della società, in primis, ma anche del calciatore. Perché un rinnovo non fa primavera e l'autunno delle passioni e delle decisioni è sempre dietro l'angolo.
Ieri, all'Artemio Franchi, c'erano osservatori di Chelsea e Manchester United per lui. Il Paris Saint-Germain lo ha seguito poche settimane fa, sempre a Firenze, giusto per far capire il valore del calciatore. E l'indiscrezione dei 35 milioni di sterline pronte sul piatto per Jovetic da Oltremanica, trovano forti conferme anche in Inghilterra. Per questo, al di là delle parole e delle dichiarazioni, oltre alle sincere e genuine volontà della società viola di trattenerlo e blindarlo, oltre alle parole di Jo-Jo che sinora ha firmato e rinnovato coi viola regalando solo parole d'amore per tifosi e città, talvolta serve anche guardarsi allo specchio. Guardare la carta d'identità. Capirsi e riconoscersi. Vedere che al di là del confine, certe realtà sono difficili da sconfiggere, nel mondo d'oggi. Pastore e Sanchez sono due esempi chiari e cristallini, De Rossi una rondine che ora difficilmente fa primavera e Di Natale una mosca bianca che ha deciso di metter le tende ad oltre tent'anni. Perché nel pallone cuore e ragione viaggiano tanto vicini quando distanti poiché paralleli. E giugno, in fondo, non è così lontano.