IACHINI TRA VOCI SUL FUTURO E DUBBI, MA IL TECNICO È CARICO
Mentre l'Italia va verso una lenta riapertura, per il calcio non c'è ancora nulla di certo. E a pagare di più sono soprattutto gli allenatori che in questa parte di stagione dovevano giocarsi la conferma. Come Beppe Iachini, nonostante la firma per un'altra stagione. La stima di Commisso è alta perché il tecnico appena arrivato ha saputo cambiare marcia ad una squadra demotivata e sfiduciata e dargli una nuova voglia di stare in campo, di soffrire e sorridere insieme come non si vedeva da tempo. Le telefonate del presidente danno inoltre fiducia ma le voci di mercato per la panchina del futuro non si placano (da Spalletti a Juric i nomi di presunti pretendenti che piacciono alla società non mancano) ed è ovvio che per Iachini questo doveva essere il momento verità per dimostrare, passata la paura della retrocessione, di essere all'altezza di una società ambiziosa come quella che ha in mente Commisso.
Lo stop insomma ha frenato la corsa del tecnico che in questi quasi due mesi però non ha smesso un attimo di crederci e di continuare a lavorare sulla ripresa e dare forza ai giocatori a casa, nonostante lui stesso sia rimasto da solo a Firenze senza famiglia (rimasta nelle Marche) e sa che altri mesi passeranno prima di poterla riabbracciare (soprattutto se dovesse esserci il ritiro). Con l'aiuto dello staff ogni giorno però ha cercato di tenere alta la corda dei suoi ragazzi, come usa dire lui, perché se la macchina si ferma è finita. E per motore Iachini intende soprattutto la testa, e quella dei giocatori deve essere pronta quanto il fisico a ripartire quando il Governo darà il via. E non ci sarà bisogno di mental coach e psicologi, perché sa che tutti riprenderanno con entusiasmo da dove si sono lasciati, soprattutto ritroveranno il pallone, gesti tecnici e macchinari ad alta intensità che per due mesi non hanno visto (se non cyclette e tapis roulant fatti arrivare nelle case), nonostante i tanti dubbi che affollano la mente del tecnico.
Anche se la ripresa prevede regole igienico-sanitarie precise da osservare infatti Iachini è comunque cosciente che il rischio zero non esiste in questa situazione, soprattutto se la squadra dovesse riprendere a viaggiare. E il dubbio più grande è su come riprenderanno i giocatori colpiti dal Coronavirus, perché se è vero che stanno tutti bene, nessuno sa con esattezza gli effetti che ha lasciato e dunque per loro sarà necessario solo un allenamento di bassa intensità che ne condizionerebbe l'eventuale performance. E si chiede infine cosa succederebbe se qualcun altro si ammalasse. Tutte domande al momento senza risposte ma il calcio è il suo lavoro e la sua vita e Iachini non vede l'ora che torni ad esserlo anche se sarà un calcio diverso di fronte al quale il tecnico però non intende tirarsi indietro.