DISCRIMINANTI

02.05.2022 00:00 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
DISCRIMINANTI
FirenzeViola.it
© foto di DANIELE MASCOLO

Il terzo k.o. di fila, quarto includendo la sconfitta con la Juve in semifinale di Coppa Italia, è diverso dai precedenti, lontano dall’ultima scoppola rimediata in casa dall’Udinese nel recupero di mercoledì scorso e pure dalla dolorosa trasferta di Salerno. Al cospetto della capolista rossonera intenzionata a continuare a correre davanti a tutti la Fiorentina tiene il campo persino con personalità, e non fosse stato per la questione di millimetri che riguarda il tiro di Igor, in avvio, ancora una volta saprebbe mettere la partita sui binari migliori.

Invece il tentativo di Italiano di andare limiti e necessità (legate a una gestione non troppo chiara dei rientri dei vari Odriozola, Bonaventura e Torreira) mette a nudo limiti probabilmente strutturali e al di là dell’episodio che determina il risultato finale, l’errore di Terracciano, al fischio finale la sensazione è che i viola molto di più non potessero fare.

Insomma la convinzione cardine di tutta la stagione, la ricerca costante del gioco, non sembra bastare più a una squadra che ha perso troppi punti di riferimento, soprattutto in mezzo al campo, anche perché è invece in attacco che la flessione è più ampia del poker di sconfitte raccolte negli ultimi 20 giorni.

Ancora una volta le difficoltà sotto porta, la concretezza che in particolare gli attaccanti esterni non riescono a regalare è la discriminante del momento viola, certificato da una media di gol fatti in picchiata con la sola eccezione della vittoria di Napoli. Un aspetto che aleggia intorno alla Fiorentina rendendo la sua rincorsa più ostica rispetto alle concorrenti (chiedere alla Lazio per ulteriori delucidazioni su quanto incida Immobile) e al quale nella giornata milanese si è aggiunta un’altra pesante differenza, quella rappresentata dalle risposte di Maignan e Terracciano.

Perchè se è vero che fino a oggi il portiere viola aveva regalato buona affidabilità, nell’uno a zero finale ci sono le sue responsabilità, e a giudicare dalla diversa risposta di Maignan sulla miglior occasione viola (il colpo di testa di un Cabral che non ha sfigurato) non solo la qualità offensiva, ma anche quella tra i pali, ha fatto la differenza ieri.