DAL CROLLO DEL FEBBRAIO 2017 AL MATCH POINT DI GENOVA... EUROPA CALLING
Era il 22 febbraio 2017 quando la Fiorentina giocava la sua ultima partita in Europa, eliminata al Franchi per mano del Borussia Moenchengladbach nonostante la vittoria di misura in Germania e nonostante i gol di Kalinic e Borja Valero nella prima mezz'ora. Poi successe l'impensabile, con 4 gol dei tedeschi che dunque andarono agli ottavi e lasciarono i viola nelle polemiche. L'allora tecnico Sousa si prese tutte le responsabilità dell'inaspettato crollo e l'uscita di scena non fu dunque la migliore né a testa alta. Per questo, a distanza di oltre 5 anni, la partita di oggi a Genova che potrebbe ridare l'Europa ha un grande valore. In questi anni né Stefano Pioli (che sostituì Sousa) né Vincenzo Montella o Cesare Prandelli che in Europa avevano dato tanto né Iachini chiamato sempre a lottare per la salvezza sono riusciti a ridare la vetrina internazionale ai viola.
Una vetrina che la Fiorentina con Prandelli prima e Montella dopo (nelle loro prime avventure) riuscirono sempre a onorare al meglio, dando la ribalta a Firenze. Una data dunque importante perché nonostante stasera la matematica darà - in caso di vittoria - solo la Conference League, ossia la manifestazione più povera delle tre, l'entusiasmo intorno alla Roma e alla finale che disputerà a Tirana fa capire quanto le competizioni europee siano sempre prestigiose da disputare e magari vincere (come può accadere ai giallorossi). Con i tifosi che hanno tanta voglia di tornare a viaggiare e a seguire la squadra fosse anche in città scoperte proprio in queste occasioni. Ora la palla passa letteralmente a Biraghi e compagni, perché stasera trasformino la speranza in certezza. Lasciando così lo spiraglio anche per un obiettivo e un sogno più grande negli ultimi 90 minuti.