VIOLA, LA COMETA DEL BARCELLONA
Il Barcellona è una cometa che può guidare all’inferno o in paradiso. Dipende dal senno con cui la si segue. Giampaolo, per esempio, è andato a schiantarsi con il suo Cesena, trapiantando un modulo ambizioso senza la qualità necessaria per sostenerlo. Al contrario, Prandelli ha colto lo spirito del gioco di Guardiola adattandolo agli interpreti a disposizione per la sua Nazionale. Centrocampo di qualità e attaccanti di movimento che non danno punti di riferimento: questa è la lezione catalana imparata dal c.t. azzurro, che però non ha chiesto a Pirlo di scimmiottare Xavi né a Pepito Rossi di fare il Messi. La mediana dell’Italia, con il finto trequartista Montolivo, ha un’identità tutta sua e così pure l’attacco dei nostri piccoletti, ora fermi per i noti guai.
In fondo, è stata la stessa cometa catalana a guidare la Fiorentina fuori dal tunnel buio di gioco e di risultati in cui si era infilata. Il centrocampo, che era stata la croce viola nei match precedenti, opportunamente infoltito e rivitalizzato dal talento di Montolivo, è tornato centro di potere. Il Barcellona lo insegna da anni: è in mezzo che si vincono le partite. Il mercato dovrà irrobustire ancora di più il reparto, soprattutto sul piano della creatività.
Partito il totem offensivo Gilardino, la Fiorentina ha segnato 3 gol frullando davanti Jovetic e Ljajic. Un po’ come quando il Barcellona, sbolognato la punta centrale Ibra al Milan, fece festa con Villa e Messi. Centrocampo e attacco dinamico: la lezione del Pep.
Jovetic è il Messi della Fiorentina, su questo non ci piove. Quando il 23 settembre scorso scrissi il primo pezzo per Firenzeviola.it, dissi che Jo-Jo avrebbe potuto caratterizzare l’intero campionato come facevano un tempo Platini, Zico e Zidane. Jovetic è di quella pasta. E lo sta dimostrando.
Presto la Fiorentina dovrà decidere che cosa farne. Se comportarsi cioè da Barcellona o da Udinese. Il bivio è inevitabile: blindarlo e farne la bandiera di una squadra molto ambiziosa, al prezzo di investimenti generosi, oppure farlo maturare per un’altra stagione e considerare poi le offerte astronomiche che pioveranno, come ha fatto l’Udinese per Sanchez.. Facile che a muoversi possa essere lo stesso Barcellona, approdo ideale per il genio di Stevan.
Precisiamo: non c’è una strada più virtuosa dell’altra. In un bacino come quello di Firenze che non offre i ricavi dei club metropolitani,. vendere una grande stella per attrezzare una squadra giovane e comunque competitiva, in grado di bivaccare a lungo ad alti livelli (magari non altissimi) e di divertire la piazza, come succede a Udine, sarebbe scelta pienamente legittima e ragionevole. L’importante è programmare per tempo, scegliere la strada del bivio, annunciarlo chiaramente e non illudere nessuno. I sogni di gloria pretendono investimenti eroici.
Luigi Garlando
prima firma de La Gazzetta dello Sport