SCRITTE INDEGNE: INDIVIDUATE ED ESCLUDETE I COLPEVOLI DALLO STADIO. IN CAMPO UN DIVARIO ABISSALE, MA SE I GIOCATORI STANNO DI M. FIGURIAMOCI I TIFOSI. ADV E PAROLE FREDDE CHE AMPLIANO SOLO LE DISTANZE CON LA CITTÀ
I fiori della Juve per Astori, la dedica della curva per Riky e Guido Magherini commosso sotto la Fiesole a ringraziare tutti. Tre immagini bellissime rovinate dalla vergogna delle scritte becere che hanno fatto già il giro del mondo: “Heysel, -39. Scirea brucia all'inferno”. Not in my name, verrebbe da dire. Personalmente amo la Fiorentina da quando sono capace di intendere e di volere, ma quello spray che ha imbrattato un muro sotto il settore ospiti non è tifo, è violenza allo stato puro. E’ la barbarie che rovina l’ennesima dichiarazione d’amore del popolo viola, assiepato come ai vecchi tempi sulle tribune del suo stadio in attesa di un miracolo che non è arrivato. Ora non resta che sperare che la digos risalga ai responsabili: chi ha firmato un messaggio così indegno, al pari degli striscioni su Superga dello Stadium o gli adesivi su Anna Franck dell’Olimpico, va isolato. Ed escluso per sempre dagli stadi.
Poco da dire, purtroppo, su quello che è accaduto in campo. Contro l’imbattibile Juventus di Ronaldo non c’è stata partita, anche se il risultato alla fine è stato fin troppo penalizzante. Troppo forte la Juve, troppo cinico l’attacco bianconero e troppo approssimativo quello viola per pensare di mantenere il risultato in bilico fino all’ultimo. La Fiorentina ha fatto quello che ha potuto, ma la Juve ha dominato giocando il suo solito calcio fatto di attese e pugnalate, di palleggio a centrocampo, solidità difensiva e ovviamente colpi magici di chi, ogni domenica, decide le partite. La differenza è stata abissale, al punto che la rabbia e i vecchi cori anti Della Valle si sono sentiti nitidi in tutto lo stadio: “I ragazzi stanno di merda”, dice Pioli. Anche i tifosi aggiungiamo noi, soprattutto perché oltre all’umiliazione contro il rivale di sempre, la percezione diffusa è che questa squadra sia condannata all’ennesimo campionato anonimo.
La Fiorentina non aveva ancora perso in casa e non aveva mai subito tre gol, ma soprattutto continua disperatamente a non vincere e non far gol. Chievo a parte, ha segnato 12 volte in 13 partite. Una media da retrocessione. Simeone anche stavolta si è mangiato un’occasione clamorosa “ciccando” un pallone facile e per il resto ha balbettato calcio: su di lui, in società, andrà fatta un’analisi di questo anno e mezzo viola. Siamo sicuri che sia l’attaccante giusto a cui affidare il futuro? Onestamente pare di no. Il Cholito ha chiare difficoltà tecniche e in queste settimane sta dimostrando anche fragilità caratteriali. Già a gennaio insomma (ma lo diciamo da tempo) urgerebbe trovare un attaccante che cambi le carte in tavola. Ma qui casca l’asino, perché per arrivare a un giocatore del genere servirebbe un budget importante, che la Fiorentina, ormai, non mette sul piatto da tempo.
La crisi comunque non è solo del numero 9: Edimilson e Gerson hanno fatto scena muta, la difesa è stata in balia dei fenomeni bianconeri, Pjaca andrà segnalato a “Chi l’ha visto?”, mentre Chiesa, dopo aver tirato la carretta quasi da solo, paga una comprensibile fatica. Nemmeno Pioli comunque è immune da colpe perché la Fiorentina è una squadra prevedibile, incapace di mantenere il vantaggio e di rimontare gli avversari (quest’anno non ci è ancora riuscita). Lui però non cambia mai carte in tavola, non cerca soluzioni alternative e, anzi, insiste a mandare in campo gente fiacca come Thereau anziché lanciare qualche baldo giovane che, se non altro, darebbe un pizzico di logica in più al tanto chiacchierato progetto giovani. Anche la posizione del mister, insomma, non è così solida come sembrava qualche mese fa. Quello che è peggio poi è che l’amarezza per la batosta subita nella Partita più sentita dell’anno sarà impossibile da dimenticare e rischia di minare il già fragile morale della squadra: oggi, dopo le partite della domenica, la Fiorentina potrebbe sprofondare nella parte destra della classifica. L’Europa insomma sembra già oggi una chimera, anche se Pioli, con un filo di voce, ha provato a ribadire che l’obiettivo resta quello spiegato da Della Valle in estate. Già, Adv. Il suo silenzio ormai dura da mesi, le uniche sue parole post partita sono sempre affidate ad asettici sms diffusi ai giornalisti dall’ufficio stampa: avanti di questo passo il solco, già gigantesco, con la città, si amplierà sempre di più. Anche perché i risultati non sono certo dalla parte di chi continua a sbandierare ottimismo.