PIOLI E LA SQUADRA HANNO FATTO BENE: MERITEREBBERO UN AIUTO DAL MERCATO. SAREBBE UN SEGNALE PER L’EUROPA… SIMEONE STA CRESCENDO: HA PIU’ FIDUCIA
Venti partite per ventotto punti, francamente poteva andar peggio. D’accordo, se pensiamo alle semifinali di Europa League o alle finali di Coppa Italia, il quadro viola complessivamente è peggiorato parecchio. Ma è con questa realtà che dobbiamo misurarci e su questi dati siamo chiamati a fare un ragionamento. Quei tempi sono andati e per ammissione del presidente Della Valle, “non torneranno più”. Se pensiamo a come è iniziato il viaggio di Pioli la scorsa estate, c’era da ritrovarsi male. Quando si fanno le rivoluzioni tecniche dimezzando il monte ingaggi si corrono dei rischi, inutile negarlo.
Oggi, dopo 20 partite di campionato, possiamo dire che Pioli e la squadra hanno fatto bene. Sono partiti in salita, eccome. Gruppo da amalgamare, parte dei nuovi arrivati assolutamente sconosciuti, un sistema di gioco da collaudare. Tanto che nella testa di Pioli c’era il 4-2-3-1 poi l’esigenza di avere un centrocampo più robusto ha fatto virare il tecnico parmense verso un 4-3-3 più affidabile.
Il mercato estivo che aveva sollevato dubbi, sta cominciando a prendere una luce diversa.
Le difficoltà della partenza sono illustrate dai numeri: nelle prime 5 gare di campionato i viola hanno perso 3 volte ed estendendo il dato alle prime 12 vediamo che sono stati sconfitti in 6 circostanze. Insomma, fino al 5 novembre i viola hanno marciato (si far per dire…) alla media di uno stop ogni 2 incontri. Dopo l’ultima sosta per le nazionali, la Fiorentina ha ingranato una marcia più costante e i numeri lo testimoniano: sono stati 8 i risultati utili consecutivi. La tendenza alla sconfitta per 2 mesi è stata debellata anche se le vittorie (2) sono stato rare e tanti i pareggi (6).
Si potrebbe aggiungere che con Milan e Inter i viola avrebbero meritato senza discussione 2 trionfi, ma il calcio non si pesa con le valutazioni, bensì coi risultati. E allora il bottino è questo, punto e basta. Inoltre, se la Fiorentina in certi casi non è riuscita ad ottenere quanto avrebbe meritato, non è stato solo per cattiva sorte: i limiti si vedono negli errori. Questa squadra deve ancora crescere e per farlo andrebbe aiutata. Come? Col mercato.
Il tema è delicato perché ci porta ancora una volta alla politica di austerità inaugurata dalla proprietà ormai 24 mesi fa. Quando la Fiorentina stazionava al vertice della classifica e Sousa reclamava rinforzi veri quantomeno per la Champions, lo scudetto certamente era un’utopia. La risposta della società fu chiara: Tino Costa, Benalouane, Kone… Con questo cartello programmatico, si dava ufficialmente il via ad un nuovo corso, basato sullo stretto contenimento dei costi, un piano di ridimensionamento in attesa di certezze su stadio e cittadella o di un compratore, come nitidamente spiegato dal comunicato del 26 giugno 2017.
Ecco perché il tema è delicato. Attendersi un mercato di gennaio di spessore non rientra nella logica delle cose, purtroppo. Magari possiamo aspettarci la partenza di alcuni elementi scontenti - Sanchez, Cristoforo, Hagi e Maxi Olivera - con l’arrivo 2/3 giocatori. Del resto se la rosa si asciuga un po’, restando solo una competizione, non c’è niente di strano. Gli allenatori lavorano meglio con un i gruppi bilanciati, piuttosto che con quelli carichi di esuberi.
Pioli, però, a centrocampo ha gli uomini contati: ha utilizzato poco Sanchez, Cristoforo quasi mai. Il trio titolare - Benassi, Badelj, Veretout - sta spingendo sul gas e a marzo potrebbe trovarsi con le ruote sgonfie. Servono cambi nel mezzo.
Se la società riuscisse a fare uno sforzo, darebbe ossigeno a Pioli e alla squadra. Le possibilità di andare in Europa League - anche se Andrea Della Valle recentemente lo ha indicato come obiettivo - sono scarse, ma non giocarsele neppure sarebbe un errore. Un mercato intelligente a gennaio darebbe una grande mano.
Infine Simeone: il ragazzo di Buenos Aires sta crescendo a vista d’occhio. Al di là dei 7 gol e 4 assist, il Cholito gioca bene, molto bene. Sembra aver acquisito una maggiore fiducia nei propri mezzi. Anche con l’Inter ha fatto una partita di lotta e di governo, con intelligenza tattica. Giovanni sta combattendo pure contro lo scetticismo che lo aveva accompagnato al suo arrivo a Firenze. Eppure è argentino, già questa dovrebbe essere una garanzia…