OK, LA FASCIA E’ A POSTO: PRESI PJACA E MIRALLAS. DELLA VALLE IN PARTITA, ORA VIA ALLE CESSIONI
A due settimane dall’inizio del campionato che coincide praticamente con la chiusura del calcio mercato, la Fiorentina assesta un doppio colpo: la fascia si trasforma da problema in risorsa. Presi Pjaca e Mirallas, tanto per gradire. Un bengala illumina improvvisamente quella che pareva essere la notte viola.
E le sorprese non sono finite: per il croato è scesa in campo direttamente la proprietà che ha sbloccato la serratura della Juventus. Il presidente esecutivo Cognigni è stato lo strumento di Casette d’Ete. Ha trattato con Marotta e ha trovato una sintesi che solo la proprietà poteva avallare: per Pjaca 2 milioni subito, gli altri 21 tra 12 mesi. Ma la Juve, se vorrà, a quota 28 milioni può esercitare il diritto di “recompra” riportando Pjaca a Torino. Una operazione complessa - nella quale tutti rinunciano a qualcosa e contestualmente guadagnano una porzione di successo -, ma che comunque regala alla Fiorentina un calciatore di talento.
L’elemento che desta curiosità è il ritorno dei Della Valle in una manovra di mercato: una discesa in campo che speriamo possa rivelarsi l’inizio di un nuovo percorso e non un’eccezione che conferma la regola. Vedremo.
Mirallas, la cui notizia era circolata prima dell’arrivo di Pjaca, non alzava il coefficiente di testosterone viola, ma adesso, inserita in un contesto più ampio, ha una valenza ben precisa: la fascia zoppa è diventata forte e sul lato opposto ci sono Chiesa e Sottil. Il 4-3-3 prende corpo per la soddisfazione di Pioli. La Fiorentina si mostra più competitiva in attacco e quantomeno quadrata dietro.
Ricapitoliamo: Corvino vedendo l’intransigenza della Juve, si è lanciato sul trentenne dell’Everton pronto ad abbracciare l’avventura italiana.
L’esperienza non manca a Mirallas, con oltre 100 presenze in Francia (13 gol) e in Premier dove ha fabbricato 29 reti in 151 presenze nell’Everton, l’altra faccia di Liverpool. Con la nazionale belga 62 gettoni e 10 gol. In Grecia, in due parentesi, 36 centri in 65 gare. Mirallas e’ un esterno offensivo che non infiamma come Pjaca, ma che ha tanto calcio alle spalle. E soprattutto arriva da un campionato vero, come la Premier, e pure da uno uno, così e così, come la Grecia.
L’affare è chiuso. Si discute solo sui dettagli, comunque importanti. Gli inglesi hanno chiesto 10 milioni, una cifra francamente esagerata. Corvino ha risposto con 6, quota che per molti fiorentini è già grassa. Insomma, si chiuderà a 7 milioni, traguardo che può soddisfare gli avidi concittadini dei Beatles. Per l’ingaggio le discussioni proseguono: Mirallas guadagna 1,3 milioni di euro netti più bonus: Corvino sta provando a chiudere a 1 più incentivi. Per Mirallas in fin dei conti è una grande occasione dopo essere stato mandato nel gennaio scorso all’Olympiakos. Firenze è più bella di Liverpool, oltre ad essere una autentica occasione di rilancio.
Ora si apre un nuovo capitolo del mercato, quello delle cessioni. Corvino sa bene che la società gli ha chiesto di vendere. Lui ha scelto di farlo adesso perché prima doveva comprare. Bene, ma si parte. Gli esuberi non mancano, tra cartellini e ingaggi. Nessuno pensa che sia un’operazione facile, ma va fatta. In attesa degli eventuali introiti, tipo “fondo “ Rebic, si deve fare cassa. Anche perché c'è Pioli che sta facendo, in silenzio, un lavoro splendido, degno di un’autentica bottega artigiana dell’Oltrarno. Il tecnico viola da mesi ha chiesto una rosa gestibile e non extra large.
Il calcio si fa così anche se qualcuno la pensa diversamente. E sarebbe ora che in Italia tornassimo a fabbricarlo in un certo modo: l’epoca delle rose gonfie come dirigibili deve finire.
Conclusioni: l’ambiente viola vive un frangente particolare, delicato, la spaccatura della tifoseria è sotto gli occhi di tutti. Sarebbe bello che gesti, pensieri, indirizzi della società fossero pensati, ponderati, vagliati fino in fondo. Un club ha il diritto di non farsi condizionare da un ambiente, ma ha anche il dovere di condividere con la propria comunità un cammino totalizzante. Il pallone vuole anche questo. E la Fiorentina per Firenze è roba di casa. Sport, cultura, tradizione popolare, famiglia, stomaco, cuore, sentimento, dolore, felicità. Ricordiamocelo sempre, ricordiamolo a tutti.