KEAN DALLA JUVE IN PRESTITO. SI CERCA UN REGISTA. SERVIREBBE ANCHE UN TERZINO. DV BASTA: ORA GIOCATORI VERI PER EVITARE IL CRACK COME NEL 2012. I NOMI DEL FALLIMENTO DI CORVINO. PIOLI IN CONFUSIONE COME ALLA LAZIO E ALL’INTER. DONADONI UNA BUFALA
Ci sono sconfitte che fanno più male delle altre e quella dell’altra sera con la Juventus fa malissimo. Perché? Semplice. Ha messo a nudo tutti i difetti e i limiti di questi giocatori e di questa squadra, ha scoperto il fallimento di un progetto con i piedi d’argilla che sta portando la Fiorentina contro un muro come fosse una macchina senza pilota. Lo stiamo scrivendo da un anno e mezzo, ora se ne stanno accorgendo tutti. Non ce la fanno più neppure i trombettieri e i Pantalecca a nascondere la brutale realtà, il club della bistecca rischia di bruciare sulla griglia, gli inutili Leccavalle stanno facendo tripli salti mortali carpiati, ma il tonfo è nell’aria. Questa volta non sono solo io che lo dico, ma la gelida realtà dei numeri inchioda tutti.
La Fiorentina è nella parte destra della classifica, in un tristissimo undicesimo posto alla pari con l'Atalanta. Erano otto anni e mezzo che i viola non passavano sette giornate senza vincere, guarda caso dagli ultimi anni bui di Corvino 2011-2012 quando la Fiorentina rischiò la retrocessione evitata per un soffio da Guerini e C. Dal 2002, l’anno del fallimento, i numeri non erano così impietosi. Se il tuo centravanti segna due gol in quattordici partite, se non riesci a battere il Bologna o il Frosinone, se il tuo gioco è triste come una salita (cit. Paolo Conte) non hai scampo. Il ridimensionamento è evidente, la Fiorentina dei giovani una balla che non regge più, l’Europa League un miraggio, la responsabilità e il disimpegno dei Della Valle una realtà ormai impossibile da mascherare. Non si fa più calcio vero dal gennaio del 2016 quando DDV, il Grande Capo, decise che per il pallone non c’era più un euro. Da lì sono derivate tutta una serie di scelte e strategie che hanno riportato a Firenze Corvino con il compito di vendere, fare plusvalenze e con quei soldi tirare avanti. Il famoso autofinanziamento. E, di pari passo, il progressivo disimpegno, la minaccia della vendita mai ufficialmente smentita, per inchiodare la piazza alle sue responsabilità. Con, parallelamente, il recupero di personaggi amati o apprezzati a Firenze come Antognoni o Gino Salica per tenere buoni i tifosi, "ammortizzare" gli scontenti e tenere vivo il rapporto con la città. Una strategia a suo modo intelligente, ma ormai equilibri ed equilibrismi non reggono più perché i Della Valle non hanno fatto i conti con l’unica cosa che conta: il terreno di gioco. Se vinci o se hai una buona squadra, puoi permetterti tutto o quasi. La Roma, ad esempio, è in autofinanziamento, ma fino a quando va in Champions… Se invece perdi e non diverti, se da tre anni non vai neppure in Europa, salta tutto all’aria. Ecco dove sta crollando il piano di Ddv, nell’area sportiva.
Pantaleo Corvino, l’uomo che doveva essere il volano, è diventato in realtà la zavorra. E se è vero che ha venduto bene riportando i conti in attivo (+37 milioni), è altrettanto vero che ha fallito un mercato dopo l’altro sperperando risorse, mettendo in piedi una squadra che fatica a reggere il confronto con realtà più piccole come Atalanta e Torino, ma fatica anche con Sassuolo, Parma e Sampdoria. Inaccettabile per una società che ha grande storia e tradizione e tutti gli indicatori economici e sportivi, indicano fra il sesto e il settimo posto. E' li che dovrebbe stare.
Invece già un anno il ridimensionamento era evidente. Raccontavo le stesse cose. Guarda caso i punti erano 18 allora e lo sono anche oggi. La posizione in classifica identica. Con una aggravante, oggi senza Badelj questa Fiorentina è più debole. E con la sottovalutazione di un tragico evento (la morte di Astori) che l’anno scorso per due mesi ha fatto entrare tutti in una realtà drogata dal sentimento e dall’energia di un dolore trasformato in forza di reazione. Quell’effetto, come era prevedibile, è finito. Cosa resta? Una squadra costruita male. L’altra sera contro la Juve giocavano due prestiti (Gerson e Edimilson), un portiere (Lafont) di 19 anni ancora immaturo, un centravanti in crisi (Simeone) senza alternative tecniche, un regista (Veretout) che regista non è, un terzino (Milenkovic) che in realtà è un centrale. In panchina Laurini, Mirallas, Diks, Norgaard, Pjaca. Thereau, Dabo, Eysseric, Dragowski, tutti inadeguati e già bocciati nei fatti dall’allenatore. Si può? No che non si può. Ma visto che siamo a fare la lista della spesa, ecco i giocatori falliti che ricordo negli ultimi due anni corviniani: Toledo, Milic, Maxi Oliveira, Cristoforo, Salcedo, Sanchez, De Maio, Saponara, Gaspar, Zekhnini, Gil Dias, Lo Faso, Falcinelli. Tutti spariti nelle nebbie. Ma di cosa stiamo parlando? A fronte di una spesa di 125 milioni restano Pezzella, Hugo, Veretout, Milenkovic, Simeone e Benassi, tutti però pagati e alcuni strapagati come Benassi e Simeone. Se poi penso a come sono stati "liquidati" Zaniolo o Mancini, il cerchio si chiude.
Guarda caso il tre a zero di sabato mi fa venire in mente il cinque a zero con la Juve del marzo 2012. Storie simili. In mezzo, quando i Della Valle decisero di fare buon calcio con Pradè, Macia e Montella, la Fiorentina andò perfino a vincere 2-1 allo Juventus Stadium con magnifica doppietta di Salah. Bei tempi.
E che dire di Pioli? E’ un allenatore in evidente difficoltà, prigioniero del suo equilibrio, non ha la forza di rischiare, non ha idee, il suo pilota automatico si arresta di fronte alle difficoltà. Scene già viste con la Lazio e con l’Inter. Quando le cose vanno, Pioli va. Se arrivano i problemi e ci sono montagne troppo alte da scalare lui, di solito, se la prende con i giocatori che poi, alla lunga, lo mollano. Situazione complicata. Ma, anche qui, dobbiamo ricordare che prima di scegliere Pioli, a Corvino erano arrivati i no di Giampaolo e Di Francesco e forse di altri che non sappiamo. Evidentemente Pioli, brava persona, una prima scelta non era. Ora qualcuno parla dell’ipotesi Donadoni. Vorrei solo ricordare che Corvino è andato in rotta di collisione con Di Vaio al Bologna proprio perché non voleva Donadoni…Evidentemente la memoria è corta, Donadoni una bufala.
Questo, purtroppo, è il quadro della situazione. Come uscirne? Ovvio che tutto dipende e dipenderà dalle scelte dei Della Valle. Non ci si può limitare a mandare a dire "Mi dispiace per i tifosi", senza neppure metterci la faccia. Adv non si deve dispiacere, questa Fiorentina è stata costruita e ridimensionata così in modo scientifico, voluto. E’ una sua volontà, di cosa si dispiace Adv? Dei suoi programmi ? Delle sue idee? Dell'autofinanziamento?
Però si può rimediare. La squadra è in evidente crisi, ma la classifica è corta e chi sta davanti non ha un passo da centometrista. Anzi.
Ora i Della Valle devono rispondere solo a una domanda: volete davvero puntare all’Europa League, tenete ancora alla Fiorentina e non solo a parole?
Bene. Io cambierei da subito tutta l'area tecnica, ma questo è un altro discorso. Comunque serve un intervento deciso e serio nel mercato di gennaio. Basta esperimenti o giocatori del Chievo o simili (girano un paio i nomi), basta pianticelle e prestiti corviniani, avanti con giocatori veri, di personalità, da Fiorentina. Se i Della Valle hanno ancora a cuore la Fiorentina devono dimostrarlo concretamente, investendo, e non con i soliti bei discorsi
Mi dicono che sarà fatto un tentativo per avere in prestito il giovane attaccante Kean dalla Juve. E’ un duemila, ma i bianconeri credono fortemente in lui, con loro ha già segnato in A (è entrato anche sabato) e non vorrebbero mollarlo. La Fiorentina lo vede come una sorta di risarcimento per la "sola" Pjaca. In attesa di una risposta, le soluzioni non mancano. Se non avete idee, fatevi dare una mano da Mendes, fate quello che volete ma un attaccante e un centrocampista di livello sono obbligatori. Io prenderei anche un esterno destro di difesa.
Se i Della Valle faranno mercato sarà un segnale del cambiamento di tendenza, se arriveranno altri Dabo o Falcinelli (come l’anno scorso), non resterà che rassegnarsi a questo limbo destinato a durare molti anni ancora. Se l'obiettivo è fare utili con il nuovo stadio, campa cavallo. Ora si parla di un fine lavori attorno al 2024, se andrà bene. Questo stadio sta diventando l'isola che non c'è. Banalmente mi chiedo: per la Fiorentina, Firenze e la tifoseria è possibile vivacchiare per altri sei anni? La mia risposta è scontata: no. Ma se i tifosi viola sono contenti così, contenti tutti.