ITALIANO, ECCO TUTTE LE IDEE PER LA VOLATA FINALE. IL FUTURO DI IKONÉ E CABRAL. ROCCO ASPETTA L’OK DEI MEDICI PER TORNARE. FRANCHI, ECCO IL PROGETTO. LA FIORENTINA PER DUE ANNI IN TRASFERTA. I DUBBI RESTANO

08.03.2022 11:05 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
ITALIANO, ECCO TUTTE LE IDEE PER LA VOLATA FINALE. IL FUTURO DI IKONÉ E CABRAL. ROCCO ASPETTA L’OK DEI MEDICI PER TORNARE. FRANCHI, ECCO IL PROGETTO. LA FIORENTINA PER DUE ANNI IN TRASFERTA. I DUBBI RESTANO

Le sconfitte negli ultimi secondi contro Sassuolo e Juventus, maledette e immeritate, devono aver lasciato ferite talmente profonde da trasformare in negatività quasi assoluta anche il pareggio con il Verona.

C’è una sorta di “Tafazzi Viola Fan club” che aleggia, sempre in agguato, pronto a mettersi in moto al minimo passo falso con ragionamenti distruttivi, a volte talmente rozzi e istintivi da non avere un senso calcistico.

Ragionamenti e considerazioni che però turbano l’ambiente, insinuano dubbi, minano certezze, tutte cose della famosa serie “facciamoci del male”.

Nelle ore dopo la partita e in questi giorni ne ho sentite di tutti i colori, e se anche motivi per gioire nel mondo ce ne sono veramente pochi o forse nessuno, dopo una pandemia ecco una guerra, il pessimismo cosmico applicato alla Fiorentina mi sembra veramente al di là del bene e del male. Da studiare.

E allora, ancora una volta per cercare di ragionare con la testa (ognuno ha la sua) e non con la pancia collettiva, vorrei ripartire come sempre dai numeri.

La Viola ha ancora quattordici punti in più in classifica rispetto alla stessa giornata dell’anno scorso. Quattordici. Il dato proietta la squadra di Italiano al primo posto assoluto nella classifica della squadra rivelazione del campionato con ampio margine di distacco sulla seconda.

Su questo dato, anche in regime di profonda democrazia sportiva come questo spazio, non sono ammesse discussioni: la Fiorentina sta facendo un’ottima stagione, al di sopra delle aspettative, degli obiettivi e del valore della squadra.

E se durante l’annata ci sono partite che perdi o pareggi quanto avresti pensato (potuto) di vincere, l’analisi del perché e del percome dovrebbe essere “per costruire” e “non per distruggere”.

Dunque, veniamo al Verona. La partita non vi è piaciuta?

Sarò franco: neanche a me. Questo però non deve autorizzare nessuno che voglia il bene alla Fiorentina a scagliarsi ancora una volta con livore sull’allenatore, “vuol fare il fenomeno”, “ha sbagliato la formazione”, “ha sbagliato i cambi”, “toglie un centroavanti e mette un esterno”, o su giocatori vari a cominciare da Ikonè, “un è bono…altrimenti non lo davano a noi” o robe del genere. Ma non solo contro di lui.

Premesso che discutere le formazioni, gli allenatori e i giocatori è un grande hobby nazionale che fa del calcio lo sport più popolare in Italia, discuto solo il livello della discussione che sta prendendo toni che non rispecchiano quello che stanno facendo l’allenatore e la squadra, quello che sta producendo una stagione nella quale finalmente s’è ricominciato a fare calcio dopo anni disastrosi e si stanno mettendo basi solide per crescere ancora.

La partita con il Verona non mi è piaciuta, l’ho detto, ma il pari non lo butto. Si giocava dopo la semifinale con la Juve che ha portato via energie mentali e fisiche, con mazzata psicologica finale. Loro si sono allenati tranquillamente e per caratteristiche (squadra molto fisica e aggressiva) sono difficili da affrontare per una Fiorentina tecnica, che cerca di ragionare, giocare palla a terra, e assai poco muscolare. Anche all’andata, a inizio dicembre, con Vlahovic, finì in pareggio.

Le difficoltà sono apparse evidenti nella circolazione della palla, nella rapidità dei movimenti, nella ricerca delle posizioni. Italiano è ripartito dalla squadra che aveva fatto benissimo contro la Juve, ma non ha ritrovato la stessa intensità per le diverse caratteristiche dell’avversario. Meno bravo, ma più tosto, che marca a uomo. Soprattutto Saponara e Ikonè hanno faticato e giustamente sono stati sostituiti con esterni che hanno tenuto meglio la posizione.

Ma chiedere a Italiano di cambiare modulo, di mettere Igor terzino al posto di Biraghi o invocare Cabral come ho sentito, ha poco senso.

Questa squadra sta lavorando e il lavoro è iniziato da appena sette mesi. L’ho scritto mille volte, è un tempo brevissimo, soprattutto in considerazione di quanto successo fino al luglio scorso. Una squadra che, fra l’altro, ha subito un trauma sportivo recente per la cessione di Vlahovic e questo non va mai dimenticato. L’operazione è stata obbligata, ha portato tanti soldi nelle casse viola e andava fatta per mille ragioni ampiamente spiegate, ma pensare che tutto rimanesse come prima sarebbe follia calcistica. A cominciare dai movimenti di una squadra nata su Vlahovic e rimodulata sulle caratteristiche dei giocatori arrivati (Piatek e Cabral) diversi dal serbo. Giocatori uguali a Vlahovic non ce ne sono e diciamo anche questo, Italiano è stato bravo a inserire rapidamente soprattutto Piatek e attento il polacco a capire cosa si chiede a lui. Ma non è Vlahovic. E se i contraccolpi sono stati ammortizzati abbastanza bene, i meriti sono della squadra che ha dato tutto per far dimenticare il serbo, ma ha comunque dovuto rimettere in gioco parte delle sue certezze.

Italiano non cambia e non cambierà metodi, statene certi. Funzionano, perché dovrebbe cambiare?

Semplicemente sta continuano a lavorare sul suo calcio per correggere i difetti e migliorare i movimenti collettivi, per aumentare il livello delle prestazioni dei singoli, a cominciare dalla concentrazione. E la formazione la fa in base a come vede i giocatori durante la settimana, l’ha detto mille volte.

I tifosi possono parlare senza conoscere a fondo la cultura del loro tecnico, ma gli addetti ai lavori no. A Italiano si può chiedere di migliorare nel suo calcio, ma nessuno può pretendere che diventi Trapattoni. Tanto per dirne una e farmi capire…

Lo avete notato, ad esempio, che rispetto all’inizio della stagione questa squadra prende meno contropiede, collettivamente sta difendendo meglio?

Gli errori individuali sono un altro discorso e su questo si deve migliorare.

E qui vengo a Cabral e Ikonè. Contro il Verona, reduce dall’influenza, è entrato Gonzalez (nell’Argentina ha fatto il falso nuove) perché Italiano cercava rapidità e velocità nel cuore della difesa avversaria e non perché ha bocciato Cabral o robe del genere sentite e risentite.

Sul brasiliano e sul francese ho scritto qui un pezzo intero quindici giorni fa e non vorrei ripetermi. Entrambi stanno imparando la lingua, il calcio nuovo e i movimenti che devono fare. I miglioramenti ci sono. Cabral, in particolare, è indietro fisicamente e si vede. Deve acquisire rapidità ed elasticità, in serie A ci sono velocità e intensità che in Svizzera mancano. Ikonè nel Lille giocava in contropiede, si sta riadattando, sono acquisti proiettati nel futuro.

Detto questo la Fiorentina è ancora in corsa per l’Europa e comunque Lazio e Roma sono più forti e dentro un progetto calcistico solido da tempo. I Viola ci sono ancora, hanno un bel gioco, si batteranno fino alla fine e poi questa squadra, ovvio, andrà potenziata per alzare le ambizioni.

Ma Rocco lo farà?

Nel pessimismo cosmico se ne sentono tante. Il presidente dagli Usa invece è attivissimo. Come suo solito chiama tutti, si informa su tutto, dal Viola Park alla squadra, decide qualsiasi cosa. Ha parlato con l’allenatore, chiama i giocatori, il Rocco di sempre.

Il recupero fisico procede, ma non ha ancora ricevuto l’ok dai medici per tornare in Italia. Lo avrà quando sarà al cento per cento e ci saranno temperature e clima ideali per affrontare un viaggio aereo e una permanenza serena a Firenze. Lui, ovvio, sarebbe già partito, ma per ora non si ipotizzano date anche se le temperature miti in genere arrivano attorno al mese di maggio. Ma speriamo possa tornare prima.

Dovrà discutere anche di stadio. Ieri infatti è stata assegnata la ristrutturazione del Franchi allo studio Arup di Milano, quello (fra l’altro) del Bosco Verticale, vincitore del concorso internazionale.

Con un’enfasi eccessiva vista una guerra in corsa in Ucraina, abbiamo assistito a una presentazione eccessiva per i tempi, di scarso buon gusto, ma anche per quella che è di solito l’annuncio di un progetto di ristrutturazione di uno stadio. Nardella ha voluto una roba mega e l’ha fatta a tutti i costi. Per me sarebbe stato meglio devolvere i soldi spesi ieri per questo evento nel salone dei 500, per i profughi ucraini. E’ un’occasione sprecata.

Gli ospiti tanti, invitati anche da lontano, troppi e importanti, sono serviti solo per avvalorare una presunta Grande Idea. Speriamo che almeno sia tale.

Progetto definito “meraviglioso” da molti degli intervenuti sul palco ancora prima di averlo visto… Quasi una clac…

L’opera, come sappiamo, costerà 150 milioni e oltre (si pensa 200) alla collettività e ce ne sono solo cento, il quartiere di Campi di Marte sarà sventrato per almeno quattro anni con nuovo cemento (si parla di 30 mila metri cubi) con un centro commerciale e un albergo. Arriverà la tranvia, sarà interrato il viale, si farà un mega parcheggio con la viabilità comunque sempre oppressa visto che i cavalcavia ci sono e ci saranno.

E con la Fiorentina che dovrà giocare in trasferta, lontano da Firenze, compromettendo i suoi campionati per almeno due anni per non intralciare i lavori che dovranno finire obbligatoriamente entro il 2026.

Pensare che se avessero accompagnato l’idea di Rocco Commisso, gli avessero fatto fare uno stadio nuovo a sue spese nell’hinterland fiorentino, tutto questo si sarebbe evitato, comprese le spese per i cittadini. E poi alla fine questo progetto è curiosamente simile a quello che Rocco aveva prospettato con l’architetto Casamonti e che nel 2019 non è stato preso neppure in considerazione. Misteri.

Comunque, invece di mostrare i muscoli con i soldi pubblici spendibili per altre iniziative, del Franchi si sarebbe potuto fare un restauro conservativo con 20-30 milioni per poi restituirlo alle attività sportive e commerciali del quartiere. Ma questa dello stadio a Firenze era ormai diventata una fissa di Nardella che voleva togliersi di dosso il timbro di collezionista di plastici dopo aver fallito soprattutto con la Mercafir. Ieri, intanto, di plastici ne abbiamo visto un altro: auguri.

In attesa, fra l’altro, di sapere se alla Fiorentina andrà bene, se Rocco continuerà a farla giocare in questo sito. Molto dipenderà dai costi e dalle opportunità di investimento che per ora non hanno attirato l’attenzione del presidente viola.

L’ipotesi di uno stadio per la Fiorentina senza che la Fiorentina poi ci giochi è ancora realissimo. Ma sembra non interessare. Curioso.

Insomma ieri sfarzo e sorrisi compiaciuti, autoreferenziali, ma dietro ci sono tanti problemi da risolvere e tanti interrogativi che aspettano risposte.