GOMEZ E' PRONTO: ORA PUNTA AL RIENTRO DA TITOLARE A PARMA. I VIOLA NON MOLLANO: E' BATTAGLIA PER IL TERZO POSTO. AQUILANI, NUOVO "ACQUISTO"...
Quando Gomez è entrato nel frigo di Esbjerg, da lui paradossalmente era più lecito attendersi risposte sulla brillantezza atletica, piuttosto che un gol (comunque sempre ben accetto). L'attesa non è stata vana perché Super Mario ha allungato e accorciato gioco, dimostrando scioltezza nei movimenti. Ha messo rabbia e voglia nella sua partita - fatta di 38 minuti totali, se contiamo anche il recupero -, cercando e sfiorando almeno in un paio di frangenti il gol. In panchina, prima di entrare, scalpitava come un cavallo di razza. Probabilmente il suo periodo di incubazione è finito, Mario è pronto.
Montella ci sta pensando e ci rifletterà in queste ore post-Europa e di avvicinamento al difficile impegno di lunedì col Parma. Per inciso la squadra di Donadoni vive uno stato di grazia, costruito su 12 risultati utili, e punta decisamente ad una qualificazione continentale.
Gomez, dunque, potrebbe essere titolare a Parma, dopo aver morso pezzetti di gara con con Inter e Esbjerg. Non sappiamo se sia la Fiorentina ad aver più bisogno di lui o Gomez dei viola, di sicuro i rispettivi destini sono incatenati tra loro. Una primavera di successi viola, grazie ai gol del tedesco, sarebbe propedeutica di un gran mondiale per il centravanti. Che il futuro sia adesso per entrambi ci sono pochi dubbi.
Sarà interessante verificare anche l'affidabilità di un attacco formato da dal doppio centravanti, Matri-Gomez. L'altra faccia del "falso nueve". Del resto questa è una Fiorentina da effetti speciali, le mezze misure si sposano male con la sua mentalità sorprendente. Anche perché mettere in panchina Matri, dopo il gol capolavoro - da "vero nueve", altro che storie - di Esbjerg diventa dura.
Ci penserà Montella, come da copione, a sistemare le cose, decidendo fino all'ultimo istante utile se far partire dal primo minuto Gomez: certamente nell'aria c'è profumo del suo esordio da titolare e i tifosi sognano.
La notte danese, impastata di lotta e di governo, ci restituisce una Fiorentina più forte rispetto alla sconfitta con l'Inter e al passo falso di Cagliari di inizio febbraio. Non era semplice giocare in quelle condizioni e chiudere in un tempo la sfida: i viola ci sono riusciti, laddove altre italiane, come Napoli e Lazio, hanno incontrato alcune criticità. Prestazione come quelle di giovedì aiutano le squadra in crescita a scoprirsi più forti. Lo ha spiegato anche Montella nel dopo gara. E allora, a questo punto, non resta che attendere quali riverberi positivi si materializzeranno in campionato.
Il Napoli è avanti alla Fiorentina di 6 punti più uno scontro diretto in campionato, ma i viola sentono di poter andare a prenderlo e superarlo. Soprattutto se d'ora in poi potranno contare su un bomber come Mario Gomez. La lotta per il terzo posto è viva e i viola non vogliono nè possono mollare di un centimetro. Tra stare dentro e fuori la linea Champions ballano 20 milioni...
L'altra bella notizia di Esbjerg - oltre alle prove robuste di Matos e Ilicic - e' Aquilani. Non era la prima volta per l'ex giallorosso davanti alla difesa, ma è stata sicuramente la più convincente. Nella gestione del gioco, ma anche nella fase di non possesso. Abbiamo ammirato un Aquilani più metodista che istintivo. Forse era questo il passaggio decisivo perché sulle straordinarie doti del centrocampista nessuno era autorizzato a coltivare dubbi.
Se alla fine di questo percorso di prove Montella vincerà un'altra scommessa, Aquilani dovrà essere grato al suo mentore. Per Alberto, infatti, potrebbe aprirsi un'altra carriera, addirittura - in termini tecnici - più remunerativa della precedente.
Pizzarro è un autentico maestro del ruolo, ma l'allievo potrebbe superarlo nella cattiveria agonistica e nel gioco sul lungo raggio, con quel lancio alla Pirlo, anzi all'Aquilani.
Mario Tenerani
Il giornale