FIORENTINA, OCCHIO AL DERBY TRAPPOLA. ARGENTINI STANCHI? TUTTI ARRUOLABILI. NZOLA RESTA IN VANTAGGIO SU BELTRAN. IL CLUB INVESTA A LUNGO SU ITALIANO. CICLI VINCENTI CON LO STESSO TECNICO

21.10.2023 11:02 di  Mario Tenerani   vedi letture
FIORENTINA, OCCHIO AL DERBY TRAPPOLA. ARGENTINI STANCHI? TUTTI ARRUOLABILI. NZOLA RESTA IN VANTAGGIO SU BELTRAN. IL CLUB INVESTA A LUNGO SU ITALIANO. CICLI VINCENTI CON LO STESSO TECNICO
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Torna il campionato, finalmente. Basta chiacchiere. Valutazioni, elucubrazioni, previsioni, pronostici. Ognuno legittimamente ha detto la sua sul periodo magico della Fiorentina, e meno male. Da tempo non si vedevano i viola così in alto. L’entusiasmo è una grande medicina, l’unico doping che accettiamo. Ma adesso le parole evaporano, ci riprendiamo il campo. Il giudice supremo, lì è dura bluffare, quasi impossibile. 

La serie A a Campo di Marte ricomincia col derby, arriva l’Empoli. Solo 4 punti classifica, un solo gol segnato (firmato dal gioiello Baldanzi, in dubbio per un problema alla caviglia), un inizio in salita. Tutto vero. Ma da quando Andreazzoli, che ad Empoli sta divinamente, è tornato su quella panchina così amata, almeno sul piano del gioco, l’Empoli ha cambiato pelle. Anche quando ha perso, vedi Inter e Bologna, il risultato è sembrato ingiusto. La Salernitana, squadra rivale per la salvezza, è stata sbriciolata dagli azzurri. 

La Fiorentina in questa partita ha solo da perdere. Tutti la danno super favorita. I viola sono più forti dei loro rivali, è quasi banale sottolinearlo, ma questo significa poco, forse niente. Conta l’interpretazione della gara e soprattutto le contromisure che uno stratega come Andreazzoli, ex viola di una vita fa, saprà adottare. Per Italiano ci sarà da lavorare, statene certi. Per qualcuno, speriamo pochi, la gara è già vinta, sono 3 punti in cassa per la Fiorentina. Ecco, questo è il modo peggiore per affrontare un derby che sarà più sentito a Empoli che a Firenze, d’accordo, ma che rimane pur sempre una sfida particolare. Il confronto della FIPILI. Servirà la miglior Fiorentina, quella concentrata e furente dal punto di vista agonistico, per salire a quota 20 in classifica. Sarebbe un piccolo-grande record nell’era dei 3 punti (cominciata nella stagione ’94-’95) perché la Fiorentina mai ha fabbricato quota 20 nelle prime 9 giornate. 

Sono tornati i nazionali e quindi anche gli argentini. Gonzalez, Quarta e Beltran. Il primo ha giocato, segnato e fatto un assist, per sua maestà Messi. Per il difensore - oddio viste le sue qualità offensive adesso sembra limitativo definirlo così -, solo una manciata di minuti nel secondo impegno, mentre per l’attaccante zero minuti. Il solito discorso: trasferte oceaniche, ore in aereo, stanchezza accumulata, ma per Italiano il problema non si pone. Andiamo per ordine. Prima domanda: si può rinunciare a questo Gonzalez? Già 8 gol in questo primo scorcio di stagione, tra campionato, coppe e Albiceleste. Momento sublime, non si può interrompere. Ci sarà tempo per riposare. Quarta? Oggi è diventato indispensabile. Il suo trasformismo tattico rappresenta l’arma letale di Italiano. Altro viola dentro una bolla di positività, rinunciarci è dura. 

Il più riposato, Beltran, è anche quello però che potrebbe sedersi di nuovo in panchina per lasciare spazio a Nzola. L’angolano è preferito da Italiano, quantomeno per un certo tipo di gioco. Queste sono almeno le sensazioni della quasi vigilia di Fiorentina-Empoli, vedremo lunedì che formazione uscirà. 

La crisi del Napoli esaspera le voci su Italiano che sotto il Vesuvio vanta innumerevoli estimatori, a cominciare dal presidente del Napoli. Fioriscono le voci su un trasferimento estivo di Italiano dalla panchina viola a quella attualmente (per quanto ancora?) occupata da Garcia. Le indiscrezioni fanno parte del circo del pallone, bisogna saperci convivere. Ma il tema è più ampio: Italiano è diventato il protagonista di questa rinascita viola, il suo lavoro nei primi due anni è stato egregio e la terza annata pare nata sotto i migliori auspici

Nel calcio di casa nostra c’è una vecchia regola non scritta che dice: “Un allenatore dopo 5 anni anni sulla stessa panchina va cambiato…”. All’estero non funziona così, prendete sir Alex Ferguson come esempio e non solo lui. 

Cambiare una mentalità anche nel calcio è operazione ardua, servono anni, magari decenni, ma qualcosa si può fare. A Bergamo Gasperini regna da 7 anni e i risultati sono chiari. La Fiorentina dovrebbe investire a lungo su Italiano, potenziare il percorso attuale e renderlo competitivo per anni. I cicli vincenti, di solito, si costruiscono con lo stesso allenatore. Un tecnico così non si può regalare alla concorrenza.