FIORENTINA, CON IL VIOLA PARK SI PENSA IN GRANDE. IN CAMPO INVECE MANCA SEMPRE QUALCOSA PER IL SALTO DI QUALITÀ. ITALIANO, QUEI CALI COSTANTI NELLA RIPRESA. NZOLA E BELTRAN: SERVE TEMPO E FIDUCIA

01.10.2023 10:50 di  Luca Cilli  Twitter:    vedi letture
FIORENTINA, CON IL VIOLA PARK SI PENSA IN GRANDE. IN CAMPO INVECE MANCA SEMPRE QUALCOSA PER IL SALTO DI QUALITÀ. ITALIANO, QUEI CALI COSTANTI NELLA RIPRESA. NZOLA E BELTRAN: SERVE TEMPO E FIDUCIA

In attesa di essere estremamente competitiva sul campo per inseguire obiettivi prestigiosi la Fiorentina deve essere orgogliosa e fiera del Viola Park. Il centro sportivo all'avanguardia pensato, ideato e voluto fortemente dal presidente Rocco Commisso è un gioiello che ha proiettato il club nel futuro e che in Italia rappresenta un'eccellenza assoluta. Gli eventuali successi si costruiscono partendo da una società solida, con una visione ampia che abbraccia sia la parte sportiva oltre che quella gestionale e da strutture di proprietà. Lo stadio, in tal senso, resta giustamente un pallino fisso del presidente che nel frattempo ha consegnato alla città e alla Fiorentina un patrimonio inestimabile. Il Viola Park nel lungo periodo porterà tanti benefici: sportivi, tecnici, economici e d'immagine. Il miglior biglietto da visita del club per convincere in futuro eventuali top player ad accettare la proposta di una Fiorentina che giustamente pensa in grande.

Se dal punto di vista delle strutture è stato compiuto un capolavoro, sotto il profilo sportivo c'è ancora parecchio da fare per cercare di mantenere il passo. Alla squadra di Vincenzo Italiano infatti manca sempre 30 per fare 31. Quando c'è da compiere un ulteriore step arriva puntuale la frenata che rimanda il salto di qualità. Inseguito da mesi e mesi ma che di fatto, ad oggi, non c'è ancora stato. Giusto per non andare troppo indietro nel tempo: la Fiorentina vince bene in casa dell'Udinese, piace per gioco e personalità, conquista un successo importante dopo quello centrato al Franchi con l'Atalanta. A Frosinone domina per un tempo, segna, spreca di tutto e anche di più e nel secondo tempo si fa riprendere. Due punti persi, altro che buon pari. Sia chiaro, quella di Eusebio Di Francesco è una squadra da rispettare e che con poco sta facendo grandissime cose. Ma la Fiorentina che vuole eguagliare o migliorare il risultato sportivo della scorsa annata, e che vuol essere protagonista in tutte le competizioni in cui è impegnata determinate sfide le deve vincere. Senza se e senza ma.

Non è sfortuna e non è solamente colpa degli sbagli dei singoli, di una difesa che incassa sempre gol, degli attaccanti che non segnano. Parte di responsabilità è anche dell'allenatore. Italiano è, e resta, uno dei più bravi in circolazione. Tuttavia deve interrogarsi sul perchè puntualmente le sue squadre calano sensibilmente dopo l'ora di gioco. Frosinone e Lecce sono solamente le ultime due sfide in cui la Fiorentina si è fatta riprendere, il difetto di fabbrica (per così dire) è datato. Un peccato perchè spesso si finisce con il buttare all'aria quanto di buono prodotto in precedenza. L'altro problema di Italiano sono i suoi due attaccanti. Uno è una sua personalissima scelta, Nzola; Beltran l'asso nella manica di Burdisso. L'allenatore sta difendendo sia l'uno che l'altro, entrambi a quota zero gol. L'ex Spezia lavora parecchio per la squadra, lega la manovra, attacca lo spazio ma di segnare non se ne parla. Beltran non sta giustificando minimamente i 25 milioni investiti per strapparlo alla concorrenza. Vietato rimpiangere Jovic, un flop totale, mentre Cabral è una buona punta ma ci incastra poco con il calcio di Italiano. E' giusto invece concedere un pò' di tempo in più a chi li ha sostituiti.