È LA FIORENTINA DI ITALIANO: SI È IMPOSTO NELL'ANNO PIÙ DURO. BLOCCO UNICO CON IL GRUPPO, RANIERI SIMBOLO DELLA CRESCITA. CABRAL, I CONTI ORA TORNANO. VIOLA SQUADRA DA BATTERE?
Partiamo dalla fine, dal coro di 500 tifosi viola, arrivati con ogni mezzo a Poznan: “Italiano portaci in finale”. Un attestato di stima nei riguardi di un tecnico, prima tutto da scoprire e adesso leader riconosciuto di un gruppo. Oltre che un invito a crederci. L'Europa della Conference scopre la Fiorentina, entrata nel tabellone dalla porta di servizio – la battaglia di Enschede in pieno agosto – e ora lanciata verso un traguardo inaspettato.
Si sono ribaltati i ruoli: la Fiorentina è diventata improvvisamente, fuori dai confini, la squadra da battere. Così va il calcio. Il West Ham ha pareggiato col Gent in trasferta, l'Az ha preso due sberle dall'Anderlecht, Basilea e Nizza hanno fatto 2-2. Mentre i viola hanno prodotto 12 gol nelle ultime 3 uscite fuori casa in Conference, per un totale di 30 reti realizzate in tutta la competizione, nessuno come loro. Numeri che hanno acceso un allarme negli avversari, ma che non devono – ne siamo certi – distrarre la Fiorentina.
Il merito principale della truppa di Italiano è l'umiltà, i famosi piedi ancorati al terreno. Perché di vento ne tira ancora tanto. Il simbolo di questa condizione mentale è Ranieri, passato da esubero a difensore importante. Luca è riuscito nell'impresa perchè ha seguito pedissequamente gli insegnamenti del suo maestro. È come è scuola: un alunno normale diventa molto bravo se si impegna alla morte e assorbe le lezioni del docente che, dal canto proprio, deve saper farsi comprendere.
È inutile avere tante conoscenze e poche capacità divulgative. Il combinato disposto tra queste due entità offre un risultato eccellente. Ranieri è il manifesto della Fiorentina degli umili, di quelli che ce l'hanno fatta.
È la Fiorentina di Italiano, ha il suo timbro. Ha impiegato del tempo a plasmarla, ma il prodotto è eccellente. Ci sono stati due piani su cui si è concentrato: la preparazione durante la sosta dei mondiali e la parte tattica. La squadra è sbarcata nel momento decisivo della stagione col serbatoio pieno e questo vale tantissimo. Le gambe girano che è una meraviglia. Azionate anche, e qui arriviamo alla seconda parte del ragionamento, da una manovra ormai masticata, digerita e consolidata. Le conoscenze, appunto. I giocatori in campo si muovono seguendo un'idea, ma quel pensiero è stato provato e riprovato. La Fiorentina adesso ha una cifra che la distingue dalle altre, che la rende riconoscibile, ma finalmente poco leggibile. Tutto questo è arrivato dopo grandi sacrifici, nella stagione più dura per Italiano. La terza in serie A e la prima in assoluto con i fronti nazionali ed esteri aperti contestualmente. Più la Coppa Italia, gradevolissima intrusa.
Non è facile per un allenatore, dopo la gavetta nelle categorie minori, trovarsi a dividersi tra Italia e Europa. Allenandosi poco e giocando tanto. Poteva essere messo in conto un periodo di difficoltà. Ci sono stati frangenti difficili, la Fiorentina è partita male in Europa dopo il play off con il Twente, ma per fortuna si è ripresa in fretta. In campionato, invece, sono stati persi molti punti, tanto da scivolare al quattordicesimo posto, vicina alla zona retrocessione. A Verona la svolta, lì i viola si sono cambiati di abito. Italiano ha ammesso alla vigilia di Poznan, con onestà intellettuale, che in questa stagione è maturato e cresciuto e lo stesso percorso lo hanno fatto i suo ragazzi, che lui ha ringraziato con grande trasporto. Ricordando, tra l'altro, con validissime ragioni, che alcuni di loro hanno cambiato zona del campo senza immaginare neppure di potercela fare. La verità dei fatti, non ci sono commenti da fare. La società, poi, ha fatto bene a tenere la barra al centro dando fiducia a Italiano quando il mare era in tempesta.
Nella notte di Poznan abbiamo rivisto i lampi di Gonzalez, uno che ha tirato fuori la garra anche in conferenza stampa prima del Lech. Non si è nascosto dietro ad alibi di pastrafrolla, anzi, ha rilanciato. “Sono certo – ha detto – che domani rivedrete il vero Nico, quello che avevate ammirato all'inizio dell'avventura a Firenze. Lascerò la vita su ogni pallone”. Sapeva benissimo di non essere stato all'altezza fino a quel momento, seppur frenato da infortuni e basso rendimento, ma l'orgoglio del campione è saltato fuori. Uno sguardo che era tutto un programma, la sua non è stata una dichiarazione, ma una sentenza. Un palo che ha scatenato il gol di Cabral, una bella rete di testa e in totale 9 centri stagionali compreso quello fatto al Twente.
Cabral è esploso. Dopo un 2022 più che anonimo, nel 2023 ha già segnato 9 gol, tutto compreso. Si conferma bomber di Conference, confidiamo in una grande coda del campionato. Arturone è nel cuore dei tifosi viola, la sua generosità è contagiosa. I conti, per lui, ora tornano.
La prova di forza di Poznan ha fotografato una Fiorentina di grande personalità, contro uno stadio caldissimo e ostile. L'approccio alla partita è stato da grande squadra, corroborato poi dalla reazione offerta dopo il momentaneo pareggio del Lech. I viola sono ripartiti e hanno ribalcanizzato la metà campo polacca, tornando a governare la gara. Ci sono riusciti. Il Poznan ha ballato, tanto che il verdetto finale avrebbe potuto essere più pingue.
Comunque l'1-4 pone un'ipoteca pesante circa la conquista della semifinale. C'è stato anche il palo di Brekalo che Italiano ha spedito titolare quando tutti o quasi si aspettavano Ikonè. Il croato, arrivato a gennaio senza condizione – aveva giocato l'ultima partita intera a settembre -, si è messo a lavorare ventre a terra e adesso è pronto. Lo abbiamo notato con lo Spezia, palo anche in quella circostanza, e poi a Poznan. Brekalo gioca per la squadra e non la squadra, questa è la vera differenza rispetto ad altri. Crea superiorità numerica e punta la porta. Tutte qualità determinanti nella testa di Italiano. Brekalo farà un gran comodo in questi iltimi appuntamenti stagionali.
Il solito Bonaventura ha scaraventato la palla in rete e finalmente sul tabellino dei marcatori è finito anche Ikonè. Il francese era impazzito di gioia, c'è da capirlo. In attesa della prossima sfida di coppa, lunedì arriva al Franchi l'Atalanta. L'eterna sfida con Gasperini, ma anche l'occasione per la Fiorentina di accorciare un altro po' la classifica.