DELLA VALLE HA DETTO NO. SALTA LA CENA DEL NATALE VIOLA DI DOMANI. MA QUALE AMORE PER LA FIORENTINA, COSA DICE DIEGO? L’ABBANDONO E’ TOTALE. MA IN CAMPO LE COSE VANNO MEGLIO. CHIESA-SIMEONE-VERETOUT CRESCONO

05.12.2017 00:00 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
DELLA VALLE HA DETTO NO. SALTA LA CENA DEL NATALE VIOLA DI DOMANI. MA QUALE AMORE PER LA FIORENTINA, COSA DICE DIEGO? L’ABBANDONO E’ TOTALE. MA IN CAMPO LE COSE VANNO MEGLIO. CHIESA-SIMEONE-VERETOUT CRESCONO
© foto di Federico De Luca

Andrea Della Valle non parteciperà domani sera, mercoledì, alla tradizionale cena natalizia della Fiorentina. Anche quelli che aspettavano le feste e speravano che un’occasione così speciale sarebbe diventa l’assist giusto per far tornare a Firenze il presidente onorario viola sono rimasti delusi. Andrea Della Valle è sempre lontano con il corpo e con la testa da questa Fiorentina, sull’Aventino, in esilio volontario, fate voi, deluso per le offese, amareggiato per i cori, ma forse anche poco contento della situazione complessiva, piena di incertezze. Niente brindisi e discorsino di rito, come da tradizione.

Vado a memoria, ma deve essere la prima volta che accade. La cena di Natale era diventata anche una sorta di appuntamento annuale per fare il punto della situazione, annunciare idee e programmi futuri. L’anno scorso Adv rivelò a sorpresa il rinnovo di Kalinic che poi in realtà non c’è mai stato, ma comunque la cena di Natale è sempre stata un’occasione di incontro anche con la città, con la squadra, gli sponsor.

Superfluo e inutile dire che non ci sarà neppure Diego, ma sono annunciate anche altre defezioni tra i dirigenti più importanti e membri del Cda. Non è certissima neppure la presenza del presidente Cognigni. Insomma un Natale in tono minore, un po’ come è questo momento di transizione che la Fiorentina sta vivendo sia in campo che fuori. E pensare che soltanto due anni fa a Natale la Fiorentina era in testa alla classifica….poi il diluvio. E in questi due anni tanti errori uno dietro l’altro, un po’ voluti un po’ casuali, e un ridimensionamento profondo che tocchiamo con mano ogni giorno.

Ha voglia Diego di raccontare, come ha fatto ieri in una delle tante interviste che ormai rilascia un giorno sì e l’altro pure per parlare della ristrutturazione del gruppo Tods, che "tra Andrea e la Fiorentina l’amore non finirà mai…". Meno male che l’ama, figuriamoci se la odiasse…

Ma Diego è andato oltre rivelando che il fratello "Soffre così tanto a casa, è meglio che vada allo stadio a vedere le partite". Se questo era un invito subdolo, è caduto nel vuoto.

Eppure prima o poi il discorso dei Della Valle, della Fiorentina e di Firenze andrà ripreso anche a livello istituzionale, ai massimi livelli, perché è inaccettabile (e l’abbiamo già detto) tenere una società storica come la Fiorentina in vendita, ma senza venderla. Obbligarla all’autofinanziamento della gestione e quindi farla scivolare lentamente verso un limbo che non le compete.

La città e i tifosi non meritano questo trattamento. Lo ribadisco.

E se questa proprietà aspetta i permessi per costruire lo stadio per tornare in pista, quel ritorno sarebbe inaccettabile. Troppo facile.

Comunque se c’è spazio per ricomporre, per trovare basi nuove e serie, programmi per ripartire, se i Della Valle si impegnassero a capire Firenze e a fare progetti nuovi per la Fiorentina come hanno fatto per le aziende del lusso, ben vengano.

Non sono (come tanti) contro a prescindere, i Della Valle per anni a Firenze hanno fatto buon calcio e investimenti. Se ritrovano un minimo di passione, perché no?

Temo però che questi siano discorsi a vuoto, la sensazione del distacco è sempre fortissima. Ma nel calcio le situazioni possono mutare rapidamente.

Nel frattempo è mutata in meglio la Fiorentina-squadra. Ha trovato continuità di risultati e, soprattutto, è tornata a vincere. Non suono la grancassa, sarei ingenuo. E non mi associo al club degli illusionisti per interesse (meglio stare con Corvino, non si sa mai…), dei trombettieri o dei sognatori. Questo è il peggior Sassuolo della storia di Squinzi in serie A, lo dicono i numeri, non io. La domenica prima era riuscito a perdere in casa per 2 a 0 con il Verona penultimo in classifica.

Lo dico non per sminuire la Fiorentina, ma per contestualizzare la vittoria, per onestà intellettuale. In questo contesto, comunque ho visto progressi che vanno oltre un risultato fin troppo facile. La manovra viola è sembrata più fluida, la gestione della partita più continua, i tempi di gioco nella manovra offensiva sono sensibilmente migliorati. Quello che si chiedeva.

Solo attraverso un gioco migliore può crescere un gruppo tutto sommato modesto. C’è da lavorare, ma la situazione sta virando verso una situazione più accettabile. Anche i risultati delle altre della classifica di mezzo hanno dato una mano. Il rigore a tempo scaduto con la Lazio potrebbe essere stata una svolta anche psicologica. C’è ancora molto da fare e per primo l’ha detto Pioli. Serve continuità. Però con questo Chiesa straripante, l’ottimo Veretout, la crescita di Simeone che mi è piaciuto per come ha giocato più che per il bel gol, lo spazio di positività è aumentato e mascherare i difetti è più facile. Nessuna illusione, per carità, ma vedere una squadra che ha una personalità e un discreto gioco, pur con i suoi limiti, è quello che si chiedeva.

E se poi riesce a rimanere nella parte sinistra della classifica non guasta. Domenica c’è il Napoli, ma consiglio di vivere alla giornata.