CUORE, GRINTA E ORGOGLIO: L'OCCASIONE PER RILANCIARSI, NELLA DOMENICA DA NON FALLIRE. TOCCA ALLA SQUADRA DIMOSTRARE CHE LE PAROLE DEI TIFOSI SONO STATE CAPITE. IL RUOLO (DECISIVO) DEI PANCHINARI IN QUESTO MINI SPRINT DI FINE 2018
E’ l’occasione per rilanciarsi, per ritrovare se stessi e ricominciare a vincere, otto partite dopo l’ultima volta. In casa, con l’appoggio dei tifosi e con ancora in circolo l’adrenalina per quella pazza rimonta di Reggio Emilia, la Fiorentina non ha alternative: deve battere l’Empoli e provare a dare un senso al suo campionato. La squadra, Pioli compreso, non ha preso bene le critiche di domenica scorsa: bene così verrebbe da dire, perché quando una squadra è punta nell’orgoglio, lo insegna la storia, ci mette tutta se stessa e vorrebbe spaccare il mondo per zittire chi contesta. L’Empoli arriverà al Franchi per provare a bissare la storica beffa di due anni fa, per tentare un’altra impresa da dedicare alla sua gente, che da sempre considera la sfida coi viola la più sentita dell’anno.
Per far suo questo piccolo derby insomma, la Fiorentina dovrà mettere in campo le stesse armi di Iachini: grinta, orgoglio, determinazione. Conta questo, prima degli uomini e della tattica. Conta il cuore, la voglia di rimonta e il non voler rassegnarsi a una stagione anonima. Ieri gli ultras della Fiesole hanno chiesto questo nel faccia a faccia con la squadra: basta scempi come i primi 70-75 minuti contro il Sassuolo, mettetecela tutta e noi saremo con voi. Non fa una grinza, perché se è vero che questa giovane Fiorentina ha tanti limiti, è altrettanto indiscutibile che non può restare al dodicesimo posto, dietro a squadre come Parma, Sassuolo, ma anche Torino e Samp. Una cosa del genere successe anche nel febbraio scorso, quando gli ultras donarono la fascia con i 4 Colori ad Astori, poi entrata nella storia per le ragioni che conosciamo bene.
Dopo il tonfo col Verona, la squadra reagì alla grande, vinse col Bologna, perse con la Juve, ma stese il Chievo e rischiò il colpaccio a Bergamo. Prima che la tragedia Astori cambiasse di nuovo tutto.
L’occasione per ripartire come detto c’è, anche stavolta queste ultime quattro partite ravvicinate del 2018 in fondo sono un rebus per tutti: si giocherà tanto, sarà una sorta di mini sprint in cui sfidare fatica, assenze e piccoli acciacchi da smaltire in fretta. Chi sarà così bravo da farsi trovar pronto, brinderà al nuovo anno col sorriso. E potrà pensare a un mercato da protagonista. Proprio oggi le squalifiche toglieranno dalla naftalina Noorgard, il misterioso regista venuto dal Nord che i tifosi aspettano con curiosità e un pizzico di apprensione. Giocare in Italia davanti alla difesa non è facile, soprattutto per un ragazzo che non parla la nostra lingua e che non è abituato ai tatticismi della serie A: dargli un’opportunità però è un obbligo, altrimenti non sapremo mai quanto vale davvero. Se il danese dovesse rivelarsi prezioso, per la Fiorentina sarebbe importantissimo, perché è anche dalla forza delle alternative che si costruiscono i campionati.
L’Empoli ovviamente sarà una grande opportunità anche per il Cholito e Mirallas: domenica hanno segnato, ma dopo settimane di letargo, servono altri segnali. Altre conferme. Altri gol. Pjaca comunque si merita la panchina: di occasioni ne ha avute anche troppe. Ora starà a lui dimostrare qualcosa. Altrimenti, a gennaio, potrebbe anche salutare. Dalla Spagna a proposito insistono su Sansone del Villareal: sarebbe un bel colpo, perché nel 4-3-3 viola potrebbe esaltare le sue caratteristiche di dribblomane ( a Sassuolo aveva firmato 20 gol e 15 assist in 89 partite) e fantasista. Intanto però ci sono quindici giorni da vivere tutti d’un fiato e quattro partite per dimostrare che la Fiorentina non è quella squadra timida e incapace di vincere vista in questi ultimi due mesi e mezzo. Si parte con il piccolo derby, la partita da non sbagliare per nessun motivo al mondo.