CHI SI RIVEDE, L’ATALANTA: VIOLA A CACCIA DI UN TRIS D’AUTORE. PIATEK AL CENTRO DEL GIOCO E DELL’ATTACCO. ITALIANO: FONDAMENTA SU CUI COSTRUIRE

19.02.2022 00:00 di  Mario Tenerani   vedi letture
CHI SI RIVEDE, L’ATALANTA: VIOLA A CACCIA DI UN TRIS D’AUTORE. PIATEK AL CENTRO DEL GIOCO E DELL’ATTACCO. ITALIANO: FONDAMENTA SU CUI COSTRUIRE
FirenzeViola.it
© foto di Giacomo Falsini

Guarda chi si rivede, la Dea. Trascorsi pochi giorni dal trionfo viola di Bergamo, un 2-3 spettacolare, conquistato n inferiorità numerica e che ha aperto la porta alla semifinale di Coppa Italia, i nerazzurri affrontano di nuovo la Fiorentina. Rivalità accesa, Gasperini sempre tarantolato quando vede viola - un giorno magari ci spiegherà il perché -, Atalanta in cerca quasi disperata di punti Champions per resistere alle sportellate della Juve, viola a caccia di un tris d’autore. In questa stagione, infatti, la squadra di Italiano ha già battuto due volte i nerazzurri, campionato e Coppa, e ora ci riprova al Franchi. Nelle ultime sei volte in serie A la Fiorentina ha vinto in una sola circostanza e se si ripetesse domani sarebbe la seconda occasione consecutiva in campionato, come accadde ai tempi del Sousa 15/16. L’Atalanta è sempre forte, nonostante i forfait di Zapata e Muriel. La rosa è competitiva e da molti anni ormai frequenta l’Europa. Eppure, nell’ultimo periodo qualcosa non ha funzionato a dovere, soprattutto al Gewiss. Molto meglio fuori. Che la macchina quasi perfetta del Gasp si sia inceppata lo dimostrano i numeri: dopo una serie, infatti, di sei vittorie consecutive, l’Atalanta ha ottenuto appena un successo nelle ultime sette gare di campionato (quattro pareggi di cui tre zero a zero e due sconfitte). I nerazzurri, però, come detto, lontano da Bergamo viaggiano in modo diametralmente opposto: sono l’unica squadra imbattuta, nei top cinque campionati continentali. L’Atalanta ha vinto nove volte (una meno solo del Manchester City) e tre pareggi: se tenessimo conto soltanto delle partite in trasferta, la Dea adesso con 30 punti sarebbe prima in classifica, mentre al Gewiss Stadium ha raccolto la miseria di 14 punti che varrebbero solo il 12° posto in graduatoria. Curiosa la statistica di Gasperini con la Fiorentina: è l’avversaria con la quale ha pareggiato di più in serie A, addirittura dodici su ventiquattro partite totali (le altre dodici gare hanno visto 5 trionfi per l’allenatore ex Juventus e sette pari). 

La Fiorentina risponde con Piatek, da poco sbarcato a Firenze, ma già finito nel tabellino dei marcatori in quattro circostanze (tre in Coppa e una in campionato) e che ha nella Dea la vittima preferita: l’ha perforata tre volte. Un’affermazione contro l’Atalanta non darebbe ai viola solo un nuovo impulso per la classifica, ma regalerebbe una robusta dose di autostima. Nelle ultime stagioni il confronto con i nerazzurri risultava una lotta impari per la Fiorentina, nell’annata attuale invece le sfide si sono sempre giocate su un sostanziale equilibrio e questa è stata senza dubbio una conquista per i viola. Nella squadra di Gasperini, oltre ai due fortissimi attaccanti, mancheranno anche Miranchuk, Palomino e Ilicic. All’ex viola mandiamo un grande in bocca al lupo nella speranza che possa uscire quanto prima da uno stato di crisi dell’anima che lo ha piegato. Sono assenze pesanti, non c’è dubbio, ma non bastano a regalare tranquillità ai viola. Italiano ha perso Terracciano per una tonsillite, tra i pali si rivedrà Dragowski che ha la valigia in mano, ma proprio per questo ha tutto l’interesse a tornare sui livelli per i quali lo stimavamo tanto, una chance per rimettersi in mostra agli occhi degli addetti ai lavori. 

Formazione incerta, come sempre, in perfetto stile Italiano. Tutti sulla corda, tutti coinvolti, questo è il dogma del tecnico viola. In attacco, però, a guidare l’orchestra sarà Piatek che in poche settimane si è già preso in mano la Fiorentina. Più abituato al nostro pallone il polacco, più in forma fisicamente rispetto a Cabral. L’ex Basilea avrà tutto il tempo per inserirsi e tirarsi a lucido, intanto le chiavi del gioco offensivo saranno affidate a Piatek. Non solo per i gol, ma soprattutto per come si sta adattando ad un canovaccio tattico che lui non conosceva e che forse in linea teorica non si attagliava nemmeno alle sue caratteristiche. Italiano e lo staff col polacco stanno facendo un lavoro straordinario e il centravanti è un allievo modello. Spesso a fine seduta allenatore e collaboratori restano con Piatek per parlare e spiegare tutti movimenti. E i frutti si vedono sul campo. 

Da questo e tanto altro si comprende quando incida la mano di Italiano nel momento felice della Fiorentina. Nulla è tralasciato: gli allenamenti sono lunghi e intensi, le esercitazioni vengono ripetute fino a quando non sono andate a memoria, le geometrie diventano ingranaggi decisivi e poi c’è lo spirito. L’anima del gruppo coniugata con una non negoziabile voglia di vincere, assumendosi anche dei rischi. Non sempre può finire bene come a Bergamo in Coppa o al Picco in campionato, ma di sicuro bisogna provarci sempre. La mentalità conta tantissimo, è il motore dei risultati. Il vero mutamento della Fiorentina, dal recente passato all’attualità, risiede proprio nel cambio di marcia delle intenzioni. La squadra finalmente gioca in avanti, non indietro. Italiano corrisponde alle fondamenta di un palazzo viola in costruzione. Le basi sono ottime, la struttura si realizzerà al meglio. Italiano è un presente su cui investire per ottenere un grande futuro. Se la Fiorentina lo convocasse presto per allungargli il contratto, definendo con lui i punti cardinali di un percorso condiviso, farebbe benissimo. Sarebbe un segnale di grande forza nei confronti di tutti. E anche un messaggio per i naviganti del calcio. Un invito a posare lo sguardo su altri allenatori.