BASTA POLEMICHE, È IN ARRIVO LA SETTIMANA PIÙ IMPORTANTE DELL’ANNO. GASP È ROCK E LA VIOLA È LENTA, MA SE PERFINO LA JUVENTUS È BATTIBILE, FIGURIAMOCI L’ATALANTA

17.04.2019 00:00 di  Leonardo Bardazzi   vedi letture
BASTA POLEMICHE, È IN ARRIVO LA SETTIMANA PIÙ IMPORTANTE DELL’ANNO. GASP È ROCK E LA VIOLA È LENTA, MA SE PERFINO LA JUVENTUS È BATTIBILE, FIGURIAMOCI L’ATALANTA

L’arrivo di Montella, i piani di Della Valle, quale Fiorentina aspettarsi per il futuro. Tutte legittime domande da porsi, tutti punti interrogativi che agitano i tifosi e lasciano un punto di domanda sulla squadra del domani. Ora però arriva la settimana più importante dell’anno, quella dove ci si gioca tutto, dove in palio c’è un posto nella storia. Basta polemiche allora, almeno fino al 25 aprile. I tifosi lo hanno capito per primi: dalla feroce contestazione si è passati subito al tutto esaurito.

A Bergamo saranno oltre 2.200, i biglietti sono già introvabili e il treno speciale organizzato per l’occasione sarà colorato di viola. L’attesa è tanta, la speranza pure. Dal punto di vista tecnico sembra non esserci storia: l’Atalanta vola, Ilicic e Gomez sono in gran forma, gli esterni corrono, il ritmo rock degli uomini di Gasp non è neppure paragonabile alla lentezza viola. Eppure il calcio è materia strana, eppure i pronostici, anche quelli più scontati, spesso e volentieri sono stati ribaltati clamorosamente.

La Fiorentina allora ha il dovere di provarci, di ritrovare compattezza, convinzione ed entusiasmo. Contro Frosinone e Bologna non ha segnato, non ha graffiato, quasi non ha giocato. Colpa della testa soprattutto, perché la classifica ormai condanna all’anonimato e giocare senza obiettivi, si sa, è complesso per chiunque. Ora però le cose si ribaltano: c’è la Juve, la rivale di sempre, ferita dalla Champions e dagli infortuni (Mandzukic, Dybala, Douglas Costa) e c’è la coppa, l’unico, ma grande obiettivo rimasto. In città c’è chi invoca il turnover, chi vorrebbe addirittura la Primavera in campo a Torino. Lo Stadium però sarà la prova generale di Bergamo e anche per questo Montella cambierà, ma non stravolgerà. Fidiamoci.

Preoccupa semmai lo stato di forma dei migliori. Muriel dopo un inizio alla Ronaldo (quello vero) sta tirando il fiato e Chiesa, dopo l’infortunio, è ancora fondamentale ma non più immarcabile come nel periodo dei gol a raffica. Poi c’è Edimilson, l’uomo tattico là in mezzo, che marca visita da un bel po’: Torino, in questo senso, sarà un test importante. Perché se c’è una cosa che Montella non può permettersi è sbagliare formazione a Bergamo. Il modulo scelto, questo 4-4-2 elastico, con Chiesa largo e Biraghi che spesso diventa quinto di centrocampo, è l’idea con cui si arriverà alla partita dell’anno. Per stravolgere non c’è tempo, quello che conta davvero è restituire quel briciolo di ottimismo e autostima che la Fiorentina ha perso per strada. Torino in questo senso sarà una tappa importante. Fermare la Juve, anche in quest’ultima versione spenta e stanca vista ieri contro l’Ajax, è quasi impossibile, l’ottavo scudetto di fila per la Vecchia Signora ormai è una formalità. Chiesa e compagni da questa sfida ai più forti dovranno prendere il buono, il gusto della sfida, l’orgoglio di ritrovare l’adrenalina e la voglia di sentirsi vivi. Se dovesse arrivare lo scudetto anche matematicamente, pazienza. In ogni caso, non sarà stata colpa della Fiorentina. Non sarà il caso di infierire.

Anche per Allegri comunque sarà difficile mettersi alle spalle il tonfo di Champions. Ronaldo era stato preso per questo, ma l’obiettivo è miseramente fallito sotto i colpi di una squadra giovane, fantastica, piena di brio e sfrontatezza come l’Ajax dei sogni. Per la gioia anche dei fiorentini, che, naturalmente, daranno fondo a tutta la loro ironia tagliente per sfottere l'eterno nemico. Forse, in casa viola, tornerà il tempo dell’ira e delle critiche, o forse verrà quello dell’apoteosi, della nuova finalissima da giocarsi a Roma dove Montella fallì cinque anni fa. Ora però arriva il tempo quello della lotta, della speranza. In fondo la partita di ieri in Champions lo ha detto chiaramente: se perfino la Juve è battibile, figuriamoci l’Atalanta.