UNA NOTTE DA CAMPIONI
Forse a qualcuno non piacerà, visto che Stevan Jovetic fu il protagonista assoluto della serata. Forse non piacerà ad altri, visto che Cesare Prandelli era il pigmalione, il padre putativo di quella squadra. Tolte le due categorie di cui sopra, siamo certi la quasi totalità dei tifosi viola sarà felice di ricordare Fiorentina-Liverpool del 29 settembre 2009. Sono passati 4 anni e l'auspicio è provare ancora quel brivido, rivivere l'atmosfera magica, riascoltare la "musichina"... Noi l'abbiamo chiamata una "Notte da campioni", quando Firenze si strinse in un unico abbraccio con Diego Della Valle. E noi, da parte nostra, ci sentimmo orgogliosi di tifare Fiorentina.
"Semplicemente perfetta. Alle 20,45 del 29 settembre 2009 scende in campo quella che di lì a due ore si rivelerà come la più bella Fiorentina degli ultimi anni. Certamente la migliore della gestione Prandelli, la migliore dell'era Della Valle. Ad accoglierla 45.000 cuori viola ed una scenografia da brividi, costruita sui colori del gemellaggio con la mitica "Kop", la curva dei tifosi del Liverpool. Le premesse non erano delle migliori: viola reduci dalla sconfitta di Lione (0-1 allo "Stade De Gerland" il 16 settembre) che dovevano fare a meno di Alberto Gilardino. Il bomber viola era stato appiedato dal giudice sportivo per un'assurda espulsione rimediata in terra francese e "voluta fortemente" dal corpulento ed incapace arbitro olandese Vink. L'avversario poi... Il Liverpool rappresentava la storia del calcio europeo e mondiale che scendeva a Firenze a..."miracol mostrare". Un palmares straripante quello dei "reds" con (solo per citare quelle più recenti) la vittoria nella Champions League del 2005 (ricordate l'incredibile rimonta di Istanbul contro il Milan?) e la finale del 2007, stavolta persa contro i rossoneri.
Ma la Fiorentina di Champions è forte, fortissima, è un blocco granitico. La Fiorentina di Champions è un "gruppo" nel vero senso della parola. E poi c'è lui, Stevan Jovetic (Jo-Jo per amici e tifosi) che quella sera tranciò il cielo viola come una stella cometa. Ma andiamo con ordine: Gilardino assente, Castillo inadeguato e allora il "mago di Orz" estrae il primo coniglio dal cilindro: Mutu punta più avanzata, un finto centravanti per non dare punti di riferimento, con Jovetic a supporto. Sulle fasce due "fenomeni" come Marchionni e Vargas (il peruviano meriterà un capitolo a parte) ed una menzione personale spetta anche a Cristiano Zanetti che quella sera scaverà un solco definitivo tra lui e Felipe Melo. Il "figliol prodigo", infatti, mostrerà a tutti cosa vuol dire essere un vero "todocampista": regista, rifinitore (suo l'assist per il primo gol di Jo-Jo) mediano, insomma... di tutto, di più. Cronaca: primo tempo praticamente senza errori, viola messi in campo da Prandelli in modo perfetto ed un corpo unico tra squadra e pubblico che lascia, da subito, presagire 90' da Campioni. E' il 28', Zanetti e Jovetic iniziano e concludono l'azione vincente, tutta di prima che porta il Montenegrino a tu per tu con Reina: rasoterra sul palo di destra e... Fiorentina 1 Liverpool 0. Delirio al "Franchi" ma non è che l'inizio. Pochi minuti dopo Vargas comincia il suo show personale: scalda i guantoni di Reina con un tiro potentissimo scoccato dalla sua "zolla" preferita, fino alla sublimazione del 38'. Cross di Marchionni, la palla giunge al peruviano che scaglia un tiro-cross in mezzo all'area dove, reattivo come una molla, Jovetic tocca e batte ancora il numero 1 inglese. C'è da stropicciarsi gli occhi: Fiorentina 2 Liverpool 0. La ripresa vedrà una sterile supremazia dei "reds", Frey si oppone in qualche occasione, ma l'impressione costante è che i tre punti non sfuggiranno. Inizia così una cavalcata trionfale che porterà i viola a vincere il proprio girone, a conquistare il primo posto assoluto (unica italiana su quattro) ed a guadagnare gli ottavi di finale dove affronteranno il Bayern per l'ennesima rivincita stagionale.
"E' la più bella di tutte, si stacca piano dal cuore..." cantavano gli Stadio, e quel 29 settembre davvero nessuno voleva lasciare lo stadio, nessuno avrebbe voluto staccarsi da un sogno vissuto assieme ad undici eroi vestiti di viola".