QUANDO LA RABBIA VIENE IN AIUTO
Finalmente la grinta, verrebbe da dire. Sì, perché la Fiorentina ieri contro il Crotone è tornata a mostrare il carattere che aveva smarrito, attaccando nel primo tempo con sostanziale intensità e, a tratti, giocando pure un bel calcio. Il medesimo sferrato alla paura, rialzando la testa con forte rabbia dopo il rovinoso 6-0 incassato a Napoli, e allo spettro della zona retrocessione la quale ora è un poco più lontana, per la precisione a sette lunghezze di distanza.
Le urla di Ribery a Castrovilli per i pochi tiri in porta - come da lui spiegato - una volta saltato l'uomo, la furia di Vlahovic (con se stesso) dopo il cambio operato dal tecnico Prandelli al 69', sono tutti sintomi di una personalità riemersa e una voglia di vincere quanto mai vitale. Così come il ritrovato apporto dei singoli, da Bonaventura ai suddetti Castrovilli, Ribery e Vlahovic, le cui qualità hanno trascinato la squadra viola al successo dell'Artemio Franchi.
Se infatti l'ex Milan ha trovato il primo (euro)gol in maglia viola, Castrovilli ha esaltato con un pallone al bacio l'inserimento di Ribery il quale, senza la minima difficoltà, ha servito di prima Vlahovic, al settimo centro in stagione. Adesso la Fiorentina conta gli stessi punti raccolti un anno fa al girone d'andata, e cioè 21, dai quali ripartire in vista di una seconda metà di campionato che necessariamente richiederà un minimo - si fa per dire - in più di continuità.