MILLE VOCI
Avevamo lasciato la variopinta Lega Calcio a bisticciare sulle porte aperte, o chiuse, della sfida di cartello della stagione Juve-Inter. Da quell'ultimo week-end in cui il pallone rotolò sul rettangolo verde, e nel quale i viola non andarono oltre lo 0-0 nel recupero della gara con l'Udinese, è già passato un mese, eppure la finestra temporale è come minimo destinata a protrarsi.
Allora è forse per questo che le discussioni e le posizioni opposte si ripetono a scadenze regolari. Lotito e la Lazio da una parte a spingere per la ripresa, Ferrero e Cellino che la vedono diversamente, De Laurentiis che manda in cassa integrazione i dipendenti del Napoli, sono solo alcuni esempi di come le spaccature proseguano senza sosta nel palazzo del calcio.
Un dibattito nel quale inserire il bisogno di un sostegno per affrontare l'emergenza e la ricerca di un accordo con l'Assocalciatori per la riduzione degli stipendi mentre UEFA e FIFA preparano una bozza d'estate nella quale si possa tornare in campo e terminare i tornei. Mille voci che si accavallano sul momento che coinvolge il Paese, con i due volti della quotidianità di ognuno di noi.
Se di fase due a livello istituzionale si può solo parlare, rimandando probabilmente una progressiva riapertura di un altro mese, è proprio a maggio che i favorevoli alla conclusione del torneo ipotizzano il ritorno agli allenamenti, con tutti i dubbi del caso. Poco resta da fare, così, a chi come la Fiorentina attende di capire quali e quanti saranno i rischi legati al ritorno all'attività. Anche perchè, al di là di ogni previsione azzardata o meno, dagli allenamenti a gruppi divisi alle partite vere il passo potrebbe poi non essere così breve.