LE BORDATE DI ROCCO E PRANDELLI TOCCA FERRO
Mi piacciono le persone dirette, che non le mandano a dire dietro, ma ieri le parole di Commisso mi sono sembrate un po’ pesanti nei toni più che nella sostanza. Voglio molto bene al nostro Presidente, trovo il suo modo di essere molto spontaneo una caratteristica che ce lo fa sentire vicino ma a volte bisogna usare termini e modi appropriati alle circostanze e lui, che è un grande imprenditore, dovrebbe saperlo. L’Italia non è l’America e non so se oltreoceano si possa permettere di apostrofare stampa, politica o chiunque la pensi diversamente da lui con fare risoluto della serie “o così o Pomì”. È ovvio che chi investe, chi si impegna economicamente in un’impresa come quella di acquistare una squadra di calcio e vuole costruire delle infrastrutture per farla crescere, voglia libertà di azione ma purtroppo la burocrazia e le lentezze procedurali mettono sempre i bastoni fra le ruote, ma sparare a zero su tutti (sindaco, ministro, comitati vari) non può che complicare la storia.
Non dico certo che uno debba arrendersi al triste modus operandi italico, ma un sano savoir-faire a volte è più produttivo o almeno non ci mette contro il mondo intero. A noi fiorentini piace essere bastian contrari, e con ciò siamo palesemente molto simili al nostro Patron, ma questo atteggiamento, questo Rocco pensiero comincia ad essere preoccupante come il continuo auto incensarsi. Ho profonda stima per lui e tutti quelli come lui che si sono fatti dal niente, che il sogno americano ha reso grandi ma occorre anche un briciolo di modestia quando si entra in una realtà che non è proprio la tua, come il calcio italiano. Va da sé che non vorrei che si scoraggiasse e si vivacchiasse se non riesce a trovare ricavi che ci aiutino a competere a livelli importanti, come non vorrei che fosse così permaloso se qualcuno gli fa qualche appunto in buonafede e senza pregiudizi. Gli riconosco tutti gli sforzi finanziari fatti fin qui per l’acquisto della Fiorentina e del terreno per il Centro Sportivo, apprezzo tantissimo la sponsorizzazione della Mediacom e avere aumentato il monte ingaggi, ma un attaccante non ce lo compra?
Voglio infatti tornare al pallone e alla prima di Prandelli a Firenze sulla panchina viola. Che rabbia non potere essere allo stadio per festeggiare questo evento e quando lo speaker annuncerà “in panchina a disposizione del Mister Cesare…” poter gridare tutti insieme Prandelli. Dispiace tanto anche perché la partita contro il Benevento evoca grandi emozioni se si ripensa alla gara del marzo 2018 che fu la prima dopo la morte di Astori. Fu una giornata tristemente colma di lacrime ma anche di grande amore nei confronti di chi ci aveva prematuramente lasciato e di chi era in campo a giocare nonostante il dolore.
È chiaro che domenica il mood sarà gioioso, si spera anche al novantesimo, e la curiosità di vedere una nuova Fiorentina è tanta. Il Mister non ha avuto tutti i calciatori per gli impegni delle nazionali, ma confido che abbia già dispensato saggezza e competenza sui suoi ragazzi. Auspico solo che Rocco non gliela abbia gufata a Cesare quando ieri ha detto “spero che Prandelli faccia bene, come l’ho sperato per Montella e Iachini”. Io ho toccato prontamente ferro e credo anche Cesarone nostro!
La Signora in viola