JOSIP L'IMPREVEDIBILE
Ci ha svegliati un po' tutti, Josip Ilicic. E ci pare giusto ripartire proprio dallo sloveno nell'analisi della gara della Fiorentina a Milano. Perchè dopo tanta attesa, dopo svariati bonus di fiducia non ripagata, finalmente Ilicic ha dato un senso a questa sua avventura in viola, o meglio, un apporto diverso alla sua squadra. Non solo in termini realizzativi con il gol che è valso il pareggio, ma anche come voglia, atteggiamento, volontà.
Quel che serviva a una squadra ancora una volta rientrata negli spogliatoi dopo un primo tempo praticamente non giocato. Senza idee, senza rapidità, senza interpreti di spessore come Borja Valero e Cuadrado. Lo spagnolo ha fatto più di un passo indietro rispetto alla buona prova di giovedì sera in Grecia, il colombiano se possibile ha fatto ancora peggio senza rendersi mai pericoloso.
In queste condizioni, e con la pazienza del caso che s'impone sia nei confronti di Bernardeschi che di Babacar (il senegalese, come del resto l'ex Crotone, non poteva chiaramente trovare subito continuità di gol dopo i centri contro l'Inter o in Europa League) ed è evidente come il problema principale della Fiorentina resti la fase realizzativa. I viola fanno moltissimo possesso palla, ma a tratti palesano enormi difficoltà anche solo ad arrivare al tiro, per non dire al gol.
E' in questo scenario che, allora, serve come il pane il rientro di Gomez aspettando Rossi. Perchè anche se scontato, il fattore che più pesa. ancora oggi sui viola. è l'assenza di questi due uomini che, da soli, sarebbero dovuti teoricamente bastare a garantire un buon numero di gol. Senza di loro, del resto, la Fiorentina rischia di restare sempre simile a se stessa, e per questo fin troppo prevedibile. Tanto che, alla fine, il punto prezioso di Milano arriva grazie a un imprevedibile Ilicic.