IL TIFO AL TEMPO DEL COVID19: V.C.CENTRO STORICO, NOSTALGIA DI CALCIO E DI..SPRITZ!

30.04.2020 00:00 di  Sonia Anichini   vedi letture
IL TIFO AL TEMPO DEL COVID19: V.C.CENTRO STORICO, NOSTALGIA DI CALCIO E DI..SPRITZ!

Oggi parleremo con il rappresentante di un viola club che riempie il cuore solo a nominarlo perché ci porta alla mente, negli occhi e nei sentimenti un luogo che manca tanto a noi fiorentini, ma anche a tutti gli italiani ancora alle prese con la quarantena da coronavirus. Almeno di non avere la fortuna di viverci, il centro storico di Firenze con le sue vie, i suoi monumenti, i suoi colori e le sue voci è una privazione che ci fa soffrire molto e sono proprio le bellezze della nostra città che vorrei omaggiare contattando Alessandro Marilli, vicepresidente del V.C. Centro Storico.

Alessandro, ci presenti il tuo viola club?

“Il club nasce nel 1969 dietro l’impulso dato da Fantechi con l’apertura del suo V.C. e dietro il bisogno di organizzare il tifo dopo la vittoria dello scudetto. C’era una grande passione fiorentina fra S. Croce, Via dei Neri e decidemmo di unirci. Uno dei presidenti è stato il babbo di Massimo Sandrelli e quest’ultimo rimane ancora come presidente onorario e una delle più belle penne italiane. Dopo 20 anni di presidenza Sandrelli, sono fiero di dirlo, è diventato presidente mio padre Enio. Siamo un centinaio di soci che abbiamo ritrovato entusiasmo con l’avvento di Commisso. Il coronavirus ha bloccato il calcio e le nostre trasferte che stavano diventando famose perché si partiva sempre con schiacciata e Spritz per tutti. Si arrivava belli carichi sugli spalti!”

Ti ricordi qualche aneddoto carino legato alle vostre trasferte?

“Risale a diversi anni fa, quando ero ancora giovane e si andò in trasferta a Brescia. Il nostro gruppo comprendeva persone di varie età inclusa la signora Marisa che fece una scenata perché voleva scappare per paura della carica dei tifosi avversari e lo faceva in modo molto pittoresco. Ridevamo tutti anche se al ritorno ci toccò stare tutti distesi in terra nel pullman per evitare contatti coi bresciani, inclusa la Marisa e le altre signore.”

Quanto ti manca il calcio giocato?

“Moltissimo, mi manca respirare lo stadio. Mi accontenterei anche di partite a porte chiuse, la domenica non è domenica senza il calcio.”

Pensi che troveranno il sistema per ripartire?

“Penso di sì, perché se riaprono aziende importanti, il calcio è fra queste. Ci sono più di 300.000 addetti, tanti che vivono il calcio come lavoratori dipendenti non come calciatori. Serve anche dal punto di vista sociale tornare a un po’ di normalità.”

Come stai vivendo il lockdown?

“La mia quarantena è durata 18 giorni perché poi sono tornato al lavoro anche se con le limitazioni del caso. E’ una grande tristezza, anche solo incrociare una persona ci porta ad evitarla, a scansarsi.”

Cosa hai riscoperto in questo periodo?

“Senza dubbio la famiglia e la condivisione. Ci siamo ritrovati a casa rispettando comunque i nostri tempi e i nostri spazi senza pestarci i piedi. E’ come quando siamo su una barca a vela, se non c’è un buon rapporto, se non siamo compatibili, non si può stare in uno spazio stretto. Anche i figli sono stati bravi e tutti i giovani in generale, forse più responsabili di tanti anziani, e questo vuol dire che abbiamo messo basi buone.”

Cosa vorresti che rimanesse anche dopo la crisi?

“Proprio questo senso della famiglia e delle cose che realmente contano. Non c’è traguardo di lavoro che possa competere con gli affetti. L’esigenza di contatto ci ha poi portati a riallacciare tanti rapporti con amici, con i quali ti eri perso di vista, ma che è bello scoprire che ci sono sempre per te.”

Come vorresti la tua Viola per il futuro?

“Vorrei che fosse la Fiorentina che abbiamo lasciato, con Ribery dietro a tutti i nostri ragazzi da Castrovilli, a Kouame, a Chiesa. Credo che questa situazione cambierà anche il modo di pensare di tanti calciatori che ritroveranno i valori veri come quello che può essere l’amore fra una città e la sua squadra.”

Se ti dico Fiorentina che cosa ti viene subito alla mente?

“Il colore viola, solo quello e il più bello.”

Quale partita vorresti rivivere? 

"Quella della semifinale di Coppa Italia a Torino contro la Juventus che vincemmo per 2-1 con doppietta di Salah. Siamo stati i primi a vincere alla Stadium ed è stata una grande soddisfazione.”

La Signora in viola

© foto di Pietro Lazzerini
© foto di Pietro Lazzerini
© foto di Pietro Lazzerini