IL TIFO AL TEMPO DEL COVID19: GRUPPO CIOCIARO, OLTRE LE DISTANZE

02.04.2020 00:00 di  Sonia Anichini   vedi letture
IL TIFO AL TEMPO DEL COVID19: GRUPPO CIOCIARO, OLTRE LE DISTANZE

Siamo ancora lontano dalla normalità e ancora di più dal calcio, da quel gioco che appare adesso come una realtà di un altro mondo, quello prima del Coronavirus. Ci piace però rimanere vicino ai tifosi, a coloro che amano i nostri colori e oggi lo facciamo con Federico Malandrucco presidente del Gruppo Ciociaro. Ci piace cominciare sempre dall’aspetto umano per poi passare a quello sportivo.

Federico com’è la situazione sanitaria dove tu risiedi?

“Equivalente al resto d’Italia, c’è poco movimento per le strade e chi lo fa è solo per lavoro o urgenze. Anche io esco raramente e solo per fare la spesa. Qui a Ceccano abbiamo 4-5 casi accertati, ma potrebbero uscirne altri. I problemi sono legati ai tagli alla sanità che ci hanno penalizzato e il Lazio è stato tartassato. La Ciociaria ha solo due ospedali e se aumenteranno i contagi crescerà il rischio, per i pochi posti in terapia intensiva. Siamo messi male.”

Pare banale, ma chi o cosa ti manca di più?

“I miei tre nipoti anche se li sento e vedo con le videochiamate. Ho la fortuna di vivere con i miei, avere al piano di sopra mio fratello con la compagnia e al terreno mia nonna, quindi riusciamo a farci un po’ di compagnia.”

Come nasce il Gruppo Ciociaro?

“E’ stato fondato da mio padre nel 1997, ma lui è tifoso viola dal 1959. Dal 2012 sono in carica io, anche se lui è rimasto come vice, perché così posso gestire meglio la parte social ormai determinante. Mio padre ha cominciato a portare me e mio fratello a vedere la Fiorentina al Franchi nel campionato ‘95-’96, ma è stato in seguito alla vittoria della Supercoppa contro il Milan che abbiamo fatto i nostri primi abbonamenti allo stadio. La partita non la vedemmo per pura scaramanzia perché circondati da milanisti, ma il giorno dopo siamo saliti a Firenze per abbonarci. Nel nostro paese siamo stati i primi all’epoca ad installare Tele+ calcio per vedere le trasferte e tutti i tifosi viola della zona venivano a casa nostra a vedere le partite. Per questo grande amore, mio padre Giuliano ha fondato il viola club che conta adesso 90 iscritti (da varie zone fra cui Ceccano, Frosinone, Cassino, Alatri, dintorni di Valmontone e nord Caserta) e siamo sempre rappresentati a Firenze, che si parta in pullman o in auto. C’è un simpatico aneddoto che riguarda mio padre: lui si innamorò di Hamrin dopo una storica vittoria viola contro l’Atalanta per 7-1 dove lo svedese fece ben 5 gol e scrisse alla Fiorentina per avere un autografo del bomber. Gli arrivò una bella lettera con scritto “a Giuliano da Kurt e Marianna”…la moglie di Uccellino aveva lo stesso nome di mia madre!”

E’ difficile essere un tifoso viola “sempre in trasferta”?

“No, ci facciamo l’abitudine. Qui a Ceccano siamo rispettati, quasi da tutti, anche perché ci sono tifosi di varie squadre e ognuno porta avanti la propria passione. Quando ero più piccolo però ho preso varie note a scuola perché bisticciavo coi ragazzi di altre fedi.”

Quale calciatore viola è impresso nel tuo cuore?

“Rui Costa perché è un uomo di grande spessore e parla sempre della Fiorentina con grande amore. Lui non se ne sarebbe mai andato da Firenze, se non fosse stato costretto per i problemi di Cecchi Gori.”

Se ti dico Fiorentina, cosa di viene subito alla mente?

“E’ un marchio distintivo, il mio vivere quotidiano. La Fiorentina fa parte di me e io non sarei io senza di lei.”

Quale partita vorresti rivivere?

“13 dicembre 1998 Fiorentina Juventus 1-0 gol di Batistuta. Quella vittoria ci mandò alle stelle e ci fece assaporare il trionfo, poi svanito per l’infortunio di Bati e la vicenda Edmundo.”

La Signora in viola