IL PENSATOIO

16.01.2015 00:00 di  Andrea Giannattasio  Twitter:    vedi letture
IL PENSATOIO
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© foto di Federico De Luca

Nella celeberrima saga di J.K. Rowling, il “pensatoio” è uno dei luoghi più importanti per Harry Potter ed i suoi allegri compagni. Una sede isolata dal mondo dove rivivere i ricordi del passato per prendere una decisione sul futuro. Non ha gli occhiali, non ha una cicatrice sulla fronte ma nel "pensatoio", attualmente, vi è rinchiuso anche Josip Ilicic. Un “babbano” al 100% che ancora non ha deciso se accettare o meno la ghiotta offerta che il Bologna del neo-ds Pantaleo Corvino ha recapitato ai viola: un milione di euro subito per il prestito oneroso più cinque milioni per il riscatto da parte dei felsinei al termine della stagione. 

Un accordo già trovato e sigillato, se dovessimo considerare esclusivamente il punto dei vista dei viola. Reso, però, ben più problematico a giudicare dalle remore dello sloveno. Chiuso in se stesso (il “pensatoio” di cui sopra), deciso al momento a non scendere in Serie B e - di fatto - ostacolo principale a tutto il mercato dei viola, che prima di muovere qualsiasi altro passo su tutti i fronti (entrate ed uscite) hanno intenzione di definire al più presto la cessione di Ilicic.

Il Bologna non ha ancora deciso di chiudere le porte in faccia al giocatore, anche se un primo no alla proposta dei rossoblù (la cui pazienza non è infinita) da parte del fantasista è già stato recapitato. L’ipotesi che porta al Torino resta sempre in piedi (soprattutto per le aspirazioni del giocatore, che vorrebbe restare in A) ma l’offerta presentata fino ad oggi dal club di Cairo ancora non convince (i granata sono fermi a due milioni in meno rispetto alla proposta di Corvino e a meno di clamorosi ribaltoni il Toro resta una prospettiva decisamente lontana). Novità, però, potrebbero arrivare nella giornata di oggi, quando i direttori Pradè e Macìa (che stanno tornando da un viaggio all’estero) dovrebbero incontrarsi o quanto meno avere un chiarimento con il procuratore di Ilicic, Amir Ruznic.  Per velocizzare la sua uscita dal fantomatico "pensatoio".