IL BONUS DI ROCCO, MA C'È ANCHE QUALCHE MALUS

08.10.2020 00:00 di  Sonia Anichini   vedi letture
IL BONUS DI ROCCO, MA C'È ANCHE QUALCHE MALUS

Menomale che quando non c’è il campionato non succede niente! Siamo passati dall’addio annunciato ma rumoroso di Chiesa, alle parole di Pradè con tutte le sue implicazioni, alla conferenza di Commisso per il Centro Sportivo con annesse e connesse frecciate a destra e sinistra. Ma andiamo in ordine e partiamo dal bimbo col broncio che da lunedì sera ha ritrovato il sorriso andando a vestire la più brutta maglia del panorama calcistico. Ma cosa gliene frega a lui dello stile, basta guardare come si è comportato per augurargli ogni bene e fargli presente che la mancanza di pubblico sugli spalti gli ha agevolato e non molto l’ultima  performance al Franchi in veste di capitano. Serberemo i baci e gli abbracci a quando tornerà a Firenze e quando speriamo di poter essere anche noi presenti…non vedo l’ora! Sono una vecchia provinciale, ma non mi piace far passare nell’indifferenza chi manca di rispetto alla nostra città e alla nostra maglia. Lo striscione appeso fuori dello stadio riassume il pensiero di molti tifosi.

Mi restano molti dubbi su come la trattativa è arrivata in porto a pochi istanti dalla chiusura del mercato, su questa rateizzazione creativa e mi tornano in mente le parole del Presidente che pretendeva 60 milioni. Mi immaginavo che dovessero arrivare tutti insieme o che lui avesse fatto il duro e alzato la voce. È vero che comprano tutti così, che i soldi non ci sono, che il Covid ha messo in ginocchio tanti, ma agevolare la Juventus proprio non mi va giù. “Pagare moneta, vedere cammello” dice il saggio, se ti urge in modo impellente avere Chiesino fra i tuoi, paghi alla grande e te lo prendi. Così non è stato e come ha detto però Pradè, ci siamo tolti un peso. Quello che è certo è che adoro in modo assoluto il suo sostituto, quel Callejon che ha risposto “Chiesa, chi?” alla domanda se si sentiva il suo erede. Sono partite risate a crepapelle visto il curriculum dello spagnolo, la storia da lui scritta, i calciatori coi quali ha giocato e il niente dell’ex viola. Vero che Callejon ha 33 anni, ma lui può fare il maestro a Chiesa non prenderne il posto.

Della lunga chiacchierata del DS ci sarebbero alcune cose da puntualizzare e, per fare in breve, mi soffermo solo sulle considerazioni indirizzare a Iachini “non ha mai allenato una squadra così forte” e quelle su Milenkovic e Pezzella “fossero arrivate offerte congrue sarebbero partiti” rafforzando il concetto con “se non rinnovano saranno ceduti”. Mi è preso un colpo quando ho sentito queste parole! Il Mister è messo alle strette, e già non aveva vita facile nemmeno prima, e trapela quasi un ultimatum e una spiccata simpatia nei suoi confronti. Ma se il tasto allenatore può trovare d’accordo molti, il fatto che i nostri migliori difensori potevano partire e partiranno sicuramente, mi lascia di stucco. Mi pare li abbia messi nudi sulla pubblica piazza, se fanno male d’ora in poi in noi si accenderà la spia “tanto se ne vogliono andare” e potremmo riproporre il quesito: diamo ancora la fascia di capitano a Pezzella se ha presentato alla società viola l’offerta del Milan per partire? Non mi faccio più illusioni e so che ormai siamo un trampolino di lancio, ma preferivo non sentirmi dire queste cose.

Ma non voglio arrabbiarmi oltre altrimenti Rocco mi brontola! Il Presidente ci bacchetta per come siamo orientati sempre verso la critica (purtroppo è nel nostro DNA) e presentandoci il prossimo bellissimo Centro Sportivo chiede pazienza, chiede di dargli almeno tre o quattro anni per arrivare a fare bene, a vincere qualcosa. Ho sempre detto che avrei dato un “bonus” alla nuova dirigenza e sono disposta ad aspettare questo lasso di tempo, ma non mi fodero gli occhi col prosciutto e se vedo qualche “malus” come il caso Chiesa, dalla gestione, alla fascia, alla cessione, le uscite di Pradè, la dichiarazione di volere arrivare nella parte sinistra della classifica o le troppe discussioni intorno allo stadio, che personalmente mi distruggono, mi sento in coscienza di sottolinearli.

La Signora in viola