CROLLA ANCHE L’ULTIMO BALUARDO

La disfatta di Bergamo mette il punto esclamativo sulla parola “emergenza”, quella che risuona da ormai molto tempo dalle parti del centro sportivo Davide Astori. La Fiorentina è completamente abbattuta. Se prima poteva contare sulla tenacia di alcuni suoi interpreti, ieri anche quella piccola certezza è venuta meno. Lo testimonia la facilità disarmante con cui la Dea ha insaccato tre reti, ma anche il dialogo di Cesare Prandelli e Capitan Pezzella a fine gara. Tra le certezze inesorabilmente venute meno, c’è anche Nikola Milenkovic. Proprio lui, che fino a un minuto prima del fallo su Zapata, da cui è scaturita la punizione del 2-0 atalantino firmato Malinovsky, era rimasto l’unica luce che poteva, a tratti, illuminare le buie partite dei viola, l'ultimo baluardo a resistere. Il serbo, che dall’inizio del campionato ha collezionato due gol, di cui uno contro il Genoa era stato uno dei pochi interpreti a reggere il peso del ruolo con continuità, malgrado il periodo nero della squadra. C’era riuscito anche durante la gara contro il Grifone, quando, con un temperamento da giocatore maturo, dopo aver perso la marcatura Pjaca si è riscattato con un gol salvifico.
Ma si sa, quando la nave affonda, vanno a fondo tutti. Non ci sono scialuppe di salvataggio esclusive. Ieri Milenkovic è risultato colpevole sul secondo gol sia per il fallo ingenuo provocato ai danni di Zapata, sia per il salto fuori tempo sulla punizione di Malinovsky. Non a caso la media dei voti dei principali quotidiani, lo ha eletto come il peggiore dei suoi. Quando anche i migliori sbagliano, significa che la situazione è grave. Quindi eccoci al ritiro. A mali estremi, estremi rimedi.
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