AVVISO AI FRANCHI TIRATORI
Il fine settimana da poco messo alle spalle, per quanto concerne la Fiorentina, è stato caratterizzato da un grande dibattito intestino in città, scatenato da alcune indiscrezioni filtrate dalla carta stampata: Rocco Commisso sembra aver deposto l'arte della diplomazia, ed imbracciato l'ascia di guerra - in senso figurato ovviamente - da puntare contro coloro che, per comodità narrative e in una metafora politica, potremmo chiamare i Franchi Tiratori. Il proprietario italo-americano, infatti, o chi è vicino a lui, avrebbe fatto filtrare un'insoddisfazione talmente marcata per le difficoltà incontrate nel percorso di realizzazione del nuovo stadio, tanto da star valutando un prematuro addio.
Nuovo stadio, o anche restyling dell'attuale impianto, il Franchi, opzione alla quale lo stesso Commisso aveva pubblicamente aperto qualche giorno fa, salvo ribadire però che se di rifacimento deve trattarsi, questo necessariamente dovrà essere portato avanti con le sue regole. Le idee del tycoon tendono ad una demolizione sostanziosa, con annessa ricostruzione per trasformare lo stadio della Fiorentina in una casa più accogliente, più moderna e funzionale alle esigenze che hanno oggi le società di calcio, la presenza di attività di altro genere che siano interconnesse con le partite, ma capaci anche di andare oltre al singolo evento del fine settimana.
Proviamo a ricostruire quanto accaduto negli ultimi giorni: dopo la sopraccitata uscita di Commisso, un immediato freno però è giunto dal soprintendente ai beni architettonici e paesaggistici, Andrea Pessina, il quale ha fatto capire che non solo è difficile pensare ad una demolizione sostanziosa, ma ha specificato pure che "abbattere il 40% del Franchi è impensabile". Quindi, dopo l'irritazione trapelata, ha provato a mettere acqua sul fuoco la deputata fiorentina Di Giorgi, che aveva parlato di una questione di tempo prima della notizia che le curve si possano abbattere, salvo poi però doversi scontrare con la smentita del ministro Franceschini, per poi ribadire che "presenterà un emendamento alla legge". E se anche il gabinetto di Nardella, nella figura del vice-sindaco Cristina Giachi, chiede "più elasticità, con tutto il rispetto per Nervi", significa che anche dalle parti dell'amministrazione comunale non stanno passando inosservate le insofferenze di Commisso.
Lo stesso presidente viola, poi, si dice sia pronto a parlare una volta scaduto il bando Mercafir, così da poter raccontare le proprie verità. Per il momento, incassa a pieno titolo l'approvazione della propria gente, visto che prima si è mossa l'ACCVC, centro di coordinamento del popolo viola, e poi un distaccamento autonomo di tifosi che ha dato vita al neo-nato Comitato per lo stadio nuovo di Firenze nell'area metropolitana. Firenze, stando anche ai sondaggi online, è compatta e schierata, pronta nella sua maggioranza anche a vedere la sua nuova casa calcistica fuori dai confini del comune. I Franchi Tiratori, insomma, sono avvisati: Rocco Commisso non è qua per vivacchiare, né per farsi passivamente succube di un gioco di sponda.