A PROPOSITO DI REAZIONI
Le difficoltà della Fiorentina sono note a chiunque la veda giocare, ma in casa viola c'è comunque l'ambizione di poter migliorare presto l'attuale classifica, anche grazie alla qualità presente in questa rosa, che non è certamente da zona retrocessione. Almeno sulla carta. Il gruppo è più forte di così, e deve presto dimostrarlo davvero: il punto, però, è che il calendario da qui al 2021 non offre certamente scontri agevoli. Il primo, domenica, è a Bergamo, in casa di un'Atalanta fresca di rinnovate emozioni per la conquista degli ottavi di Champions League che potrebbe essere da esempio per Prandelli sul come un gruppo possa reagire.
La vittoria ad Amsterdam non è certamente casuale: non è la prima volta che l'Atalanta riesce a sovvertire esiti che sembravano scritti in un altro modo, basti pensare proprio a come è nato il fenomeno stesso, agli albori dell'era di Gasperini, oppure alla rimonta dello scorso anno sempre nel girone di Champions, o al successo ad Anfield in questa edizione. Ma nel successo ottenuto dalla Dea in Olanda, stavolta, c'è anche qualcosa in più, visto che è arrivato a seguito di giorni difficilissimi, intensi, con discussioni intestine tra i principali protagonisti del giocattolo. Una reazione vera.
In comune con quello scenario, per quanto riguarda Firenze, c'è forse semmai un po' di acredine tra alcune delle parti coinvolte (società, stampa, tifosi) ma non quella scintilla di tensione positiva che alla Fiorentina in questo momento servirebbe come il pane, e che al momento nessuno ha mai visto davvero. Se non per quei minuti di furia agonistica finale contro il Genoa, sfociati nel pareggio di Milenkovic, tra i pochi disposti in quel momento - e in generale - a sfondare la porta per la causa. Ancora tra i viola non c'è il mordente necessario per scacciare le paure ed imporre a se stessi, e soprattutto agli avversari, una reazione decisa, netta. Domenica servirà qualcosa di tutto ciò, nella casa di chi ha fatto invece di questa dote un'arte.