FIORE-BENEVENTO, Le 5 curiosità del Museo ACF

11.03.2021 11:48 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
FIORE-BENEVENTO, Le 5 curiosità del Museo ACF
© foto di Federico De Luca

Il Museo Fiorentina - attraverso il sito ufficiale del club viola - presenta come sempre le cinque curiosità sul prossimo match della Fiorentina, ovvero quello in programma sabato a Benevento:

1. Un solo precedente in serie A, quello del 22 ottobre 2017, Benevento - Fiorentina 0-3 con gol di Marco Benassi, al 18’, di Babacar al 47’ e di Thereau che trasformò un rigore al 66’. Per il Benevento si trattò della nona sconfitta consecutiva davanti a 10.881 spettatori allo stadio Vigorito.

2. L'allenatore sulla panchina del Benevento, nell'unico precedente in terra campana tra le due squadre in serie A, era Marco Baroni. Baroni è un fiorentino D.O.C, classe 1963, cresciuto nelle giovanili viola con le quali ha vinto un torneo di Viareggio nel 1982 ed un campionato "primavera" nel 1983. Come spesso capita, a livello professionistico, Baroni ha conquistato i migliori risultati fuori da Firenze: uno scudetto col Napoli nella stagione 1989-1990 (tra l'altro conquistato matematicamente all'ultima giornata proprio grazie ad un suo gol contro la Lazio), ed una Supercoppa italiana ancora con i partenopei nel 1990. Con la prima squadra della Fiorentina Marco Baroni vanta una sola presenza in serie A, il 2 maggio 1982, quando (ancora 19enne) subentrò all'86' a Francesco Casagrande in un Inter-Fiorentina 1-1 (28esima giornata di campionato). A fine stagione Baroni inizierà un lungo peregrinare tra squadre di serie A e serie B, tra le quali Monza, Padova, Udinese, Roma, Lecce, Napoli e Bologna. 

3. Anche se Benevento-Fiorentina del 13 marzo 2021 si giocherà allo stadio Ciro Vigorito di Benevento, non possiamo non ricordare la partita di ritorno della stagione 2017-2018, disputata l'11 marzo 2018 all'Artemio Franchi di Firenze. Esattamente sette giorni dopo la scomparsa di Davide Astori. Fu una partita ad altissimo tasso sentimentale che rasentò il surreale in quanto a partecipazione e coinvolgimento emotivo del pubblico. Allo stadio ed a casa, davanti al televisore. A maggior ragione quando, al minuto 25, Vitor Hugo si eleva imperioso su un angolo calciato da Saponara e mette dentro alle spalle del portiere campano Puggioni. Il difensore brasiliano della Fiorentina portava il numero 31, che letto al contrario era il 13, il numero di maglia di Davide Astori. Memorabile il fischio finale dell'arbitro Pasqua di Tivoli che vide l'intera squadra viola abbandonarsi a terra, stremata, vinta dalla tensione e dalla pioggia incessante. Allo stesso modo significativo (e commovente) l'abbraccio dello stesso arbitro a Milan Badelj in segno di stima e di cordoglio per la perdita del proprio capitano. 

4. Il calcio a Benevento ha una storia complessa e travagliata: dal 1929 ad oggi la società è stata ricostruita numerose volte. Negli ultimi anni il Benevento ha raggiunto i livelli più alti della sua storia, conquistando per due volte la serie A – la prima al termine di una vera impresa sportiva con la doppia promozione dalla serie C (nel 2015-16) e dalla serie B l’anno successivo. Benevento, città ricca di storia, è chiamata anche “città delle streghe”, soprannome legato ai riti pagani che venivano effettuati durante la dominazione dei Longobardi nel medioevo. Il “Liquore Strega”, prodotto da un’impresa locale, è stato sponsor della ufficiale della squadra dal 1994 al 1997.

5. La partita di Benevento è l’occasione per ricordare un grandissimo giocatore che ha vestito la maglia viola ed ha allenato i campani: Francisco Ramon Lojacono. I’ “Loia”, come veniva chiamato a Firenze, esaltò il pubblico viola, soprattutto nel campionato 1958-59, un attacco atomico (95 reti) ed uno scudetto perso malamente. E’ stato uno dei giocatori più potenti e tecnici che abbia mai indossato la maglia viola. Argentino di Buenos Aires, classe 1935, arrivò in Italia nel gennaio 1957: la Fiorentina scelse di farlo giocare nel Lanerossi Vicenza (18 partite ed 11 gol), puntando su un altro oriundo, Parodi. Fu una scelta che pesò tantissimo sulla stagione viola (secondo posto in campionato e sconfitta nella finale di Coppa dei Campioni a Madrid). Irrequieto, in campo e fuori, Lojacono restò a Firenze fino al 1960, venne acquistato dalla Roma e tornò a Firenze nella stagione 1963-64. 126 presenze e 39 reti il suo bilancio in maglia viola (107 presenze e 35 gol nei primi tre anni).