STAVOLTA SONO MOLTO OTTIMISTA

STAVOLTA SONO MOLTO OTTIMISTA
© foto di Firenze Viola
sabato 19 maggio 2012, 00:00L'editoriale
di Leonardo Petri

Non ci crederete ma comincio ad essere ottimista. Nonostante continui a respirare un certo scetticismo la mia positività dipende essenzialmente da tre elementi. Il primo è che Oriali non arriverà più e non mi interessa sviscerarne i motivi, posso però dire con certezza che già dal primo incontro fra le parti la proprietà uscì poco soddisfatta dal colloquio. Non so se Oriali non sia rimasto convinto dal progetto espostogli, so invece che il suo modo di porsi non aveva, da subito, convinto Andrea Della Valle. Il secondo punto è che la società si sta prendendo tempo per scegliere con calma e, almeno mi pare, sembra non essere influenzata dalle turbolenze della piazza. Ieri tutti volevano Delio Rossi, oggi tutti vogliono Zeman. Inevitabile sia così ma la scelta deve essere solo e soltanto dei Della Valle e, al netto dei consiglieri più o meno ascoltati, forse sta proprio succedendo questo. Invito quindi tutti a fermarsi un attimo a riflettere su quest'aspetto, a prescindere dal fatto che anche io, probabilmente, sceglierei Zeman su Ranieri. Siccome deve instaurarsi un legame profondo fra proprietà, società e allenatore se la scelta cadrà su Ranieri ritengo sia quella la scelta giusta, semplicemente perché chi dovrà lavorarci avrà valutato al meglio lo spessore dell'uomo e del tecnico. Macia, tanto per dirne uno, ci ha già lavorato in due diversi periodi a Valencia. Il terzo motivo è che ho l'impressione che la Fiorentina stia allestendo un organico dirigenziale più in linea con l'Europa che con l'Italia e, questo, sinceramente, mi fa pensare che si sia sulla strada giusta. Mi spiego. Il direttore sportivo nei club più importanti del mondo è, sostanzialmente, una figura semisconosciuta, che conosce il calcio e vive di calcio 365 giorni all'anno. Sapete dirmi chi è il direttore sportivo del Bayern Monaco, e quello del Chelsea, tanto per citare le due finaliste di Champions? Ma lo stesso discorso vale per gran parte delle grandi squadre europee. Parliamo di lavoratori oscuri che conoscono il calcio ma difficilmente appaiono. In pratica il ritratto di Eduardo Macia. Arriverà, invece, un direttore tecnico responsabile di tutta l'area, colui che definirà le trattative avviate da Macia, che integrerà il lavoro dello spagnolo, supervisionerà il settore giovanile e rappresenterà il club negli ambiti tecnici. Un giovane ambizioso, che non sia ancora inquinato dal modo di lavorare tipicamente italiano, possibilmente che sappia le lingue e sia capace di lavorare di squadra. Sean Sogliano è un buon nome, così come il sampdoriano Sensibile. Così stando le cose il direttore generale, in pratica, c'è già, perché le funzioni del ruolo le sta svolgendo da tempo Sandro Mencucci. Avendo fiducia in lui non c'è, quindi, bisogno di doppioni. Infine la squadra. Sul punto c'è poco da dire. Le voci su Jovetic mi paiono al momento inconsistenti, Behrami mi dà l'impressione di voler restare, tutto il resto è rimpiazzabile. Venisse Ranieri scommetterei sulla conferma di Amauri (bene con lui alla Juve) mentre, in generale, vi dico di seguito chi non terrei o non riscatterei: Via Boruc, Cassani, (troppi 4,5 per acquistarlo dal Palermo), Natali (che ci ha pensato da solo), Kroldrup, Gamberini (non mi pare più motivato a restare), Romulo, Kharja, Marchionni (in scadenza), Amauri (io non lo confermerei) e, purtroppo, Vargas. Manderei in prestito a giocare in provincia Ljajic, Taddei (reduce da una buona stagione alla Carrarese), Iemmello (bene alla Pro Vercelli). Terrei Cerci, Lazzarri e, udite udite, Felipe. Riporterei a Firenze Piccini (che Zeman vorrebbe a Pescara). La prossima settimana vi dirò, ammesso vi interessi, chi prenderei senza dover costringere i Della Valle a svenarsi.

Leonardo Petri

giornalista di Canale10