IL GIOCO C’È, MA TROPPI ERRORI. ORA SONO QUATTRO LE SCONFITTE CON NOVE GOL PRESI E UNO FATTO. ATTACCO IMPALPABILE. EUROPA ANCORA POSSIBILE
Quattro sconfitte consecutive, tre in campionato ed una Coppa, roba da mal di pancia. Nove gol presi e solo uno fatto (Saponara a Salerno). La Fiorentina si è fermata al Venezia, vittoria di misura. Qualche giorno prima c’era stato il trionfo di Napoli (2-3), quello è stato veramente l’ultimo squillo della Fiorentina. Non è una squadra stanca, ma nemmeno più brillante. La fotografia è la differenza tra primo e secondo tempo a San Siro. Pronti via la Fiorentina è entrata in partita, ha manovrato con personalità e nell’arco della frazione ha creato tre chance per segnare: dopo 120 secondi con Cabral, poi con Igor - tiro fuori per centimetri - e infine con Saponara, buona la risposta di Maignan. In questo periodo il Milan ha fabbricato solo un’occasione, seppur clamorosa, con Giroud. Se i viola fossero andati al riposo in vantaggio non ci sarebbe stato niente da dire.
Nella ripresa la Fiorentina è andata progressivamente in calando. Il Milan è entrato più convinto in campo, con 70mila tifosi che spingevano anche se i 1000 viola facevano comunque la loro parte. Davanti la Fiorentina faceva fatica a tenere un pallone. Leao dopo 3 minuti ha graziato i viola sparando in curva. Poi ci ha provato Kessie, ma Terracciano ha chiuso la porta. Quindi Hernandez ha sfondato a sinistra e davanti al numero uno viola ha alzato la mira.
Il Milan con la Fiorentina sembra avere in comune lo stesso problema: deve creare tanto per far gol perché davanti non ha un terminale offensivo prolifico. I viola si sono fatti vivi dalla parte di Maignan solo una volta: cross di Biraghi e testa di Cabral, il francese in due tempi ha neutralizzato. Il Milan era sempre più nervoso, vedeva scivolare tra le dita il sogno di mettere mani pesanti sullo scudetto. Ci ha pensato la Fiorentina, con un regalo, a far esplodere San Siro. Igor ha toccato dietro per Terracciano nonostante ci fossero Rebic e Ibrahimovic in agguato, il portiere forse preoccupato ha sparato male il pallone, finito sulla destra e non al centro, zona nella quale Quarta era colpevolmente dietro a Leao, magari perché immaginava un lancio diverso e più largo. Leao si è visto recapitare sui piede una palla d’oro, ha puntato l’area e una volta dentro ha seccato sul primo palo Terracciano. E’ finita lì perché la Fiorentina non ha avuto più la forza di reagire. Fiaccata nel morale e nelle energie.
Anche l’ultima punizione al 50’ è stata battuta non bene da Biraghi.
I cambi di Italiano purtroppo stavolta non hanno portato risultati. Venuti non aveva brillato, Quarta peggio. Bonaventura al posto di Maleh che dopo aver essere stato ammonito al 2’ di gioco in seguito ha rischiato di beccare un altro giallo. Jack si è preso gli applausi dei 70mila dopo 6 anni di maglia rossonera. L’ex milanista ha preso un paio di punizioni con mestiere e ha dimostrato che una volta tornato in condizione la sua presenza sarà imprescindibile. Torreira ha sostituito Duncan, ma quest’ultimo aveva giocato una discreta gara, mentre l’uruguagio ancora non è al massimo. E’ uscito Gonzalez dopo una prova opaca ed è subentrato Ikonè, nuovamente evanescente. Si è fatto notare solo per una buona chiusura difensiva su Leao, ma dal francese e dal suo dirimpettaio argentino ci aspetteremmo molto di più. Non solo in termini di gol, ma anche di personalità. In due sono costati più di 40 milioni e la loro qualità dovrebbe consentirli di saltare l’uomo. Ci sono frangenti in una partita in cui calciatori del genere devono provare la giocata, creando la superiorità numerica. Troppo spesso vediamo invece Ikonè e Gonzalez tornare indietro scaricando il pallone sul compagno più vicino. E così l’azione muore.
Il tema degli esterni è importante ed è un nodo da sciogliere. L’unico che non tradisce quasi mai è Saponara, ma è un adattato. Porta la sua intelligenza tattica al servizio della fascia. E ha il gol nel sangue.
Sottil è entrato 30 secondi prima (per Saponara) del gol rossonero. Non aveva a disposizione molti minuti e non ha combinato nulla di significativo.
La Fiorentina non ha perso a Milano perché ha giocato male, ma solo perché ha commesso più errori. La squadra viola in questa stagione è andata oltre i propri limiti, ma non li ha eliminati. Quando la condizione di taluni interpreti viene meno per motivi normali in una stagione, le lacune riemergono. Aspettiamo le ultime tre partite. La prima sarà uno scontro diretto con la Roma e poi tireremo le somme. Soprattutto dovrà tirarle la società in accordo col tecnico. La Fiorentina per continuare la propria crescita ha bisogno di trasfusioni di qualità ed esperienza. Uomini in grado di leggere tra le righe di una gara.
Le valutazioni andranno fatte anche per l’attacco perché pure a Milano il reparto offensivo è stato impalpabile. Cabral e Piatek sono sotto osservazione, inutile negarlo. Anche sul portiere dovrà essere fatto un ragionamento. Dragowski andrà via e i dirigenti dovranno decidere se puntare su Terracciano oppure considerarlo un’alternativa.
L’Europa adesso è più dura da raggiungere, ma non impossibile. La pratica è ancora aperta. La Roma ieri sera è stata fermata sul pari dal Bologna e ora Mourinho ha 3 punti di vantaggio su Italiano, ma lunedì sera a Firenze ci sarà la sfida verità. Stasera scenderà in campo l’Atalanta contro la Salernitana: Gasperini è sotto di un punto, se vincesse contro Nicola scavalcherebbe la Fiorentina che scivolerebbe all’ottavo posto. Tutto, dunque, è ancora molto fluido.
La Fiorentina ha il dovere di provarci e comunque a 3 turni dal termine i viola hanno 16 punti in più dei 40 complessivi raccolti un anno fa. Possono raccoglierne altri. Se questo non è un trionfo, poco ci manca…