UNA PARTITA DA VIVERE COME LA CHAMPIONS. VLAHOVIC JUVENTINO DA UN ANNO, CI RISPARMI EVENTUALI SCUSE. IL GRUPPO DI ITALIANO È LA FORZA CHE ALLEGRI NON HA POTUTO COMPRARE

02.03.2022 11:05 di  Pietro Lazzerini  Twitter:    vedi letture
UNA PARTITA DA VIVERE COME LA CHAMPIONS. VLAHOVIC JUVENTINO DA UN ANNO, CI RISPARMI EVENTUALI SCUSE. IL GRUPPO DI ITALIANO È LA FORZA CHE ALLEGRI NON HA POTUTO COMPRARE

Partiamo dal presupposto che la Fiorentina ha utilizzato come claim per presentare la partita di questa sera: non è stata, non è e non sarà mai come le altre. In città questo si percepisce, lo percepiscono i giocatori. I tre giorni che ci hanno diviso da Sassuolo a oggi, hanno aumentato di giorno in giorno la carica di una città che vive per queste notti. Una vera e propria notte di Champions, citando Odriozola e la sua intervista di ieri. 

Sì perché è inutile prendersi in giro: questa semifinale di Coppa Italia, ha il sapore delle serate speciali. Quelle che fanno innamorare i bambini della propria squadra. Quelle che chiamano a raccolta la passione di un popolo intero. Una di quelle notti che ricordano i primi amori, le farfalle nello stomaco, l'attrazione verso la possibile delusione. Esattamente come un quindicenne davanti alla prima vera cotta. Come quando 14 anni fa, proprio il giorno in cui la Fiorentina riuscì a battere la Juventus in rimonta a Torino per 3-2 con gol di Osvaldo e relativa mitraglia, mi innamorai di mia moglie, una vita legata a doppio filo con questa partita, per somma gioia della controparte. 

E così la vivrà Firenze e tutti i tifosi della Fiorentina in giro per il mondo. La vivrà così anche il presidente Commisso, ancora lontano ma sempre vicino e attento col telefonino a bollore quando si tratta della sua Fiorentina. Non ci sono vie di mezzo davanti a un appuntamento del genere, c'è solo una grande voglia di viverla tutti insieme. 

Con ogni probabilità, dall'altra parte della barricata per la prima volta dal suo addio, la vivrà in modo simile anche Dusan Vlahovic. Il capocannoniere che ha lasciato Firenze per sposare i bianconeri. Un matrimonio fortemente voluto e studiato a tavolino da diversi mesi. La Fiorentina ha iniziato a trattare con lui un rinnovo che non sarebbe mai arrivato a dicembre del 2020, quando cioè Prandelli, in accordo col club, decise di affidargli la titolarità del ruolo di centravanti. 

In estate l'accordo sembrava vicino, almeno la Fiorentina aveva avuto questa sensazione. Ma dopo Moena e arrivati a fine mercato, Vlahovic ha rimandato giorno dopo giorno fino a costringere la Fiorentina a restare col Kokorin in mano. Un cerino inutile ai fini della rosa di Italiano e che ha permesso a Vlahovic di giocare senza pressioni fino all'addio di gennaio. Una presa di giro se vogliamo, che la Fiorentina non aveva capito e che ha subito in tutto e per tutto. Poi è stato il tempo della ricerca di una nuova squdara che acquistasse Vlahovic per non mandarlo alla Juventus. Ma tutto è stato vano, l'accordo era già stato trovato, tant'è che dopo la telefonata di Cherubini arrivata prima della partita col Cagliari e che ha dato il via alla cessione più costosa di sempre, ai bianconeri sono bastate meno di 48 ore per presentare un plico di fogli che rappresentavano il nuovo contratto di "DV7". Un lasso di tempo troppo breve per credere che la trattativa sia nata e conclusa in pochi giorni. 

Uno juventino, dunque. Come avevamo raccontato tra diverse difficoltà con i nostri inviati in Serbia. Tutti parlavano del futuro alla Juventus di Dusan Vlahovic. Gli amici, gli ex allenatori, i dirigenti. Nessuno ci voleva credere e alla fine così è stato. Ma adesso è chiaramente arrivato il momento di voltare pagina e anzi, vista tutta la juventinità espressa dal momento dell'addio oltre che nella scelta di scegliere solo e soltanto la Juventus, chiediamo a Vlahovic che nel malaugurato caso dovesse segnare, non si trattenga. Non chini la testa, non alzi le mani per chiedere scusa. Ha scelto la Juventus, si comporti da juventino ed esulti. Magari poi ad esultare alla fine dei due incontri sarà la Fiorentina e nessuno si sognerebbe mai di non esultargli in faccia visto quanto accaduto. 

L'importante è che da parte dei giocatori della Juventus non ci siano sfottò come quello di Tevez nel famoso 4-2, non ci siano provocazioni. Dall'altra parte, i fischi vanno benissimo, anche se conoscendo Vlahovic, lo galvanizzerebbero e basta. Però è impossibile chiedere al pubblico viola di non sfogarsi e nessuno chiede questo. La vera richiesta è sul contenuto dello sfogo: evitare ogni razzismo, ogni parola fuori luogo, diventa fondamentale. Tutto il mondo guarderà il Franchi e tutti saranno pronti a puntare il dito verso una comunità, nel caso in cui anche pochi decidano di trasformarsi in beceri ignoranti. Ancor di più mentre il mondo è terrorizzato da una guerra inutile che rischia di coinvolgere tutti, evitare di cadere in orribili tentazioni è un dovere civico e morale dei discendenti della Culla del Rinascimento. 

La Fiorentina si gioca una partita unica, Vlahovic faccia il suo, ci penserà il gruppo viola a metterlo in difficoltà. Ci penseranno i giocatori che stanno dimostrando di essere andati oltre la cessione del terminale offensivo più in forma al mondo. Italiano ha costruito una macchina che funziona, in cui tutti i componenti si spalleggiano e si sostengono. Chi ha potuto vedere gli allenamenti parla di un gruppo che va a mille all'ora. Concentrazione massima e tanta carica, con la voglia di restare attaccati al doppio confronto con un risultato positivo da utilizzare nella partita di ritorno. Piatek ha detto che la Fiorentina vuole fare la storia, e questo è effettivamente il momento per farla. Al di là di ogni critica precedente. Di ogni mugugno legato al passato. Di ogni parola di troppo. E domani speriamo di svegliarci tutti col sorriso di chi ha assistito a un pezzo di bella storia. Visti i tempi che corrono, ne abbiamo bisogno.