IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI

30.08.2013 02:02 di  Stefano Borgi  Twitter:    vedi letture
IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI

Lo sosteneva Machiavelli che, non a caso, nasce a Firenze. Lo ha pensato Montella che (anche lui non a caso) nasce vicino Napoli. Il dubbio, semmai, è se il nostro titolo sia un'affermazione oppure una domanda (Il fine giustifica i mezzi?) Difficile dirlo, e comunque Vincenzo lo ha pensato così intensamente che tutta la squadra si è adeguata, lasciando pochissimo allo spettacolo. Obiettivo, la qualificazione al girone di Europa League. Obiettivo raggiunto. Firenze e Napoli, due città, due popolazioni apparentemente agli antipodi, molto più simili in realtà di quanto sembri. Entrambe fanno leva sull'arguzia, sulla furbizia... sul machiavellismo appunto. Magari lo esprimono in maniera diversa, ma il senso è identico. E allora perchè sorprendersi (o ancor peggio lamentarsi) se una squadra di Firenze allenata da un napoletano si qualifica speculando? Massimo risultato col minimo sforzo, pur soffrendo... eccome. Ma andiamo con ordine.

NETO, ANCORA TU? L'immagine è stato quanto di più tenero abbiamo visto su un campo di calcio. L'arbitro fischia il 90' e, in ordine di apparizione, Aquilani, Gonzalo e Borja Valero vanno da Neto e lo abbracciano. Non contenti gli danno il cinque, gli stringono la mano, e poi pacche sulle spalle come se piovesse... Insomma, il vademecum del bravo consolatore. Chapeau, non c'è che dire, se non fosse che parliamo di calcio e non di opere missionarie. Che Neto sia un bravo ragazzo, nessun dubbio. Che sia una bella persona, altrettanto. Ma i bravi ragazzi si fanno sposare alle figlie (vecchio detto sempre in voga) e non si usano per giocare a calcio. Fino al delirio di Savic: "Neto può diventare uno dei più forti d'Europa". Peccato che il montenegrino si sia scordato di dirci in quale vita e in quale dimensione questo potrà accadere. Comunque da parte nostra siamo per cambiare portiere, ma (ahinoi) non abbiamo nè i soldi di Della Valle, nè (buon per la Fiorentina) sediamo sulla panchina viola. Ai posteri...

RITARDO DI CONDIZIONE - Diciamocela tutta: il Grasshopper era molto più avanti della Fiorentina. Come preparazione, come condizione fisica e mentale. E non è una scusa, è la pura realtà. Montella ha poi fatto una scelta, ovvero schierare la miglior formazione (eccetto Rossi ed Aquilani) che vuol dire schierare giocatori giunti alla terza partita in otto giorni. Parliamo di Gonzalo, Pasqual, Gomez, Cuadrado e Borja Valero. Sopratutto questi ultimi sono sembrati in netto ritardo, stanchi, svuotati, addirittura il colombiano ha accusato una contrattura al polpaccio. Impensabile potesse ripetere le recenti, devastanti prestazioni. Eppure Montella lo ha fatto giocare (al pari dello spagnolo, in evidente riserva) perchè passare il turno era troppo importante. Impossibile rinunciare ai giocatori migliori, seppur in debito d'ossigeno. Come dicevamo... il fine (la qualificazione) giustifica i mezzi (l'utilizzo dei giocatori migliori). Anche se i mezzi, stavolta, erano limitati.

GOMEZ, A PICCOLI PASSI... Dopo l'autorete provocata di Zurigo e il quasi-gol contro il Catania, stavolta Mario ce l'aveva fatta: stacco di testa e gol! Macchè, niente da fare, la bandierina del segnalinee si alza impietosa e l'appuntamento con la gloria è rimandato. Sarà per la prossima. Purtroppo questa è una frase che andiamo ripetendo da settimane, esattamente dall'amichevole con l'Apollon di Limassol (27 luglio). Da quel giorno, per Super Mario, tre amichevoli (Gaziantepspor, Villareal e Sporting, non tutte giocate per intero) e tre partite ufficiali a secco di gol. Digiuno completo da 6 partite. Nessun campanello d'allarme, ci mancherebbe, però lo dice anche Montella: "Di Mario siamo contenti, del suo impegno, di come lavora per la squadra. Quando poi inizierà a segnare (sorrisino sardonico ndr.) sarà il massimo". Monsieur Lapalisse, altro che Machiavelli...