MACIA A FV, CORVINO ORA VUOLE VINCERE. ACCENTRATORE? NON LO È. E SU SOUSA...

Esclusiva di Firenzeviola.it
30.05.2016 14:15 di  Andrea Giannattasio  Twitter:    vedi letture
MACIA A FV, CORVINO ORA VUOLE VINCERE. ACCENTRATORE? NON LO È. E SU SOUSA...
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Pantaleo Corvino è pronto a tornare alla Fiorentina. Carico come non mai e con tanta voglia di vincere. Nella giornata di oggi è atteso infatti l’annuncio ufficiale che sancirà il ritorno del dirigente salentino a Firenze, che sta già da tempo lavorando con grande attenzione al mercato viola. Per parlare del ritorno alla Fiorentina di Corvino, Firenzeviola.it ha contattato in esclusiva l’ex direttore tecnico viola Eduardo Macià, che proprio il dirigente pugliese potrò a Firenze nel 2011 e che poi ha continuato a fare le fortune del club viola nelle due stagioni successive a fianco di Daniele Pradè.

Direttore, qual è il suo primo ricordo di Pantaleo Corvino?
“È sicuramente un ricordo positivo. Fu Pantaleo che decise di portarmi a Firenze nell’ottobre 2011 poiché voleva creare una nuova struttura del comparto tecnico basata sullo scouting e su una nuova gestione operativa: qualcosa di nuovo per il panorama di Firenze. Pantaleo pensò a me per questo suo progetto, io che ero un direttore sì giovane ma con molta esperienza dopo le avventure al Valencia, al Liverpool e all’Olympiakos. In quell’anno la Fiorentina aveva grande margine di crescita e per me quello fu un percorso davvero affascinante”.

Un progetto decisamente ambizioso, dunque.
“Sì, ma sotto questo aspetto Pantaleo è sempre stato un precursore. Ha sempre avuto come obiettivo quello di far crescere la società per portare aria fresca ogni anno con nuove idee. In un calcio competitivo come questo, avere certe risorse è fondamentale perché le capacità, spesso, sono molto più importanti dei soldi”.

Quali doti pensa porterà alla Fiorentina con il suo ritorno?
“Pantaleo, oltre ad essere un grande conoscitore di calcio ed un gestore di risorse determinato, è prima di tutto ambizioso. Se è tornato a Firenze, lo ha fatto perché vuole crescere e vincere, non per altro. Sono convinto che la società si beneficerà del suo lavoro fin da subito, dato che lui la conosce molto bene”.

Cos’è la cosa che apprezzava maggiormente di Corvino quando ha avuto modo di lavorarci a fianco?
“Ho sempre ammirato la calma e le pause di riflessione che aveva quando doveva prendere una decisione ma anche, nel contempo, la determinazione che metteva quando doveva fare delle scelte. Pantaleo è sempre stato esigente con le persone che lavoravano a suo fianco e questo è un aspetto di lui che mi è sempre piaciuto. Corvino poi capiva quelle che erano le mie capacità in ambito lavorativo e me le ha sempre riconosciute”.

In molti dicono che Corvino sia un vero accentratore, una sorta di “uomo solo al comando”: lei è d’accordo?
“Con me non era un accentratore, anzi forse non lo è mai stato. Per capire a fondo la mentalità di Pantaleo, bisognerebbe stare nella sua testa… A lui piace la gente propositiva e determinata, collaboratori che sappiano dare un valore aggiunto a ciò che lui stesso fa. Se tu lavori bene, Corvino te lo sa riconoscere”.

Pensa che Sousa sia l’allenatore giusto per Corvino?
“Pantaleo è capace di lavorare con tutti gli allenatori, non è dirigente che si focalizza su un solo tipo di calcio”.