FACCENDA, Noi più forti ma retrocessi. Laudrup...

01.12.2020 14:15 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
Fonte: Lady Radio
FACCENDA, Noi più forti ma retrocessi. Laudrup...
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Mario Faccenda, cinque anni e 143 partite con la Fiorentina, è intervenuto poco fa per parlare del delicato momento in casa viola: "I giocatori mi sembrano validi: in difesa abbiamo Pezzella, Milenkovic e Caceres, tutti nazionali e di grande esperienza. In mezzo al campo abbiamo Amrabat che l’anno scorso al Verona era impressionante; Castrovilli è un talento e Pulgar ai tempidi Bologna era un gran centrocampista. Il problema è la mancanza di gruppo: tutta la squadra fa il minimo indispensabile, non vedo sacrificio, quello scatto in più che ti può far vincere una partita. Gli attaccanti sono i più sottotono è vero, ma a loro arrivano pochi palloni. La situazione è preoccupante. Noi nel '93 siamo retrocessi con una squadra più forte, avevamo Batistuta, Laudrup, Baiano, Effenberg…. Se non si trova la quadratura giusta diventa complicato. Ora bisogna pensare al Genoa, è una partita delicatissima, anche loro sono con l’acqua alla gola. Ai tempi nostri in un periodo del genere avremo fatto qualche giorno di ritiro: lo facevamo per ritrovarci e fare gruppo, stare insieme per creare un legame. In quei giorni si curava tutto, da alimentazione a parte psicologica".

Faccenda è stato chiamato anche a commentare le recenti dichiarazioni di un suo vecchio compagno di squadra ai tempi della Fiorentina, Brian Laudrup: l'ex centrocampista viola ha detto la sua sulle accuse di minacce subite dal danese ed i compagni nell'annata '92-93: "Da quanto ricordo io non è stata una situazione così estrema, c’è stata contestazione e dialogo. Ci sono stati parecchi faccia a faccia coi tifosi  ci sono state discussioni ma io personalmente non ho mai assistito ad atti di violenza, poi se ci sono giocatori che hanno avuto paura è un altro discorso, ma nessuno ha alzato un dito perché loro, i tifosi, anche se con modi duri cercavano di aiutarci. Forse Laudrup ha pagato la differenza tra il calcio che viveva in casa sua e quello che viviamo qui, che è totalmente diverso".