LA MISSIONE DI CONTE

21.08.2014 11:24 di  Giulio Incagli   vedi letture
LA MISSIONE DI CONTE
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Tredici anni da calciatore. Tre da allenatore. Otto scudetti in tutto. Antonio Conte è una delle più fulgide rappresentazioni di quella che nel gergo calcistico viene chiamata una vera e propria bandiera. E questo potrebbe essere anche un fattore positivo in un calcio dove l’attaccamento alla maglia e ai colori è ormai un concetto utopico ai più. Però, quella maglia, tanto amata e osannata da Conte, ha strisce alterne bianco e nere, è stata indossata dai più grandi calciatori della storia del calcio e ha rappresentato fin dalla notte dei tempi il peggior incubo per la Fiorentina e i suoi tifosi. E con questo? Conte e Firenze, due rette parallele che non si incontreranno mai. O almeno, non direttamente.

Il 15 luglio, però, il tecnico salentino spiazza tutti, tirando clamorosamente i remi in barca a circa un mese e mezzo dall’inizio del campionato. La Juventus corre ai ripari, ingaggiando nottetempo Max Allegri, ma sul futuro di Conte nessuno osa azzardare pronostici. Improbabile una sua permanenza in Italia, difficile l’approdo a metà luglio in uno dei top club europei. E allora? L’ipotesi Nazionale viene scartata quasi a priori. Una patata troppo bollente per un allenatore del suo calibro. A cambiare le carte in tavola ci pensa però Carlo Tavecchio. La candidatura di Mancini non sta più in piedi (Lotito uno dei grandi elettori del nuovo presidente federale) e allora l’unica alternativa reale e concreta rimane quella dell’ex allenatore della Juventus. Contratto faraonico e carta bianca fino al 2016. La soluzione migliore per tanti. Il male minore, ma necessario per altri. Nessuno può discutere le qualità di Antonio Conte. Del resto, i risultati parlano per lui.

Le parole al miele in sede di presentazione nei confronti di Pepito Rossi e la visita prevista per oggi al centro sportivo viola (LEGGI QUI), sono un chiaro tentativo di accorciare il fossato che divide Conte da Firenze e dalla Fiorentina, ma soprattutto di allacciare i rapporti con Vincenzo Montella. Insomma una vera e propria missione. Oggi i due parleranno delle condizioni del talento italo-americano e della sua gestione da qui all'amichevole di settembre contro l'Olanda. Un patrimonio troppo importante anche per il neo ct per essere trascurato o collocato in secondo piano.