UNO STRISCIONE PER DIEGO

28.03.2012 00:50 di  Stefano Borgi   vedi letture
foto di Stefano Borgi
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© foto di Firenze Viola

Nessuna volontà di mischiare il sacro col profano, laddove sacri sono i sentimenti e profane le passioni calcistiche. Nè tantomeno essere grevi, superficiali, irrispettosi per il dolore altrui. A Diego ed Andrea (per una volta ci permettiamo di chiamarli confidenzialmente per nome) va il nostro abbraccio, forte e sincero, per la perdita di papà Dorino, allo stesso tempo nutriamo la flebile speranza che da un evento doloroso possa nascere un messaggio di pace. Ci riferiamo al distacco che intercorre tra Firenze e la famiglia Della Valle, segnatamente col fratello maggiore Diego. E' ormai nota la querelle sulla simpatia, sul tifo, sul considerare la Fiorentina un hobby da parte dell'ex-patron, e la volontà dei tifosi che proprio lui si riavvicini, si reinteressi alle cose viola, che torni allo stadio. Insomma... che riprenda in mano le redini della società. Questo senza nulla togliere ad Andrea, ci mancherebbe, ma l'assenza di Diego pesa, pesa tantissimo. Ecco perchè auspichiamo un gesto, un pensiero, perchè no...uno striscione per Diego (e anche per Andrea), uno striscione per i fratelli Della Valle in occasione della partita casalinga col Chievo di domenica prossima. E attenzione: culliamo questa speranza da mesi, auspichiamo da tempo una mano tesa (lungi da noi cavalcare il momento che resta di dolore personale), che però parta dalla tifoseria, verso due persone che (volente o nolente) hanno restituito la Fiorentina a Firenze. Sappiamo già che molti tifosi non saranno daccordo, una cosa è il rispetto per la perdita di un familiare, un'altra è il rispetto per la maglia, per la squadra di calcio. E poi non si possono dimenticare due anni di fallimenti, umiliazioni, atteggiamenti distanti, piccoli ricatti, promesse accennate e non mantenute. Tutto vero, tutto giusto. Però, lo sappiamo tutti, sono proprio le circostanze negative che riavvicinano le persone, spesso sono le sofferenze che cancellano anni di malintesi, di attriti, di incomprensioni. Ed è confidando nella civiltà, nel grande cuore di tutti i tifosi viola che noi spingiamo per un passo verso la famiglia Della Valle. A maggior ragione in un momento come questo.

Eppure, i tempi in cui le cose filavano d'amore e d'accordo non sono poi così lontani. Lo striscione che vedete a corredo di quest'articolo ("Grazie Diego ed Andrea, genitori di questa grande Fiorentina") risale all'8 febbraio 2006, fu appeso alle cancellate del Franchi all'indomani di un Fiorentina-Inter di campionato. Finì 2-1 per i viola con i gol di Brocchi e Jimenez. Era la Fiorentina di Prandelli, di Frey, di Toni, erano i tempi nei quali Diego ed Andrea facevano coppia fissa in balaustra. Firenze li adorava, loro adoravano Firenze, l'Italia intera ammirava quella squadra che giocava al calcio, in modo genuino, naturale. Ammirava quella dirigenza esempio di sportività, di civiltà, quella società che faceva del fair-play la propria bandiera, che di lì a poco inventerà il "terzo tempo", che legherà indissolubilmente il proprio nome a "Save the Children". Poi arrivò calciopoli e, se possibile, il legame si mostrò ancora più forte. Le magliette con sù scritto... "Io sto con Della Valle", i tifosi che dimostrarono a loro favore sui binari della ferrovia (ahimè, qualcuno ne sta ancora pagando le conseguenze) ed i fratelloni che ripagavano la passione della gente con due qualificazioni in Champions League, una semifinale Uefa, una campagna acquisti da 50 milioni (accadde nel 2008), nomi del calibro di Mutu, Gilardino, Vargas, Jovetic... Una sinergia perfetta, un'alchimia spontanea, un mix irripetibile messo insieme da Cesare Prandelli (in primis) e da Pantaleo Corvino.

Poi arrivò la primavera 2009, il ciclone Ovrebo, ed il giocattolo si rompe. Per sempre. Al centro di tutto la lite tra Diego e Cesare, le sentenze personali di calciopoli, l'autofinanziamento, l'eclissarsi dello stesso Diego Della Valle. Da quel giorno tra gli imprenditori marchigiani e la tifoseria si è alzato un muro, e la Fiorentina è precipitata. E precipita tuttora, senza vederne il fondo. Ci sono dei piccoli bagliori: il contratto di Jovetic, l'arrivo di Delio Rossi, l'allontanamento di Corvino (non ce ne voglia Pantaleo, ma era inevitabile). C'è sopratutto un gesto che la tifoseria può fare fin da domenica: una frase, un coro, uno striscione, qualcosa che suoni di conforto a due persone che soffrono, un messaggio positivo per il bene di Firenze e della Fiorentina.