TRA CALIMERO E "TAFAZZISMO"

21.01.2012 01:26 di  Stefano Borgi   vedi letture
TRA CALIMERO E "TAFAZZISMO"
FirenzeViola.it
© foto di Giacomo Morini

Ricordate la famosa pubblicità della Mira Lanza? Si era più o meno a fine anni '60, si parlava di un detersivo, ed il protagonista era Calimero, pulcino piccolo e nero. Segni particolari: tutti ce l'avevano con lui (famoso il tormentone: "tutti ce l'hanno con me perchè sono piccolo e nero. E' un'ingiustizia però...") Oggi, il piccolo Calimero ci è tornato in mente ascoltando le esternazioni del presidente viola Mario Cognigni. E siccome, per suo stesso dire, Cognigni parlava a nome di Andrea Della Valle, assimiliamo il piccolo pulcino a tutta la dirigenza viola, che si sente, accerchiata, perseguitata, vittima appunto... di un'ingiustizia (testuale). Una sorta di novello "incompreso", e mai Firenze fu sede più appropriata perchè sul tema (si era nel 1966) Comencini ci costruì un film meraviglioso. A differenza del povero pulcino, però, il Calimero viola reagisce e adombra un distacco, un allontamamento della proprietà in caso di reiterata contestazione. Ultimatum? Avvertimento? Qualcuno ha parlato di ricatto, forse esagerando... Di certo un malessere certificato, radicato, che per il futuro non lascia presagire niente di buono.

Dicevamo di Cognigni, in assenza di Andrea il primo a metterci la faccia. Dalla prima chiaccherata informale di due anni fa a Cortina (puntualmente riportata da tutti i giornali...sennò cosa eravamo lì a fare?), alle molteplici conferenze stampa "ad invito", per passare alla sala stampa di quest'anno (sempre a Cortina) dove disse che Cerci non avrebbe più fatto parte del progetto viola. Quindi le frasi famose: "la farsa è finita" riferita a Montolivo, la querelle tra lo stesso 'Montolo' e Nocerino (sembra) innescata da un rivelazione dello stesso Cognigni, la locuzione "a breve" ormai diventata un "must" di casa viola (l'ha ripetuta recentemente anche Andrea della Valle). Fino all'ennesima chiaccherata informale di oggi culminata col giro delle sette chiese tra campini, bar Marisa e stadio Franchi. E sempre quella sensazione di accerchiamento, di persecuzione, di persona che vorrebbe ma non può, che cerca di spiegare ma non ci riesce, che sopporta ma non capisce. E sopratutto non si adegua. Da parte nostra non ne abbiamo mai fatto mistero: noi stiamo con Della Valle. Un pò perchè li riteniamo il male minore, un pò perchè dopo di loro c'è il dirupo, un pò perchè confidiamo nella loro voglia di rivincita, nella loro mentalità vincente, nella cittadella (vero e proprio spartiacque della rinascita viola) che sembra di là da venire. Quindi, per la proprietà transitiva, stiamo con Andrea (Diego, purtroppo, non lo nomino neanche), con Pantaleo, con Mario, con Sandro, con Vincenzo etc. etc. E a loro ci permettiamo dare un consiglio, affinchè prendano con sè gente di calcio. Personaggi che spieghino loro, una volta per tutte, come funziona il circo Barnum del pallone, che decodifichi le regole non scritte di un mondo spesso impazzito, irrazionale, dove (ahimè) la meritocrazia spesso non ottiene lo "ius primae noctis". Dove il malumore è di casa, dove il "vaffa" è il pane quotidiano, e dove chi paga ha il sacrosanto diritto di contestare. Sia detto, in maniera civile. Lo abbiamo detto più volte, a Firenze basta poco. Basta qualche gigantografia in sede che ricordi il glorioso passato, qualche allenamento in più a porte aperte, qualche figura rappresentativa in società (un'idea... perchè non richiamare Jorgensen? Eppure fu anche nominato presidente della Fondazione Fiorentina...) qualche prezzo abbassato, qualche promozione per riportare la gente allo stadio. E se la gente contesta, se al "Franchi" non ci va più nessuno, se la Fiorentina è quint'ultima (pur con i valori innegabili che ha ricordato oggi Corvino), un motivo ci sarà. E per favore, da oggi niente più Calimero...

Da quì al "tafazzismo" il passo è breve. Precisiamo subito: in questo caso la società non c'entra (anche se un pò di autolesionismo glielo riconosciamo), c'entra invece la tifoseria, il pubblico pagante, quello che un tempo era... il "dodicesimo uomo in campo". Inutile ricordare chi era Tafazzi, personaggio inventato a "Mai dire gol" dal trio comico Aldo Giovanni e Giacomo, uso a martellarsi i testicoli con una bottiglia di plastica. Così... per puro divertimento. Tradotto: a chi giova contestare, offendere, irritare i Della Valle? Attenzione, non stiamo discutendo il diritto a contestare perchè, come abbiamo detto in precedenza, chi paga ne ha tutto il diritto. Ma perchè farlo con sputi, spintoni, irruzioni selvagge negli spogliatoi, piccole violenze agli steward come accaduto dopo Fiorentina-Lecce? E ancora: perchè chiudere gli occhi e non considerare la storia della Fiorentina? Abbiamo calcolato i 73 campionati di serie A fin quì disputati dalla squadra viola, e la media dei piazzamenti in classifica è di 6,83 (cioè molto vicino al settimo posto). Questo vuol dire che i 4 anni e mezzo di Prandelli sono stati sopra media e gli ultimi due sotto media, ma sommati insieme sono in linea con la storia. Quindi, qual'è il problema? Che i Della Valle sono ricchi e devono tirare fuori i soldi per forza? E chi lo dice? Perchè investimenti simili non venivano chiesti a Ugolini, a Melloni, a Martellini? (tutti presidenti "poveri" a cavallo tra gli anni '70 ed '80) Forse perchè tutti sapevano che non c'erano soldi? E perchè quando giocavano Tendi, Rossinelli, Gola e Bertarelli allo stadio andavano in 40.000 ed oggi con Jovetic, Behrami, Montolivo e Vargas siamo in 15.000? E' solo colpa delle televisioni, delle leggi dell'Osservatorio, dello scarso spettacolo offerto dalla Fiorentina? O forse la Firenzeviola si è montata il capo e pretendiamo che qualcuno ci tenga al di sopra del nostro standard per diritto divino, magari sperperando come fece Vittorio Cecchi Gori? Con il risultato, poi, di vincere due coppe Italia ed una supercoppa (chi lo nega?) ma anche di giocare contro Aglianese e Poggibonsi e rischiare di scomparire? Non è forse "tafazzismo" questo? O forse c'entra il fatto che Della Valle abbia mandato via in malo modo (sbagliando, anche secondo noi) l'idolo di casa Cesare Prandelli? O forse c'entra la famigerata tessera del tifoso, provvedimento che di fatto ha ucciso la curva Fiesole e con esso il tifo viola? Come sempre la ragione sta nel mezzo, tra la permalosaggine, la mancanza di sensibilità dei Della Valle, e l'orgoglio, la testardaggine, la presunzione tipica dei fiorentini e dei tifosi viola. Tutte categorie delle quali anche noi facciamo orgogliosamente parte. E comunque chi è senza peccato...